Rua Mato Grosso a Foz do Iguaçu

Rue Mato Grosso è una strada lunga poco più di 2 chilometri e correre quasi parallela ad  Avenida Paranà. Rimane all’interno e forma il quartiere Maracanà. Una zona in cui sorgevano lateralmente numerose favelas. Da dimore occasionali si sono trasformate negli anni in veri e propri agglomerati con tanto di bar e rivendita di genere alimentari. Il bar, nella parte iniziale della via, è  costituito da una tettoia in lamiera, un bancone di cemento e mattoni, un frigo  delle birre e degli espositori anni ’50. Il bazar dei generi alimentari sembra essere passato sotto un bombardamento, ma ha veramente di tutto considerando la fila di gente che sempre affolla questo luogo, con bimbi scalzi che passano sotto le gambe a tutti per prendere comande di chissà chi.  Nelle vicinanza c’era anche un primordiale campetto da calcio con le porte tenute in piedi miracolosamente e su un terreno che si addice più ad un percorso di bmx. I bimbi, scalzi, lo affollavano spesso e volentieri giocando con palle che non sempre si possono considerare tali. Sgonfie, spelacchiate, quadrate, gialle, nere, ma ciò che non ho visto mai cambiare è il sorriso sul volto di questi bimbi. Ciò che non ho mai visto mancare è l’energia per correre dietro ad un pallone. Ciò che non manca mai è il sole che illumina questi piccoli giocatori di calcio.
Poi il tempo passa e i governanti hanno deciso di dare una svolta  abbattendo il precario per costruirvi palazzoni che presto offriranno alloggio a molte persone.
Salendo lungo la via la scenografia piano piano cambia. Dopo la nostra Pousada ci sono due belle ville chiuse sempre impeccabili e pulite. Di fronte stanno costruendo due palazzoni. Fino a qui  Rua Mato Grosso e ha due sensi. Poco più avanti si può risalire la via da un lato solo. Qui ci sono sempre due cani che camminano tranquilli padroni della strada. Uno è alto alto chiaro, l’altro è pure chiaro ma è lungo lungo, potrebbero sembrare fratelli, ma sicuramente da padri diversi. Sono tranquilli  e non si affannano per nulla. Quando si avvicinano ai vari cancelli gli altri cani si agitano non poco. Questi ultimi abbaiano come forsennati e loro due osservano i colleghi con superiorità. I cani con padroni sembrano stressati con mille problemi, mentre gli spiriti liberi di alto e lungo sembrano godersela sotto i baffi. Forse loro qualche pasto lo saltano pure, certo è che sembrano non farci caso avendo in cambio la loro libertà, il loro essere i veri padroni di Rua Mato Grosso. Anche nell’attraversare la strada impressionano per classe e disinvoltura. Ho la certezza che qualche pasto caldo lo recuperino da una signora grassa, grassa che al sabato e alla domenica si siede sul ciglio della strada giusto fuori dall’uscio di casa. In effetti pensandoci, questa via ha due aspetti. Quello infrasettimanale e  quello dei week-end.  Il primo molto formale con la concessionaria della Hyundai aperta e con auto che entrano ed escono in continuazione. Poi ci sono due parrucchiere dove possono trovare spazio anche gli uomini per una accorciatina al capello.
Si arriva al secondo semaforo e sulla sinistra, di angolo, c’è una pizzeria. Ci sono stato qualche volta a mangiare la pizza. Non è male, ma devi pensare di andare per mangiare qualcosina, ma con la consapevolezza che non si va a mangiare pizza. Chiaro il concetto? Poco prima c’è il gommista dove mi fermo qualche volta a gonfiare le ruote della bici. E’ molto gentile e non mi chiede mai nulla. Le “borracarie” da queste parti sono numerose considerando che le strade non sono proprie e vere piste da biliardo, quindi a loro non manca il lavoro e la gente è contenta trovarle praticamente in ogni angolo.  
La particolarità però di Rua Mato Grosso è la gente che la popola nei fine settimana. Come una giovane mamma che dall’imbrunire del venerdì sera, all’altezza del primo semaforo,  fino alla domenica pomeriggio trasferisce sul marciapiede tavolino e sedie sulle quali ci piazza i tre figlioli. Giusto a lato pesca la comida da  una marmitta. Piazza sui piatti riso, fagioli e ogni tanto qualche pezzo di carne. I bimbi si alternano al tavolo o sulla strada per giocare con rudimentali e scassati giocattoli. Ogni tanto con loro c’è un signore, probabilmente il papà, visto che la bimba più vecchia, che forse arriva ai 10 anni, gli assomiglia molto. Quando i bimbi non sono a tavola, loro giocano a carte e sembrano raccontarsela e passarsela bene. Bevono mate e sorridono. Io quando passo in bici li saluto e loro sembrano per la verità non farci molto caso, più sorpresi sono certamente i bimbi che mi guardano e a loro volta mi sorridono. Ogni tanti ci trovo anche i due cani dallo spirito libero che si sdraiano vicino ai bimbi e aspettano in silenzio che qualcuno  allunghi loro qualche osso per farci serata.
L’altra cosa che sembra essere comune a molti che abitano qui è il fatto di lavare il metro quadrato di marciapiede che sta giusto in fronte alla porta di casa il venerdì pomeriggio.  Per farlo usano una pompa collegata all’acqua e così facendo praticamente inondano mezza Rua. L’effetto però è sorprendente perché i marciapiedi, con questo sistema, sono tirati a lucido. C’è anche chi li personalizza facendo proseguire la pavimentazione della casa fino al limite della strada.
C’è una casa azzurra molto particolare su questa strada con un albero gigante, di quelli che ti colpiscono e che non passano inosservati.  Con il tempo è cresciuto adattandosi alla casa stessa diventando un suo  complemento, ma la stessa casa  sembra essere stata costruita per lasciare spazio all’albero. Negli alberi c’è scritta la nostra storia, bisogna saperla leggere. Negli alberi c’è scritta la storia di un luogo basta saperla interpretare. Quindi risulta che l’architettura complessiva assuma un fascino molto particolare e se vogliamo unico nel suo genere. Mi attira questa abbinata di verde intenso della natura e l’azzurro della casa. Poi le tonalità cambiano relativamente alle ore della giornata e ovviamente alle stagioni. Così mi capita di passare quando il sole si è appena alzato e mi incanto a guardare il gioco di luci che questi due elementi riflettono.
Sono tante le persone che nel fine settimana o in serate molto calde si siedono agli angoli delle intersezioni. Si portano la loro bella sedia di plastica e se la raccontano...

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