Short Slalom e Kayak Cross hanno chiuso la Super Cup in Cina: tiriamo le somme


Le gare a Hangzhou potrebbero aver  rappresentato un punto di partenza per il futuro della canoa slalom sotto diversi aspetti. 

L’idea di creare un evento esclusivo potrebbe avere senso nel momento in cui si facessero avanti main sponsor importanti, come é stato in questo caso con la Cina.  Ora, a cose fatte, bisognerebbe capire il ritorno di immagine che ci può essere stato da questo evento. Per quello che ci è dato sapere e per quello che siamo riusciti a carpire dagli atleti presenti e da quanto visto on line, si capisce che non c’è stata presenza di pubblico, le  tribune erano  sguarnite: strano! In una città con 11 milioni di abitanti e, immagino, con tanti giovani studenti, non vedere praticamente nessuno che assiste alle gare mi fa pensare che si è voluto tenere il tutto riservato. Mi piacerebbe sapere, ma è quasi impossibile, avere i dati su i numeri di visualizzazioni e di presenze on line. Un dato questo che costantemente, nelle varie riunioni ICF organizzate nel settore slalom, richiediamo, ma che non ci viene mai comunicato. Speriamo che nel prossimo Congresso ICF, che si svolgerà ad  Antalya in Turchia dal 5 al 10 Novembre, e a cui sarò presente per il Brasile, vengano forniti  questi dati che secondo me sono molto importanti per capire l’impatto che hanno avuto le scelte, direi molto discutibili, dell’ICF di far pagare le dirette on line. 


Dagli atleti presenti abbiamo ricevuto tutti  pareri molto positivi. Hanno vissuto una bella esperienza e sono stati trattati da grandi protagonisti. Particolarmente soddisfatto Giovanni De Gennaro che, tra le altre cose, ha finito la stagione alla grande vincendo lo slalom classico e piazzando il miglior tempo pure nella prova di short slalom. Solo una penalità non gli ha permesso di vincere pure qui. 


Secondo aspetto:  il format che si è dimostrato molto dinamico ed interessante. Una manche per tutti e poi finali. In due giorni due gare, se adottato in Coppa significherebbe raddoppiare il numero di competizioni nelle attuali cinque sedi previste da qui al 2027. 


C’è un terzo aspetto che è quello organizzativo e che potrebbe rilevarsi interessante per il futuro considerando che, come propone la Spagna e che da tempo è adottato nella canoa da velocità, sia l’ICF a pianificare e a organizzare trasporti e alloggiamenti per tutte le squadre. In pratica ciò che già fu fatto per i Campionati del Mondo a Bratislava nel 2021 quando cioè eravamo ancora in periodo Covid. 


Chiuso questo Evento, direi in maniera più che positiva, bisogna ora avere la capacità di capitalizzarlo e cioè far trarre frutti a tutto il movimento. Vedremo cosa saprà fare l’Organo Internazionale della Canoa in relazione a tutto ciò. Per fare un esempio e per capire meglio,  bisogna capire come l’Italia saprà trarre giovamento dalla terza medaglia d’oro vinta nel settore slalom ai Giochi Olimpici. Dopo le prime due,  arrivate a distanza di 20 anni, non è cambiato nulla per ciò che riguarda impianti sportivi, investimenti, progetti e numero di praticanti. Siamo però, come sempre, fiduciosi di vedere gli esiti della terza medaglia arrivata a soli 12 anni dalla precedente.  


Per entrare nello specifico della competizioni diciamo che abbiamo assistito alla gara di short slalom con interesse su un canale, costruito in occasione dei Giochi Asiatici e che si è dimostrato comunque facile e con poche possibili combinazioni. Questa specialità diventa una sorta di Kayak Cross per il fatto che in qualifica devi spingere e devi rischiare molto se vuoi passare in finale. Le gare sui 45 secondi lasciano poco alla strategia e ad eventuali  recuperi. E così sono saltati fuori dalla finale in C1 personaggi come Benus, Savsek, Ivaldi, Prskavec e lo stesso Ceccon tutti con salti di porta o con troppe penalità. Nel Kayak maschile fuori Dougoud, Anderson e Castryck ha rischiato molto classificandosi con il 12esimo tempo. Al femminile esclusa dalla finale Nuria Vilarrubla per un salto di porta e Zwolinska per due tocchi. Nel Kayak femminile fuori solo Eva Tercelj.  

Le finali sono state combattute al centesimo. Tra gli uomini Vit Prindis si prende una piccola rivincita, dopo una stagione non troppo eccelsa per lui in cui sembrava aver perso ritmi e fiducia nel suo modo di pagaiare. Il 35enne ceco, che quest’anno in Coppa ha preso solo una finale e cioè quella di Cracovia, dove ha chiuso in seconda posizione, ha messo in acqua una finale lineare, rischiando nei punti giusti, ma sapendo comunque mantenere lucidità. Il suo 46.99 é stato più veloce del 47.12 messo in atto da Titouan Castryck, che viceversa ha sprecato molto e ha rischiato non poco. Terzo l’altro giovane ceco Jacob Krejci a 46 centesimi dal compagno vincitore della gara Vit Prindis. 

Nel settore femminile del kayak si impone ancora Camille Prigent, che quest’anno ha mancato solo una finale nelle gare a cui ha partecipato e cioè nella gara di Praga dove era finita 25esima. Alle sue spalle l’olandese Martina Wegman e terza la polacca Claudia Zwolinska. Nel settore canadese uomini è protagonista Luka Bozic, che quest’anno ha perso il numero 1 nel ranking ICF dopo una stagione che lo aveva stressato non poco con la qualifica olimpica interna per la Slovenia. Lo sloveno chiude in 50.58 con un margine di 14 centesimi su un Nicolas Gestin veloce ma con una penalità. Terzo Adam Burgess a 28 centesimi dal vincitore. Tutti gli altri ben lontani nelle retrovie. Al femminile succede quello che può succedere solo se tutti gli astri del cielo si allineano perfettamente perché Majorie Delassus e Doria Vilarrubla vincono entrambe con 59.94. La prima con un percorso pulito e la seconda con una penalità. Si è ripetuto cioè quello che avevamo assistito ai Campionati Europei del 2022 a Liptovsky con Horn e Mintalova, in quell’occasione tutte e due le atlete avevano un percorso pulito e avevano fatto registrare il tempo di 107.24. Terza nella Super Cup dello Slalom Short nel C1 femminile a soli 3 centesimi Kimberly Woods che in questo week-end era stata fuori dalle finali dello slalom sia in K1 che in C1. Mallory Franklin, che aveva vinto la qualifica, è finita settima con 2 tocchi.  


Non ci rimane che aggiornarvi, per completezza, sulla gara del Kayak Cross, dove abbiamo visto affondare con la sua canoa il due volte campione del Mondo e argento olimpico Joseph Clarke. Il povero inglese non è riuscito a chiudere la sua gara perché gli si è aperto il paraspruzzi che evidentemente non era stato chiuso al meglio… anche i campioni qualche volta commettono errori da principiante! La gara va a Gelindo Chiarello che sale sul podio visibilmente emozionato. Il ragazzo svizzero classe 1997 ha iniziato a pagaiare grazie alla sua baby-sitter alla giovanissima età di 6 anni. Si é praticamente appassionato da subito alla pagaia e la conseguenza é stata quella di dedicarsi anima corpo a questo sport che a distanza di anni gli sta regalando forti emozioni e soddisfazioni. Alle spalle del rosso crociato Prindis e Krejci.

Nel settore femminile Tereza Knebelova ha la meglio su Horn e Franklin. La campionessa olimpica di questa specialità, Noemi Fox, è uscita alla prima batteria eliminata da Hocevar e Bertoncelli.


Occhio all'onda ! 





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