ANALISI TECNICA DI UNA STAGIONE DI SLALOM - quinta parte


Ci sono poche certezze nella vita, ma su una, però, non si transige: l’estrema supremazia dei gemelli Pavol e Peter Hochschorner nella canadese doppia. Infatti nel 2009 portano a casa 5 finali su 5 gare, 3 vittorie, un secondo posto e un nono posto. Ed è proprio quest’ultimo risultato apparentemente deludente nella gara di apertura di coppa del mondo a Pau (Francia), che ci fa capire la grandezza e la forgia dei tre volte campioni olimpici slovacchi. Non so se ricordate – lo avevo scritto in occasione della Coppa del Mondo – ma i due fenomeni avevano deciso di fare la porta tre in discesa - affrontata dal 100% dei Kappa uno in retro - per poi successivamente entrare nella 4 in risalita a sinistra. Bene loro, i due extraterrestri, vanno lunghi sulla discesa e si schiantano praticamente su un enorme masso per tentare di entrare nella porta. Fermi, incollati, francobollati, stampati lì per nove interminabili secondi senza la minima preoccupazione, solo la consapevolezza che prima o poi la loro insistenza e fermezza li avrebbe scollati da quel magnete! Fermatevi e provate a contare e vi accorgerete di quanto possono essere lunghi nove secondi, interminabili se l’acqua di un intero canale vi sta dando contro! Qui, in questa situazione, più che in qualsiasi altra vittoria, ci hanno deliziato con uno dei più grandi capolavori acquatici che personalmente io abbia mai potuto vivere in prima persona. Essere usciti da quella situazione, a testa alta e senza il benchè minimo tentennamento, sta a significare che da loro ti puoi veramente aspettare di tutto. A questo aggiungo e focalizzo tutto ciò che sono riuscito a vedere in allenamento a Cunovo, il loro canale di casa, e giungo alle seguenti conclusioni: i due gemelli dizigoti sono una sorta di macchina telecomandata che viaggia su binari predefiniti. La macchina non ha sussulti, si muove aderente al suolo, effettua precise progressioni ogni volta che la forza di quattro pistoni entrano a regime. Focalizzo anche i giri di pista che ogni giorno da anni e anni questa macchina è chiamata a fare, senza pause, senza pit-stop, quasi che a fermarla si rompesse l’incantesimo di una gestualità e di una azione che è unica, sublime, spettacolare. Non saprei più cosa aggiungere alla magia di un equipaggio che il 7 settembre scorso ha festeggiato le 30 primavere e all’attivo, oltre ai 3 ori Olimpici, ha 3 ori e 3 bronzi individuali ai Campionati del Mondo, 8 Coppe del Mondo vinte, 6 Campionati Europei. Numeri da paura in una carriera iniziata nel 1996 per puro caso visto che loro arrivavano giovinetti dalla canoa da velocità!
Ci provano i cugini Skantar a mettere in discussione la supremazia dei compagni di squadra ed effettivamente anche con buoni risultati: 5 finali conquistate con 1 vittoria, due secondi e due quarti posti. Ladislav e Peter hanno fatto un gran bene da U23 vincendo tre titoli continentali (’02 – ’04 – ’05) e poi nel 2007 anche il titolo continentale assoluto. Vivono, per forza maggiore, nell’ombra degli Hochschorner, consapevoli che, pur essendo il secondo equipaggio al mondo, le olimpiadi per loro rimarranno a lungo un obiettivo difficilmente raggiungibile, visto che ci può andare un solo equipaggio per nazione.
Gli inglesi, dopo la delusione alle olimpiadi 2008 a cui non sono riusciti a portare nessun equipaggio, hanno deciso di fare le cose in grande e l’amaro in bocca del passato è ancora più forte dopo le cinque finali conquistate da Baillie – Stott e dal podio di Florence – Hounslow in coppa. Si saranno mangiati le dita a pensare che l’anno prima faticavano a restare nei venti!

I francesi sono partiti bene con un argento europeo e con un esordio di coppa ancora dipinto dal simbolo della virtù. Poi la stagione si è spenta piano piano. Il bottino di nove finali, per i transalpini, non è certo motivo di soddisfazione.
Anche i ceki, per la verità, non se la sono passata particolarmente bene, giusto un podio in coppa. Loro, i ceki, lo sanno e sono già operativi da un paio di anni con le nuove generazioni, che certamente non tarderanno a dare soddisfazione.
Anche il buon Jürgen Köhler , eccellente tecnico della squadra tedesca dei C2, che da molti anni è il segreto dei successi del team giallo-rosso-nero, è in una fase di ricambio generazionale con i suoi equipaggi, anche se può sempre contare sull’esperienza dei più anziani per un passaggio indolore.
La sorpresa 2009 sono sicuramente gli sloveni, che hanno consacrato la crescita con un bronzo iridato importante per tutto il loro movimento.

Il panorama internazionale in questa specialità è decisamente particolare e presenta diversi punti oscuri. Sono 18 gli equipaggi che hanno preso finali (la specialità con minor numero diverso di finalisti) in rappresentanza di 9 nazioni. Le medaglie sono state distribuite in 6 nazioni e solo due (Slovacchia e Germania) hanno vinto almeno una gara. Il quadro generale non è chiaro perché non è chiaro il futuro di questa specialità che sembra destinata, dopo Londra, ad essere messa in discussione per un problema di “pari opportunità” fra numero di partecipanti uomini e donne. Lo sperato aumento delle nazioni al via, con l’apertura alla doppia gara, non ha portato gli attesi risultati, sono stati veramente pochi infatti gli atleti che al mondiale o in coppa hanno avuto il coraggio, la forza e le capacità di provarci.
In Italia abbiamo vissuto una stagione molto particolare, per questa specialità, con decisioni assurde da parte dello staff tecnico che ha impedito ai finalisti olimpici di partecipare ai campionati europei, offrendo motivazioni decisamente senza cognizione di causa. Le percentuali prese come scusa, sono state decisamente smontate, si veda su questo forum il post scritto l’11 giugno 2009 – oggetto: C2 Slalom Analisi. Tutto ciò ha creato una serie di problemi che ci trascineremo a lungo perché non sarà facile stimolare nuovamente atleti ai quali viene tolta ogni possibilità di confronto e crescita. Le contromisure scelte, in maniera abbastanza carbonara, si sono dimostrate altrettanto fallimentari. C’è da chiedersi solo quando questo assurdo sistema di conduzione tecnica verrà fermato e messo in discussione con i tecnici di società e con gli stessi interessati. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

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