Questo è il tango o questa è la vita o è la vita che è il tango?


“Como un acróbata demente saltaré,
sobre el abismo de tu escote hasta
sentir
que enloquecí tu corazón de libertad...
¡Ya vas a ver!”


Certo non ne ho le prove scientifiche, ma mi convinco sempre di più che il tango sia un elemento integrante ed intrigante nell’essere umano. Vedo di spiegarmi meglio, anche se un grafomane come il sottoscritto tende per natura ad esagerare nel descrivere e nell’elaborare concetti che vagano attorno a noi e avrebbe la presunzione di concretizzarli in nero e bianco. Forse, a volte, le idee, i sentimenti, le parole, le emozioni, svaniscono ancora prima di prendere forma e vagano liberi attorno a noi. Poi ci sono giorni con più luce e in trasparenza il sole li cattura per restituirteli e per far sì che qualcuno li raccolga come margherite da mettere al centro del tavolo imbandito per alimentarsi in vista del domani.
Oppure, a volte, si riesce a nasconderli e a custodirli nel nostro cuore per concretizzarli poi su questi tasti che le mie dita cercano affannose e senza sosta.
Se mai succedesse tutto ciò, e cioè trasformare l’invisibile in visibile, l’etereo in palpabile, devo a quel punto trovarvi preparati per guidarvi all’eleganza e al fascino di questi passi di danza che riusciranno a percuotervi come il profumo dei tigli a primavera, come il vento fresco in un’estate torrida. Riusciranno anche a scatenare in voi la passione per vivere sempre più intensamente. La passione vi colpirà con la forza dell’oceano, capace di scuotere il mondo intero. Scoprire la pienezza del vostro essere uomo e donna in un’unica movenza, in uno scambio di ruoli che si uniscono per rendere ancora più forte la vostra energia.
La miccia scatta o può scattare da una complicanza o da un’evoluzione di un “ocho atras” che ti illumina il cammino e ti lascia basito ed incredulo. E... se finisci per tagliare la strada alla donna con un passo indietro di sinistro concatenandoti a lei, scoprirai che la tua vita assume un’altra dimensione. Una catena, che a differenza di un concetto negativo, ti legherà al tuo essere l’altro o l’altra indifferentemente! Ruoli che si alternano e che si sovrastano l’uno con l’altra. Scoprirai che le certezze sulle quali hai basato la tua esistenza si frantumeranno su un cambio di peso mal dato e ti accorgerai ancora che le tue presunte abilità motorie ti sono servite per danzare con un guscio sull’elemento liquido, ma non per far roteare attorno a te la donna della tua vita in quel vortice che “vorrei potesse non finire mai”! Quindi la necessità di ricercare gesti, movimenti, deambulazioni che ti portano a camminare scavando con il piede la terra che calpesti. Il tuo avanzare dissocia il tronco dal bacino e dalle gambe. L’equilibrio è l’estasi di un fenicottero che su un piede solo ci passa metà della sua vita. Il tanghero invece l’altro piede lo usa per abbellire un momento che sembra eterno, ma non lo è. Per addolcire quel passo che è il preludio del successivo e che ti proietta avanti o in cerchio con molta più energia e grazia. Una pausa può diventare il fuoco nel tramonto, un accenno di spalla il segnale per sferrare l’attacco, un entrata di bacino ti porta sull’altro lato, uno sguardo ti rasserena e se trovi nella tua compagna la luce delle stelle inizierai a volare. Esci all’”americana”, porta la donna verso la tua mano sinistra avvolgila con il tuo corpo e offrile lo spazio per entrare e sarà lei ad agganciarti acrobaticamente in un’unica extra-divina posa.

Questo è il tango o questa è la vita o è la vita che è il tango? Mah!


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi




“Quereme así, piantao, piantao, piantao... Trepate a esta ternura de locos que hay en mí, ponete esta peluca de alondras, ¡y volá! ¡Volá conmigo ya! ¡Vení, volá, vení! Quereme así, piantao, piantao, piantao... Abrite los amores que vamos a intentar la mágica locura total de revivir... ¡Vení, volá, vení! ¡Trai-lai-lalarará”

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