...Aspettando i Mondiali di Slalom - 30


E’ mia abitudine arrivare sul campo di allenamento almeno 15 minuti prima degli atleti, dipende dalle cose da preparare prima di andare in acqua. Forse di questo ve ne ho già parlato. Non è facile però trovare un bar aperto, qui in Spagna, magari alle 7! Gli iberici tirano lungo alla sera, ma alla mattina recuperano allegramente. L’unica possibilità per bere un cortado – il nostro latte macchiato – è al bar la “estrella” un nome, un programma! Questo si trova nella via più vecchia del paesino catalano: "carter de Santa Maria" che a metà diventa "carrera dels canonges" – strada del clero. A quell’ora si trovano le solite facce, per la precisione due: la signora proprietaria dell’esercizio commerciale e un tipo con baffoni che beve il “cigalò” in catalano e “carajillo” in spagnolo – un caffè corretto – si fuma una sigaretta e poi resta fisso con lo sguardo sulla vetrina del bar. L’arredamento è rigorosamente in formica giallina, l’unica eccezione per il bancone in cemento ricoperto da piastrelle bianche 20x20. Di spalle, a chi serve, le mensole con lo specchio sul fondo. Vecchio trucco per far sembrare ricco di bottiglie lo stesso bar. Il gusto del caffè è piuttosto acquoso, diciamo che non è dei migliori che mi sia capitato di bere nella mia vita. Non ho ancora trovato però, il coraggio, di affrontare l’offerta delle brioches… sembrano un tantino stantie e quel lucido troppo lucido mi fa pensare. Altro dettaglio: ogni mattina le conto, noto però, che sono sempre nello stesso numero e nella stessa posizione… che siano sempre le stesse o la signora è di natura molto precisa? In effetti i frequentatori del bar “le estrella” non sono certo personaggi da “Pavesini”. La signora, sulla settantina vecchio stile, indossa sempre una sorta di grembiulone blu scuro con fiorellini piuttosto sbiaditi. All’interno si parla eclusivamente catalano molto, molto catalano. Io, cerco di nascondere le mie origini chiudendo il più possibile le vocali e troncando le lettere finali, aggiungo anche una paralta più nasale. Ovviamente oltre all’ordinazione non oso espormi e chiudo la conversazione, una volta pronta la mia consumazione, con un mèrci. Con la “e” rigorosamente accentata, residuo questo di un evidente legame con la Francia catalana. Dimenticavo, il caffè macchiato costa un euro, altrove bisogna aggiungerci 20 centesimi.
La giornata lavorativa si è conclusa sulla terrazza del bar, dove ho piazzato il mio ufficio mobile, con l’amico e collega Jurg Gotz e due chiare (mezza birra, mezza gassosa). Lui è uno svizzero che lavora da molti anni per gli inglesi. Parla correttamente inglese, francese, tedesco e si sta cimentando con buon esito anche sulla lingua locale. Sul suo biglietto da visita è riportata la dicitura: “National Performance Coach (Slalom)”, è praticamente il responsabile tecnico di tutta la squadra inglese. Coordina ogni movimento di atleti, tecnici, fisioterapisti, medici, collaboratori vari. Con il tramonto alle spalle, mi raccontava, che a Londra hanno già iniziato a scavare per il canale olimpico. Praticamente quasi tutti gli impianti saranno fatti sull’anello che circonda la capitale e quello di slalom sarà a pochi minuti dai due aeroporti dei voli low-cost e cioè Gatwick e Luton. Stimano di finirlo per la fine del 2010. Avrà due opzioni, la prima per le gare olimpiche con un dislivello di 5 metri e un secondo per riscaldamento e più facile con un drop di 1,5 metri.
Riflettendo sulla giornata non posso lamentarmi:la settimana è iniziata molto bene per il mio atleta. Sui percorsi tipo gara della mattina ha fatto registrare il miglior tempo e se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo dormire sogni tranquilli… si fa per dire!


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Seu d’Urgell 10 agosto ... a 30 giorni dal Mondiale e a 1.081 da Londra!

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