Ella


Ma lo sapevate che il cocco è come il maiale per noi? Nel senso che non si butta via nulla e tutto si recupera. L’ho imparato in Tailandia durante l’escursione al mercato sull’acqua paradiso per la mia 40D e per la Go-Pro di Zeno. Brave persone i tailandesi che solo a Bangkok e provincia sono più di 16 milioni. Vi dicevo del cocco: non si butta via nulla, con i filamenti della buccia si fanno i materassi, con i semi le creme per il sole, la polpa si mangia e il latte lo si beve, il resto si brucia per alimentare i vari processi di lavorazione. Non male quindi per l’agricoltura che è ricca ovviamente anche di tanta altra frutta squisita come papaia, ananas, banane, frutto della passione e altri piccoli frutti dai nomi e dalle forme inverosimili.
Bangkok è una città dal traffico impossibile, dagli scooter con 3 o 4 persone a bordo, dai templi buddisti in ogni dove, dai ristoranti di lusso al cibo in ogni angolo della città. Bangkok vale la pena visitarla una volta nella vita, tanto più se siete di passaggio per qualche altra meta ed obiettivo.
Ma niente mi emoziona come tornare a lavorare sul canale di Penrith tanto più con un atleta che… ho visto nascere (e non solo) e che ho la fortuna di seguire pagaiata dopo pagaiata. Le prime discese sull’acqua olimpica sono sempre molto emozionanti e stampano il sorriso in faccia. Poi la punta di razionalità che vive in noi ti fa pensare e meditare su quello che ti aspetta: un lungo cammino per vivere un sogno. Infinite ore a pagaiare tra un’onda e un ricciolo, tra una risalita e una serie di porte sfasate, tra corti recuperi e lunghe prove cronometrate, tra visualizzazioni di percorsi ideali e concreta realtà.
Qui ad allenarsi c’è metà del mondo e l’altra metà arriverà presto e da queste prime presenze si capisce che la voglia di far bene è nel cuore di tanti atleti pronti a faticare e a lottare ad ogni colpo in acqua.
Il primo vero benvenuto a Penrith però ci è stato dato da Ella che, a distanza di un anno, non ha avuto dubbi sulla nostra identità. Ci ha prima annusato, poi squadrato da testa ai piedi, poi le si sono illuminati gli occhi, ha preso fiato, ha iniziato a scodinzolare e alla fine ci è saltata in braccio slinguazzandoci ovunque. Non pensavamo ci riconoscesse subito e con tutta questa energia, anche se, per la verità, lo scorso anno, quando è arrivata in casa, era veramente piccola piccola e per più di tre mesi l’abbiamo accudita come si fa con un bambino appena nato. Siamo stati noi ad insegnarle a mettersi a sedere prima di mangiare, siamo stati noi a farle capire che in casa non si fa la pipì ma il luogo perfetto per lei è il giardino e siamo sempre stati noi a farle compagnia quando Mark era al lavoro in quel difficile momento della sua crescita. Oggi è una signora cagna di mezza altezza, robusta e scattante, ma, allo stesso tempo, molto meno vivace di un anno fa... Resta comunque sempre attratta dal nostro cibo che sembra adorare. Beh qualche cosa cucinerò anche per te carissima Ella. Magari dopo aver fatto il brodo ti lascio gli “ossi di brontosauro” che trovo solo da queste parti: e la commessa del supermarket mi sorride ogni volta che mi vede acquistarne uno, convinta più che mai che la cagnetta che ho a casa si faccia una gran festa, senza sapere però che prima lo userò io! Non dite niente neppure a Mark che l’alimenta solo a crocchette che acquista a sacchi da 50 chili e che non capisce dove Ella riesca a recuperare questi magici ossi... forse scavando nel terreno del vicino? Mah

Ok mi sono dilungato troppo e anche per oggi è tempo di andare a nanna, ci vediamo alla prossima

Occhio all'onda! Ettore

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