Dall'Australia qualche sorpresa e qualche ritorno ai vertici


Il weekend appena concluso direi che è stato molto interessante dal punto di vista sportivo: dall’Australia il tennis, con le finali degli Australian Open, e la canoa slalom con gli "Oceania Championships - Australian Open"; poi sull’isola della Reunion una gara internazionale di slalom, mentre a Rio gare di selezione per la squadra giallo-verde e la seconda edizione di   “Rio Open” , una  gara di canoa slalom e Kayak Cross valida come  ICF Ranking. 

Poi in Italia,  ad  Anterselva,  le prove generali pre-olimpiche con la coppa del mondo di biathlon. 


Nella terra “Down Under”  c’era una trepidante attesa per la finale di tennis da Melbourne con il grande Sinner che ci sta coinvolgendo sempre di più in quello che sembra ancora oggi un grande sogno. Di questo però ci racconteranno le immagini e personaggi come Ambesi o Puppo a cui certo non sfuggirà nulla di questo super match tra Zverev e Sinner. Sapete che il correttore automatico del mio MAC insiste a correggermi Sinner con Singer e mi rievoca le mie zie che di mestiere facevano le sarte e di macchine da cucire ne sapevano a tronchi! 


Iniziamo a parlare di canoa slalom guardando quanto è successo in quel di Penrith dove, fin dalle  prove di qualifica,  con la nuova formula a manche unica e poi semifinale a 30 e successivamente finali a 12, abbiamo avuto le prime sorprese! Fuori infatti dalla semifinale nel kayak il vice-campione olimpico  e  il bronzo di Parigi 2024, parliamo cioè di Titouan Castrych e di Pau Echaniz, ma  gli fanno buona  compagnia pure Martin Dougoud e Sam Leaver. Tutti questi quattro moschettieri sono incappati in un salto di porta e cioè  tre alla 10, nella combinazione sotto il primo ponte, mentre  lo spagnolo, al rientro dopo un infortunio alla spalla occorsogli proprio la sera della medaglia olimpica, ha saltato la porta 14. Le qualifiche sono state dominate da Joseph Clarke mettendo alle spalle il padrone di casa Timothy Anderson, 7^ ai recenti Giochi Olimpici,  di 2 secondi e 72 centesimi. Terzo il polivalente Miguel Trave che fa una qualifica regolare e finisce a 3,43. 

I percorsi sono stati disegnati da due giovani tecnici che sono l’italiano  Giacomo Barzon e il francese  Titouan Dupras. Il primo lo conosciamo molto bene poiché cresce canoisticamente a Verona seguendo le orme del papà Alessandro. Lo scorso mese di novembre  è partito per la Nuova Zelanda per cercare esperienze lavorative come tecnico di slalom, dopo aver conseguito brillantemente la magistrale lo scorso marzo in scienze motorie. Mentre il secondo è il fidanzato di Noemi Fox, che ha trasferito armi, bagagli e amore nella terra dei canguri. 

Tornando alle gare qualche sorpresa anche nel kayak femminile dove rimane fuori Ricarda Funk, anche lei con un 50 alla 10, nella gara vinta da… immaginate  chi! Ovviamente da Jessica Fox che è rientrata qui dopo aver passato alcune settimane a Melbourne a commentare le partite di tennis di cui sopra.

Nella canadese maschile nessuna sorpresa se non nel vedere in questa specialità gareggiare pure Anatole Delassus e Pau Echaniz, entrambi specialisti del kayak. Il  primo, vincitore della Coppa lo scorso anno, e il secondo, come già ricordato, bronzo a Parigi 2024. Entrambi passano per la semifinale. Tra le donne Jessica Fox, anche con due tocchi, riesce a stare davanti a Kimberly Woods e a vincere questa prova di qualifica. 


Cambiano alcune combinazioni tra la qualifica e la semifinale così viene abbassata la risalita 2 per complicare il passaggio sulla 3, quindi abbassata pure di due metri anche la 9 in discesa, tanto da obbligare praticamente tutti ad affrontare  poi la 10  in retro. Sfasate maggiormente la 13 e 14. La 17 diventa una discesa e la 20 una risalita, mentre la parte finale si conclude con una sponda per fare l’ultima  risalita che mancava. 


Tra i Kayak escono di scena per la finale i due spagnoli Trave, 50 alla 7 in risalita, e Llorente per un 50 alla 17. Fuori anche Anatole Delassus. Tutti gli altri nomi di prestigio sono in finale, compreso pure Joe Clarke che, secondo me, é stato graziato di una penalità che  dal video sembrava esserci oltre alle altre 2 commesse e assegnate.  La semifinale è  vinta da Benjamin Pope, l’atleta australiano che tra le sue migliori prestazioni ha un secondo posto agli Australian Open del 2023. Arriviamo alla finale e nei 12 troviamo:  4 australiani, 3 inglesi 2  francesi, 1 belga, 1 svizzero, 1 nuovozelandese. Tra tutti questi brilla Mathieu Biazizzo che il prossimo 11 luglio compirà 34 anni. Il francese, che ha passato molto tempo su queste acque down under per i suoi trascorsi amorosi con la regina delle paline appese al cielo, ha lasciato tutti di stucco con una discesa perfetta per velocità, dinamicità e, aggiungerei,  pure per eleganza. Unico neo, forse all’uscita dalla 20 in risalita dove ha lasciato poco meno di mezzo secondo, considerando che fino a quel punto viaggiava con un vantaggio di 3.01, per poi andare a vincere sul campione olimpico del kayak cross, Finn Butcher, di 2.55. Terzo il local Lucien Delfour a 2.75 con un tocco sull’ultima risalita. Quest’ultimo è rientrato da poco in Australia,  infatti  sembrava avesse deciso il ritiro, un po per la delusione di essere rimasto fuori dalla squadra per le Olimpiadi e un po’ complice l’amore in quel di Augsburg. Alla fine il franco-australiano, che lo scorso 22 dicembre ha compiuto 36 anni, è tornato nell’acquisita Patria e si è rimesso a pagaiare con ottimi risultati. 


Un piccolo appunto bisogna pur farlo anche a Richard Fox, recente chairman del boarding dello slalom ICF che nel weekend ha commentato le gare on line, che ha dato il tempo di Biazizzo come il miglior tempo di giornata. In realtà non è così perché nella semifinale di consolazione, o meglio definita semifinale B, Titouan Castryck ha messo in acqua un 91.89 strepitoso, volando sulle acque tanto care al Chairman dello slalom mondiale. A metà percorso aveva un vantaggio sul suo conterraneo di mezzo secondo (0.51) che poi è andato ad aumentare infliggendo ancora 1.17 nella seconda parte. 


Le donne sedute hanno avuto come sempre una unica protagonista e cioè, come dicevo, la regina dei pali appesi al cielo Jessica Fox, anche se ha dovuto impegnarsi parecchio e rischiando non poco alla main wave per entrare nella 13 in discesa. Una sprecona Klaudia Zwolinska, 4 penalità, e una troppo accorta Camille Prigent,  nulla hanno potuto contro la padrona di casa, che, da quanto visto, certo non si deve essere preparata troppo per queste gare a causa di tutti gli impegni che, al rientro dalla Olimpiadi, l’hanno tartassata. Un periodo molto intenso con cariche e responsabilità non indifferenti come rappresentante degli atleti nel CIO, senza considerare che ha intrapreso una carriera come giornalista commentatrice ed inoltre fa parte del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici di Brisbane 2032.


Spazio alle canadesi uomini e donne che hanno animato il pomeriggio del sabato sul canale Olimpico di Penrith. Nei 12 entrano praticamente tutti i più accreditati atleti e la semifinale è vinta da Tristan Carter agevolmente. La finale è di tutt’altra pasta con un Miguel Trave che forza la mano fin dalle prime pagaiate, ma tocca troppe porte per pensare di mettersi al collo una medaglia. Il suo tempo di finale è  veloce, ma sommando i 10 secondi di penalità finisce in nona posizione. Tristan Carter non riesce a ripetere la discesa fatta in semifinale, forse troppa agitazione proprio nella parte centrale del canale dove prima agguanta  la 17 per il rotto della cuffia, poi gira più volte su se stesso prima di cadere nella strettoia che porta alla risalita in centro canale. Chiude comunque in terza posizione dietro al russo Dmitrii Khramtsov, nella gara vinta da Adam Burgess. Quest’ultimo ha rischiato molto alla 14 e, grazie solo alla sua grande abilità, è riuscito a recuperarla con una pagaiata indietro all’ultimo istante, prendendo l’onda che lo ha riportato dentro la porta. Risolto al meglio questo passaggio,  incappa poi in una maldestra manovra alla 15 dove con il braccio alto, nel suo caso il destro, prende brutalmente il palo e lo proietta in orbita. Fortuna ha voluto che è riuscito a stare dentro allo specchio della stessa procurandosi solo 2 secondi di penalità. Ancora qualche brivido alla 17 che fa in retro e poi fila via liscio fino al traguardo dove inchioda i cronometri sui 102.25 che, con il tocco, arriva a 104.25 sufficiente per mettersi al collo l’oro di questa gara ICF Ranking. 


Non è giornata per Monica Doria che rimane fuori pure dalla finale in C1 dopo essere uscita in qualifica in K1 il giorno prima. Ma non è neppure giornata per Kimberly Woods che tocca l’ultima porta, la 23 in risalita e finisce quinta.  In realtà per tutto il percorso ha faticato più del dovuto e già a metà aveva un ritardo di oltre 2 secondi. Chi invece a metà gara poteva contare su un vantaggio abissale, 3.51 con una penalità alla 12, è Jessica Fox che in casa danza magicamente sulle onde come Virma Toppi vola sulle tavole della Scala di Milano, per la verità non solo in casa, visti i risultati, così come per l’étoile italiana su tutti i teatri nel mondo. Anche i fenomeni devono fare i conti con una evidente stanchezza fisica che si fa sentire quando  Jessica alla 17 non ha la brillantezza per fare la porta al volo. Da qui in poi inizia a perdere qualche colpo e finirà seconda a 25 centesimi da una viceversa effervescente Evy Leibfarth che non so spiegarmi come possa far registrare questi tempi. Le sue pagaiate sembrano il battito di ali di un colibrì, accompagnate da un movimento del corpo più vicino ad un cammello che ad un delfino. Quando si vince però certo non si può dire che non si é efficaci, quindi merito e gloria alla biondina a stelle e strisce che a Parigi ha sorpreso tutti con la conquista del bronzo in questa specialità. 


Per le classifiche complete cliccate qui. 


Chiudo qui di Rio Open vi aggiornerò sul prossimo post. 


Occhio all'onda! 


il podio del kayak maschile con una media di 33 anni 




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