3 metri la lunghezza del futuro

Quando parliamo di movimento sembra praticamente impossibile che si possano  trovare comunque e sempre elementi diversi che si scoprono nel praticare quel gesto, magari in condizioni diverse o in situazioni particolari. Qualche giorno addietro, pagaiando con un gruppo di giovanissimi durante il raduno federale a loro dedicato, mi chiedevo quanto c’è sempre da scoprire ed imparare nella semplice pagaiata o meglio nel gesto della propulsione avanti. Gli elementi che si intersecano tra loro sono molteplici e concorrono alla buona riuscita dell’avanzamento dello scafo unito al piacere di mettere in atto quello spostamento. Pagaiando e guardando di riflesso i giovani allievi mi nasceva spontanea la curiosità di capire quanto di tutto ciò può essere trasmesso attraverso l’insegnamento e quanto viceversa  scaturisce dalla scoperta individuale. Come la vedo io, lo scopo principale di un tecnico dovrebbe essere quello di mettere i propri allievi nella condizione di scoprire, e quindi di trovare, delle proprie risposte motorie sotto ogni aspetto, guidandone la ricerca e fissando, una volta raggiunta la personale risposta, principi e metodi di esecuzione, in modo tale da non disperdere la scoperta!

Mi chiedevo anche com’è possibile che ogni volta che risalgo in barca, oppure aggancio due sci sotto i miei piedi, o prendo in mano una racchetta da tennis o mi infilo le scarpe per ballare tango o addirittura se mi metto disteso sotto un bilanciere, riscopro la curiosità di percepire  quei gesti che hanno praticamente accompagnato la mia vita fin dall’infanzia.

Un’altra riflessione mi viene spontanea nel pensare che se siamo passati (dal 2005 ad oggi)  da imbarcazioni lunghe 4 metri alle attuali  3 metri e 50 non ci vedrei nulla di strano se le canoe da slalom fossero di 3 metri tondi tondi. Se così fosse il primo risultato che otterremmo  è decisamente pratico: assoluta facilità nel  trasporto, una sorta di surf che ti caricano facilmente su ogni aereo, mentre sull’auto ci sta praticamente dentro oppure sul tetto senza sporgere  neppure da una Panda. Ma veniamo al lato sportivo e il primo vantaggio sarebbe quello di semplificare tecnicamente uno sport, lo slalom, decisamente troppo tecnicistico e che costringe a lunghi anni di preparazione, studio e allenamento, prima di avere qualche soddisfazione pratica. Con una canoa di 3 metri le cose si semplificherebbero non poco allargando sicuramente la rosa dei praticanti. Le gare potrebbero essere accorciate come lunghezza lineare a vantaggio di percorsi più stretti, mantenendo lo stesso numero di porte, ma concentrando così il pubblico in meno spazio con la possibilità dello stesso di seguire la prova dalla partenza all’arrivo. Certo non sarebbe la stessa cosa di oggi, ma certo è che se vogliamo aumentare il numero dei praticanti e contemporaneamente offrire uno spettacolo ancora più facile da vendere per immagini e tempo il taglio di 50 centimetri deve farsi alquanto prima.

Occhio all’onda!

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