Dove sei vecchio amico di pagaia?


“Suonare e lottare... soltanto chi sogna raggiunge l'impossibile"


Questa la devo raccontare è troppo magica per godermela da solo o lasciarla nascosta nei meandri della memoria. Certe emozioni devono essere condivise perché qualcuno te le ha fatte vivere probabilmente per raccontarle e non solo per goderne isolatamente.

L’altro giorno finito l’allenamento con il gruppo dei kayak, mi sono cambiato per andare in canoa e mi sono incamminato in un sentiero che porta poco più a monte del percorso di gara. Si cammina con il kayak in spalle per poco più di mezzo chilometro immersi nella giungla costeggiando il fiume. Stavo andando ad allenare l’altro gruppo, quello cioè delle canadesi che da lì a poco sarebbero arrivate al punto prestabilito. Prima di mettere la canoa in acqua mi sono seduto all’ombra di una palma in attesa dell’arrivo degli atleti. Di fronte a me il fiume Paranapanema nella sua maestosità con questa rigogliosissima vegetazione che arriva fino all’acqua e gli dà una conformazione decisamente particolare. Il rumore della rapida che è sotto di me è forte, come è altrettanto forte il rumore della giungla. Ad un certo punto sono immerso nei miei pensieri e sento il suono di alcuni strumenti a fiato. Queste piacevoli melodie entrano in sintonia con il paesaggio che sto ammirando. Musiche che accompagnano i mie sogni ad occhi aperti. Subito penso che le note siano frutto della fantasia. Sto sognando, l’ho già detto, la realtà che sto vivendo e quindi penso in un primo momento che è abbastanza logico unirla a musiche sublimi. Poi mi guardo attorno non vedo nessuno. Apro bene gli occhi sono sveglio, cerco di allungare l’orecchio ed effettivamente le note di un Vivaldi nelle quattro stagioni erano chiare e forti. Un’immagine bella, forte, emozionante. La musica arrivava dalla scuola che c’è proprio sopra al fiume dove ogni giorno fanno tappa molti giovanissimi che imparano a suonare avvicinandosi alla musica classica. La cosa strana è come potesse arrivare fino a lì il suono, probabilmente il vento ha contribuito non poco a impreziosire quel momento magico. Come magico è stato poi trovarmi con una decina di C1 e tre C2 a giocare su onde e riccioli cercando di trasmettere a tutti i miei ragazzi l’idea di percepire dentro di sé lo scorrere di così tanta energia. Ad essere sincero un kayak lì stonava un pochino, ma purtroppo la mia anima e la mia abilità canoistica si è sviluppata da seduto. Avrei voluto che lì ci fosse il mio amico Mauro che un giorno ad Augsburg mi disse che lui aveva un sogno, quello cioè di seguire un giorno tanti giovani C1. E il pensiero mi si è focalizzato su queste parole, sulle tante ore passate assieme a pagaiare lui in ginocchio sul suo C1 e io seduto sul mio K1. Tanti bei momenti, tanti discorsi profondi e tanti sogni nel cassetto...perché caro vecchio Amico di pagaia ti sei fatto prendere dalla routine e hai massacrato i tuoi sogni?

Occhio all’onda!

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