Nikē è tornata



Essere allenatore di un team è certamente interessante, non solo perché è il mio lavoro, ma anche per le opportunità che ti potrebbe far vivere. Nello stesso tempo però, quando gareggi o meglio quando i tuoi atleti stanno preparando le Olimpiadi e ne sei dentro fino al collo,  vivi in una sorta di isolamento spirituale, fisico e mentale.  Mi spiego meglio, capisco che attorno a noi si stanno svolgendo un’infintà di eventi,  ovunque trovi schermi che mandano immagini di gare e tornei, in hotel siamo a stretto contatto con gli atleti del canottaggio, ma è come se tutto questo non esistesse, come se appartenesse ad un mondo esterno, lontano anni luce.  Si è sempre concentrati su quello che bisogna fare, pensi dove sono gli atleti, di che cosa hanno bisogno, analizzi le gare, riguardi mille volte dei passaggi, prendi intertempi, ritorni a guardare allenamenti fatti per vedere le combinazioni di gara già provate. Tutto il resto non conta, eppure sarebbe pure bello seguire le evoluzioni di altri sport, ed essendo io un appassionato generico di gare, qui avrei la grande opportunità di soddisfare curiosità e conoscere più da vicino mondi che amo da sempre. Quindi non me ne vogliate se vi scrivo solo di canoa e affini, questo sarà fino al 5 agosto ultimo giorno di gare sul canale di Vaires-sur-Marne, poi spero che la mia mente ritorni ad avere una visione più aperta e meno selettiva! 

Dovrei spuntare tutti i post  che ho scritto in cui ho parlato di Jessica Fox , che non sono pochi, e magari, facendomi aiutare pure dall’intelligenza artificiale, trovare l’aggettivo che non ho mai usato per commentare una delle sue infinite vittorie. Ma, secondo me, lo scibile umano è troppo limitato e quindi dovrei coniare un nuova parola che abbia la capacità di contenere e spiegare l’impresa che oggi 31 luglio 2024 ha messo in atto, davanti ad un pubblico incredulo, ma nello stesso tempo entusiasta per essere stato presente ad un avvenimento che consacra questa atleta per il resto dei secoli.  Riduttivo pure insistere a chiamarla atleta,  sarebbe più giusto ricercare nella mitologia greca, ricca di dei e di eroi, per trovarle la giusta collocazione e nome.  Quindi a questo punto non ci rimane che credere nella reincarnazione della dea della Vittoria Nikē, figlia  del titano Pallante e della ninfa Oceanina Stige, grande amica di Atena… tutto coincide, fateci caso. Zeus stesso la nominò condottiera del suo carro divino e oggi, lasciato il suo incarico, è salita sulla barca alata e ha incantato il mondo intero. Cosa dire di più? Non c’è nulla da aggiungere a tanta divinità!

Apollo poi, dando ascolto a Ciparisso, ha elargito lacrime a tutte le altre concorrenti che nulla hanno potuto contro la Dea alata che conquista la sua sesta medaglia a cinque cerchi di cui 3 del metallo più prezioso. 

Ultima giornata di gare nel primo giorno di agosto con i Kayak maschili e di epica ancora si parlerà.  


Occhio all'onda !



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