Nuove generazioni in rosa per la canadese slalom
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Se noi prendiamo due atleti uomini come Cipressi e Lefevre che nascono kayak (entrambi campioni del mondo in questa specialità) ci accorgeremo che il cambio di pala in loro è una cosa necessaria proprio per la loro provenienza. Comunque ottimi pagaiatori in ginocchio, ma impuri rispetto ad un purista della canadese.
In buona sostanza ho visto queste giovani atlete tecnicamente molto ben preparate e predisposte a questa spettacolare disciplina che confermano quanto da tempo sto sostenendo su questa specialità al femminile: nell'arco di 4 o 5 anni questa nuova generazione sarà competitiva anche su tracciati impegnativi, proprio per il fatto che nascono sportivamente in C1. Considerando inoltre che la canadese è una specialità altamente tecnica e che le donne sotto questo aspetto hanno ottime qualità le premesse per una veloce crescita ci sono tutte.
Vivo questa esperienza personalmente con due mie atlete brasiliane, nate canoisticamente in maniera diversa. La prima, Ana Satila, se pur ancora giovanissima (classe 1996), ha però un background importante in k1, mentre la più giovane, Beatriz Da Mota (2000), nasce principalmente in C1. Sostanziale la loro differenza tecnica. La prima usa spesso e volentieri il cambio di pala, mentre la seconda usa un solo lato di pagaiata utilizzando il debordé* in maniera del tutto naturale e sicuro, chiaro marchio di qualità per un C1!
Occhio all'onda!
* tradurre in italiano la manovra "debordè" in "incrocio" per dare la giusta terminologia tecnica. Mi piace molto in spagnolo la traduzione in "crusada" che dà perfettamente l'idea di cosa stiamo parlando.
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