Innamorarsi di un debordè


Se mi chiedessero di votare il gesto tecnico più entusiasmante della giornata di aperture a queste gare pre-olimpiche per k1 uomini e c1 non avrei dubbi. Risponderei senza pensarci un secondo. Per me il gesto più bello, più tecnico, più emozionante, più naturale, più eccitante e più elegante è stato il debordé che ha piantato nell’acqua quel fenomeno di uomo che si chiama Stanislav Jezek tra la 9 la 10 e la 11. La porta nove era una risalita a destra fuori dal salto, mentre la 10 una porta in discesa dall’altra parte del canale. La difficoltà non era tanto il passaggio nella 10, ma la successiva necessità di oltrepassare un buco enorme per tornare verso destra entrando nel palo della 11 e la porta a “ski” successiva. Ora il problema era quello di ruotare la canoa in un brevissimo spazio senza perdere velocità perché entrare nel buco lenti significava farsi inghiottire dalla bocca del drago. Non bisogna neppure però farsi prendere da paure strane vedendo e percependo direttamente in faccia tutta quell’acqua che arriva dal salto. L’atleta della Repubblica Ceka, un sinistro naturale alto poco meno di un metro e novanta per 70 chili, di cui vi ho parlato molte volte, ha avuto il coraggio di entrare nella risalita con un debordè che, a parte un colpetto, non ha più tolto dall’acqua fino all’entrata della 11. Ora è difficile trasmettere le sensazioni che si possono avere quando si è in procinto di fare questa manovra, ma tanto per farvi capire vi dirò che fior di Kayak di livello non se la sono sentiti di tenere in acqua per così tanto tempo il colpo indietro di destro. Non so se riesco a rendere l’idea, ma c’è chi pur avendo la pala pronta per essere usata, preso dal panico, ha preferito temporeggiare perdendo così preziosi secondi oltre alla perdita della linea più veloce, che significava anche perder molte energie per recuperare la traiettoria. Lui invece, Jezek, non ha tentennato minimamente. Debordè, rotazione delle spalle impressionante, un controllo della coda in acqua che pochi possono vantare e via sicuro verso la porta successiva. Mi è piaciuta in modo particolare l’eleganza e la facilità con cui il bravo ciunista ha risolto una combinazione che a molti atleti ha condizionato la gara intera. La considerazione generale sui C1 è quella che sono molti vicini ai K1 - 3% -mentre per stare nei primi 16, che passavano il turno, bisognava restare nell’8% da Super Cali che ha vinto l’eliminatoria fra i K1 men. Bravo il pagaiatore bianco, rosso e verde, che ha messo in acqua una prima manche da manuale. In sala video siamo isolati dal mondo. Non abbiamo i risultati on line perché Omega, titolare dei cronometraggi che poi ha appaltato alla Siwidata, non vuole correre il rischio di commettere errori e quindi prima di ufficializzarli passano al setaccio tutto e tutti. Ci hanno tolto anche il segnale del telefono onde evitare che in tempo reale si possano mettere informazioni in internet. Pensare che questo è solo un allenamento anche per l’organizzazione... chissà cosa succederà ai Giochi Olimpici il prossimo anno! Le donne scendono dalle stelle e con i C2 gareggeranno per le eliminatorie. Tempo previsto soleggiato a tratti coperto. Chissà se riusciremo veramente a rimetterci con le maniche corte, pantaloncini e magari infradito... troppo vestiti non si apprezza appieno tutto.

Occhio all’onda!
London Prepares series, 28 July 2011

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