Coppa del Mondo in pausa: facciamo il punto
La Coppa del Mondo di slalom si prende una pausa lunga 60 giorni: chiude con la terza tappa a Praga il 29 giugno la prima parte di gare e riprenderà a Tacen il 29 agosto con la quarta prova per arrivare con il grande finale ad Augsburg nella prima settimana di settembre.
Abbiamo tempo quindi per tirare le somme di quanto visto fino ad oggi e magari ci possiamo pure azzardare a fare qualche proiezione per il futuro.
Se parliamo di nazioni, certamente chi ha dominato tutte e tre le gare è stata la Francia, che ha in pratica, in tutte le specialità, atleti piazzati in zona podio.
Iniziamo dal Kayak maschile dove troviamo leader Titouan Castryck a 166 punti, seguito da Anatole Delassus con 165 e terzo il più vecchio dei due e cioè Benjamin Renia. Quest’ultimo di anni ne ha fatti 35 lo scorso 7 marzo ed è pure uno specialista del Kayak Cross, dove è terzo nella generale dei Time Trial e ottavo nella generale degli scontri diretti. Tutti e tre i transalpini erano presenti in tutte e tre le finali di coppa con due vittorie per Castryck (La Seu e Praga) e un quarto posto a Pau dove aveva fatto registrare il miglior tempo assoluto, l’unico sotto i 90 secondi, ma con 2 tocchi. Anatole Delassus ha tre secondi posti e Benjamin Renia ha un 5^, 6^ e 12^ posto rispettivamente a La Seu, Pau e Praga. Due parole in più sul leader è obbligo spenderle considerando che sicuramente è l’atleta di punta di questa stagione e che sembra avere il vento in poppa. Il bretone, figlio d’arte, la mamma è Anne Boixel 3 titoli iridati a squadre e due argenti individuali (’93 Mezzana e ’95 Nottingham), e che il prossimo 28 agosto farà 21 anni, ha aperto la stagione con un secondo posto agli Australian Open dietro al compagno Anatole Delassus. Agli europei a Parigi è stato fermato solo da una prestazione incredibile di Prskavec che non si vedeva da tempo. Il transalpino ha dalla sua un gran talento e una abilità tecnica da fare invidia a tutti. Sta percorrendo il cammino già tracciato da Jiri Prskavec nell’ascesa alla sua grande carriera in kayak e cioè dalle linee estreme dirette sul palino interno della porta, all’acquisizione di maggior spazio, per limitare e mantenere sotto controllo le penalità che sono il maggior problema oggi del campione francese, come lo era stato per il ceco negli anni passati. Ha sicuramente ancora margini di miglioramento sotto ogni aspetto, anche se dal punto di vista mentale sembra essere già un atleta molto maturo e consapevole dei suoi mezzi: oggi è diventato il numero uno nel ranking internazionale e da quello che possiamo immaginare lo resterà a lungo, se saprà limare quei piccoli accorgimenti che gli mancano per diventare veramente un fuoriclasse.
In casa Italia la situazione vede Xabi Ferrazzi, con due finali, in ottava posizione, seguito da Giovanni De Gennaro, anche lui due finali, che si trova al nono posto ma con una gara in meno. Il campione olimpico si era visto costretto a dare forfait a La Seu d’Urgell per impegni istituzionali con l’arma dei Carabinieri.
Nel Kayak maschile sono due gli atleti che, dopo un periodo sotto tono, sono tornati a splendere e sono Mateusz Polaczyk e Lucien Delfour. Tutti e due sono nati nel 1988 e tutti e due il giorno 22, ma il primo ad inizio anno e cioè a gennaio e il secondo a fine anno e cioè a dicembre. Il polacco ai Giochi Olimpici di Parigi era uscito dalla finale per colpa delle troppe penalità commesse, ben sei, ma con un tempo che gli avrebbe permesso di essere nei top five. L’australiano a Parigi non c’era, era andato male alle gare di selezione interne, ma non solo, anche alla qualifica olimpica di Lee Valley era finito nelle retrovie e a qualificare la barca per i Giochi ci aveva pensato Timothy Anderson che a quel mondiale arrivò quinto.
Finite le gare a cinque cerchi, per Polaczyk, c’è stato uno strascico di polemiche tra lui e tutta la sua federazione e sembrava quasi sul punto di dover smettere. Poi nasce la “cha-cha”, questo nuovo modello di canoa che è un incrocio tra una Caipi di Galasport e un boost di Vajda, gira meglio della prima, prendendo le caratteristiche della seconda per velocità e scorrevolezza, ma mantiene la conducibilità del Caipi che, a tutt’oggi, è sicuramente la barca più usata dai kayak. Proprio da questa sua nuova creatura riparte lo slancio per il polacco a ritornare ad allenarsi con la voglia di provarci ancora. Lucien Delfour, dopo l’esclusione dai Giochi, (a Tokyo era arrivato ottavo e a Rio diciassettesimo), si prende un periodo di pausa e forse anche lui è sul punto di smettere. Passa un periodo in Europa, quasi convinto di tornare nel vecchio Continente, visto che lui ha il doppio passaporto perché nato a Papeete e cioè nella Francia Polinesiana, ma la voglia di pagaiare ha il sopravvento e si ripresenta al via indossando un pettorale.
In coppa parte subito bene Delfour con un terzo posto a La Seu che conferma pure a Pau, mentre a Praga salta l’ultima porta in qualifica e commette vari errori lungo il percorso toccando due porte. Partenza più morbida per Polaczyk che in Spagna è il primo degli esclusi dalla finale, ma poi in Francia rimedia con un ottavo posto e nelle Repubblica Ceca è quarto per un tocco alla 17 e con il terzo tempo di manche.
Attualmente nella classifica provvisoria di Coppa Polaczyk è quarto con 117 punti e Delfour settimo con 102.
Restando nel kayak maschile c’è da registrare qualche défaillance come quella di Jiri Prskavec che, dopo la vittoria all’europeo, il suo settimo titolo individuale, sembra essersi concentrato più sulla canadese che sul kayak. Fatica ad essere competitivo anche Peter Kauzer, che il prossimo 8 settembre spegnerà le 42 candeline sulla torta: su tre gare conquista la finale solo a Praga dove è nono, molto lontano dalla zona podio. Sotto tono pure Martin Dougoud che, dopo aver sfiorato la medaglia olimpica a Parigi 2024, quarto a 57 centesimi dal bronzo, non è partito quest’anno con la marcia giusta. Ha curato la preparazione invernale in Australia, ma anche agli Oceania Champion di gennaio non aveva fatto grandi cose finendo 44esimo. Alla Pyrenees Cup a La Seu a marzo era secondo di nulla, 0.09, dietro a Trave e davanti a Ferrazzi. Poi agli europei è uscito in semifinale con il 14esimo tempo. In tutte e tre le tappe di Coppa è rimasto fuori dalla finale. Gli inglesi, privi di Joseph Clarke fermo per assistere alla nascita della secondogenita, si trovano con Ben Haylett in 14esima posizione, mentre delude molto Jonny Dickson che è solo 36esimo, anche se nella gara dimostrativa dello short slalom, organizzata a Praga il venerdì della Coppa, ha dato dimostrazione del suo valore vincendo la prova su Jan Barta e su un ritrovato Martin Halcin.
Delle altre categorie magari ne riparleremo nei prossimi post per il momento è tutto!
Occhio all'onda!
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