...Aspettando i Campionati del Mondo di Canoa Slalom - 0


Mi ero ripromesso di non parlare più di dio, fino a quando i fatti di cronaca non mi avrebbero costretto a farlo, ma non posso tacere e condividere con chi ama la canoa il gesto, l’atto, l’opera d’arte regalata proprio da lui, questa mattina sull’ultimo salto finale. Io stavo completando l’analisi del percorso con il mio irlandese e ci siamo fermati più del solito proprio su quell’ultimo “drop” che immette nello sprint finale. Difatti, oramai, è abitudine preparare l’allenamento con ampio margine, magari sfruttando proprio qualche idea di chi ci precede in acqua. Stavamo studiando la possibilità di approcciare, con un angolo molto chiuso, ad una risalita posta su un ritorno d’acqua infondo alla morta che caratterizza proprio quella zona. Questo, tra l’altro, è l’unico punto modificato dopo i mondiali del ’99. Un tempo, proprio sotto al lungo scivolone si trovava un sasso che metteva a dura prova la tenuta degli atleti. Per la cronaca fu proprio qui che Thomas Schimdt si lussò la spalla rinunciando al mondiale. Ma come sapete si riprese velocemente tanto che l’anno successivo vinse l’oro olimpico. Anni prima la stessa sorte capitò a Cristina Giai-Pron. Ma veniamo a noi o meglio a lui! Lo scivolo è poco più lungo di una canoa e presenta, al centro, un’onda che si forma con l’acqua che scende da destra e sinistra. Di conseguenza si spacca molto velocemente a causa del diverso dislivello che c’è tra morta e corrente. L’acqua quindi è molto instabile e solo in alcuni precisi punti ha quella consistenza e durezza che permette alla pagaia di trovare la spinta per offrire alla canoa stabilità e velocità. Tanti atleti cercano soluzioni di forza o viceversa faticano ad incontrare il punto preciso per proiettare la canoa verso l’uscita di questo vortice che sembra non finire mai. Sua santità però mi ha illuminato, non potrebbe essere diversamente, ha realizzato e concretizzato un’azione pressoché perfetta. Il tonfo della sua punta rossa è come sempre leggero e soave, la sua pagaia color oro sembra cercare un punto preciso, solo ed esclusivamente quello. Una volta trovato ecco il miracolo: la canoa esce dall’acqua quasi lanciata verso lo spazio. La velocità rende trasparente il materiale e così ho visto l’impressionante azione delle sue ginocchia e del suo bacino, in una sorta di immagine rallentata. Come un lampo, come un flash, come un sogno o una musica che continua a tornare lucidamente nel pensiero e ogni volta ha l’effetto di un tifone, di una fotografia che si è stampata nella mia mente e che sicuramente avrà invaso anche tutti coloro che in quel momento hanno avuto la fortuna di essere presenti e lucidi per apprezzare e ammirare un’opera d’arte vivente. Ieri il nostro dio ha pagaiato sull’acqua piatta, manica lunga e bandana bianca. Ha sostato e sorriso con il team Vajda, poi è sparito… riapparirà al momento opportuno!
Il resto è storia di tutti i giorni. Ho parlato con gli atleti del Costa Rica, nazione che amo e che mi ha regalato grandissime emozioni, che sperano e confidano in un aiuto tecnico ed economico anche per il futuro. Ho avuto la possibilità di parlare con diversi costruttori che sono interessati a venire a Pescantina per l’Adigemarathon, ho scherzato con i miei atleti di un tempo e la storia del libro che mi fa compagnia alla sera prima di addormentarmi si fa sempre più interessante ed intrigante.
Scarna la cerimonia di apertura. Bello il balletto di una ninfea che sospesa dai capelli ha simulato il volo e ha dato a tutti noi la sensazione di leggiadria e armonia. Speravamo di assaporare ritmi e il calore spagnolo… ma non c’è stato!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi – La Seu d’Urgell 9 settembre ... a o giorni dal Mondiale e a 1.051 da Londra! Da domani non sarà più un’attesa, ma sarà: campionato del mondo di canoa slalom!

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