Estanguet - Martikan due atleti per un'epoca di successi condivisa


Non è facile fissare un anno domini preciso di inizio per la quarta era della canadese monoposto maschile segnata decisamente dal grande dualismo tra Tony Estanguet e Michal Martikan.  Potremmo far partire il tutto dalla vittoria olimpica del secondo  ai Giochi Olimpici del centenario quando cioè Atlanta nel ’96 «rubò» i Giochi ad Atene, oppure dall’oro a cinque cerchi di Tony Estanguet nel 2000 a Sydney, ma probabilmente questa bella sfida negli anni tra i due  nasce a partire dal campionato del  mondo del 2003 ad Augsburg e terminerà nel  2012, anno di  ritiro del transalpino. In quest’epoca ci sono stati comunque dei comprimari di grande valore come Emmanuel Brugvin che nel ’99 vince il mondiale a La Seu e poi è spesso e volentieri nelle finali che contano, negli anni successivi e non possiamo non citare Robin Bell, campione del mondo nel 2005 e Juraj Mincik che secondo me per stile, eleganza e potenza ha vinto poco rispetto al suo enorme potenziale, ma nulla toglie alla sua grande personalità che comunque influenzò non poco  quest’epoca.  Piccola curiosità in Spagna, nei tre mondiali disputati ’99/’09/’19 nel C1 uomini hanno sempre vinto francesi per l’appunto con Brugvin, T.Estanguet e Joly. La Francia dal 1949 ad oggi in questa specialità ha vinto 7 titoli iridati e 3 a squadre.

Quindi dal 2003 al 2012  l’attenzione  si focalizzata però sul francese e sullo slovacco in una sorta di dualismo forsennato. Il primo  è  nato  il 6 maggio 1978 e il secondo il 18 maggio 1979 e per chi crede nei segni zodiacali i due personaggi sono due Tori! I taurini vivono ogni giorno lentamente e diligentemente lavorano per raggiungere il loro ultimo fine  visto che amano profondamente la vittoria! Beh effettivamente non conosco  nessuno più di loro che ambisca ad essere sempre il migliore!   Nasce quindi  una sorta di infinita sfida alla Bartali - Coppi, o alla Federer - Nadal.  L’incredibile alternarsi sul gradino più alto del podio, ci riporta a Jon e Davey (superfluo scrivere i cognomi spero!) e così Tony e Michal diventano i veri protagonisti per un intero decennio.

Molti aspetti ovviamente li accomunano a partire dalla cura dei particolari. Il transalpino inizia a collaborare con Galasport riprendono il lavoro che il fratello aveva iniziato con la « Pyrog » una barca nata assieme a Lukas Pollert e che è stata usata negli anni novanta da oltre il 60% dei C1.  Patrice Estanguet elabora anche la «Jungle» realizzata in due versioni la Maxi e la Midi, aprendo così una sorta di «size» per le canoe in relazione alle diverse caratteristiche antropometriche di ogni atleta.  Una sostanziale novità che influenzerà in senso positivo non poco tutto il mercato delle canoe da slalom. Tony subentra al fratello nel 2002 con una nuova canoa e per onorare il lavoro fatto dal fratello la chiamerà  «Shubak»  che è il nome del gatto di Patrice.  Il campione francese collabora in maniera assidua con Galasport provando sempre i vari prototipi che questa azienda elaborava, volava spesso su a Praga o a Tacen per testare le barche che poi sarebbero servite per un determinato evento. Fino ad arrivare alla sua ultima creazione e cioè parliamo del «What else» con cui vinse la sua terza medaglia d’oro olimpica a Londra nel 2012 prima di ritirarsi e dedicarsi alla politica sportiva.
Tony nel suo cammino sportivo porta avanti con assiduità anche la carriera universitaria a Toulouse laureandosi nel 1999 in sport  e nel 2002 ottiene anche il secondo livello, per poi accedere al Master in marketing dello Sport concludendolo nel 2007.  In canoa nel frattempo vince e vince molto;  a fine carriera il suo palmares individuale sarà:

-   3 ori olimpici 2000/’04/’12

- 15 vittorie in Coppa del Mondo 
-   2  Coppe del Mondo  2003 e 2004
-   3 ori ai Campionati del Mondo 2006/’09/’10
-   3 ori ai Campionati Europei 2000/’06/‘11
 

Da subito si capisce che Tony Estanguet appena appenderà la pagaia al chiodo diventerà un personaggio politico nel mondo sportivo francese, ma non solo. In realtà il transalpino avrebbe dovuto ritirarsi dopo i Giochi Olimpici di Benjin nel 2008 dove tra le altre cose è stato il portabandiera per la Francia, un onore incredibile ed unico e che forse gli ha creato troppe aspettative. Infatti qualcosa a quei Giochi andò storto e lui chiuse solo al 9^ posto e da qui la decisione di impegnarsi altri quattro anni per mettere fine ad una carriera agonistica che sembrava predestinata a finire solo con il terzo oro olimpico. L’impresa gli riesce alla perfezione con una manche di finale strepitosa a Londra nel 2012, dove mette dietro di sé per oltre un secondo Sideris Tasiadis e Michal Martikan. Tre  immagini mi sono chiare di quel capolavoro sportivo: la prima il modo con cui affronta la prima parte del percorso fino alla curva, non sbaglia praticamente nulla, spinge sulla pagaia con il chiaro obiettivo di non far perdere alla sua canoa il  contatto con l’acqua. Il secondo flash chiaro e nitido è il traghetto stratosferico dalla risalita 9 alla porta 10 che fa in retro: caccia in acqua il  debordè in entrata alla 9 e lo tiene fisso nell’elemento liquido trasmigrando da un lato all’altro del «continente canale» con una lucidità e freddezza unica. Una parte centrale maestosa, ma la firma d'autore arriva alla risalita 21 dove entra sempre in debordè e non lo molla più fino alla 22. Lui, un destro puro,  che fa la scelta di non spingersi sul muro, ma di credere in quel gesto così elegante, unico, sublime e potente che si chiama debordè sul quale proprio il francese ha costruito le sue più belle vittorie ed un’intera carriera agonistica che lo ha portato ad una gloria  sportiva forse unica se non paragonabile a quella dei fratelli Pavol e Peter Hochoschorner , ma di loro parleremo a tempo debito.

Tony Estanguet chiude con il terzo e tanto ambito oro al collo la  sua lunga e brillante carriera e da subito entra nella "fase 2" della sua vita.  Viene eletto rappresentante degli atleti al Comitato Olimpico Internazionale, spinto da tutto l’entourage sportivo francese,  diventandone più tardi il vice-presidente. Poi entra nell’ICF come terzo vice-presidente, ma in realtà questa ultima carica gli servirà solo per ambire a poltrone più prestigiose, perché per la canoa da politico certo non ha fatto molto, poche  le sue presenze a gare internazionali di prestigio se non in casa propria a Pau. Non ha mosso nulla per cercare di tenere il C2 nella rosa degli sport olimpici, facendosi da parte e accettando una decisione che certamente ha procurato dolore a più di qualche atleta e a tutto il movimento: non si può cancellare una specialità così prestigiosa come la barca multipla che da sempre rappresenta una nazione.
Oggi è il presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Tanto per capire l’importanza di questa carica diciamo che il presidente dei giochi olimpici di Roma nel 1960 fu  Giulio Andreotti!

Martikan invece collabora con Vajda da sempre … 


                                                     prosegue 

Commenti

  1. forse l'inizio di Martikan si può cercare ai mondiali di Nottingham '95 dove da ragazzino ( 2° anno ragazzi) si piazza 3° per poi arrivare primo nel 97 in Brasile.

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  2. certo il suo inizio è proprio al mondiale del '95, ma io sto parlando del dualismo tra Michal e Tony - questo è il vero laitmotive di quasi un decennio - secondo me ovviamente

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