Jak l'alieno è venuto a farci visita



Se un alieno, che segue le gare di canoa slalom,  venisse catapultato per caso  a Vaires-sur-Marne, si renderebbe subito conto di essere atterrato all’altro mondo! Lo capirebbe da molti dettagli che si discostano molto dalle abituali prove di Coppa del Mondo o Mondiali. La prima cosa che gli salterebbe all’occhio è il numero di persone in canoa  indirettamente proporzionale rispetto a quelle sulle rive. Il rapporto minimo è di uno in acqua, atleta,  a due, tre  sulla terra ferma, allenatore, medico, fisioterapista, addetto video. Poi sempre l’alieno, attraverso il suo lettore ottico, scoprirebbe vita, morte e miracoli, di ognuno di noi che ci spostiamo da una parte all’altra dell’impianto con al collo un QRCode  che ci identifica e che ci rende reperibili in ogni momento da chissà chi e da chissà dove. L’alieno, che assiste regolarmente alle gare di slalom, resterebbe basito nel vedere così tante canoe nuove e quasi immacolate, con colori mai visti prima, che riempiono il canale di energia e vivacità. Gli atleti, vestiti a festa con tanto di logo o bandiera della loro nazione, sul braccio, sul petto o sul caschetto, provano e riprovano gesti fatti e rifatti milioni di volte, ma che diventano sempre più intensi, più decisivi, più intimi. Sanno che il tempo passa, che il momento tanto atteso sta per arrivare. C’è chi guarda all’evento come sua ultima chance, c’è chi incredulo pensa di essere lui l’alieno; c’è chi, navigato da anni di gare a cinque cerchi , rimane indifferente e a testa bassa cavalca ogni onda con maestria ed eleganza. Poi ci sono flotte di persone con i gilet gialli fluo, il caschetto bianco in testa, scarpe a norma 626  e tute da lavoro, che si spostano di qua e di là del campo di gara, trascinando  cavi elettrici collegati a generatori da alimentare una intera città; poi ci sono gli ispettori vestiti uguali ai lavoratori, ma si distinguono perché hanno in mano fogli bianchi con progetti e numeri, discutono tra loro e  perplessi si guardano attorno. C’è chi annuisce e chi storce il naso, poi sempre in fila se ne vanno: prendono il loro posto gli operativi e cioè chi mette in pratica le idee. Un guazzabuglio che fra meno di 15 giorni si trasformerà in un giardino, se pur con regole rigidissime e con controlli che metteranno a dura prova la pazienza di molti.  

Jak, l’alieno,  mi ha chiesto pure se sono a conoscenza di chi parteciperà alle gare e così gli ho presentato la tavola riassuntiva per categorie. Gli ho pure detto che parlando con il mio amico e collega Guille Diez Canedo, quello appassionato di statistiche e grafici, è saltato fuori che la media di età dei partecipanti sarà poco superiore ai 28 anni. Medie così distribuite:


  • K1 uomini 28.1
  • K1 donne 29.8
  • C1 uomini 29.4
  • C1 donne 26.2
  • K1 uomini kayak cross 29.4
  • K1 donne kayak cross 28.2


I più esperti di anni ne hanno 41 e saranno: Maialen Chourrraut e Peter Kauzer. La più giovane è Shiting Li nata l'11 novembre del 2005 con i suoi 19 anni seguita a ruota da Suzana Pankova,  Titouan Castrych, Salim Jemai e da Evy Leibfarth. 

L’altra grande particolarità è che al via ci saranno tutti e 4 i campioni olimpici in carica che cercheranno di difendere quanto conquistato a Tokyo 2020(21). Jiri Prskavec, Jessica Fox, Benjamin Savsek e Ricarda Funk e, se la memoria non mi inganna, è la prima volta che succede. 

Tra gli 85 partenti c’è chi è un esordiente e chi invece è alla sua quinta olimpiade come Maiale Chourraut, la spagnola o meglio basca, che ha già al collo un oro, un argento e un bronzo e, proprio sull’ultima gara di Coppa, quest’anno, è tornata sul podio tanto per mettere in guardia le avversarie. Ben il 61% ha già partecipato ad almeno una edizione dei Giochi Olimpici, mentre abbiamo 32 new entry, eccole:


ANDERSON Timothy

BALDONI Alex

BARAT Andy

BETTERIDGE Lois

BOUZIDI Carole

BUTCHER Finn

CARTER Tristan

CASTRYCK Titouan

CORCORAN Michaela

ETXANIZ Pau

FOX Noemi

GALUSKOVA Antonie

GESTIN Nicolas

HEGGE Noah

HENDRICK Noel

HENGST Stefan

HOCEVAR Eva

HUANG Juan

HUG Angele

IVALDI Raffaello

LAZKANO Miren

LILIK 0 Elena

OCHOA Manuel

OTTEN Joris

PANKOVA Zuzana

PRIGENT Camille

REZANEJAD HASSANJANI Amir

SALIM Jemai

SATKOVA Gabriela

TANAKA Yuuki

TEUNISSEN Lena

TRAVE Miquel




Jak, l’alieno,  ricordate, è perplesso, si guarda attorno e poiché lo vedo un pochino basito gli chiedo che cosa sta succedendo e mi dice: “scusa, ma qui ci sono un sacco di francesi”. Ad essere basito questa volta sono io perché  mi sembra logico che la maggioranza delle persone presenti siano francesi visto che siamo in Francia. Jak mi fa notare che non si riferisce a chi sta lavorando per preparare l’evento, ma a chi sta in acqua e sulle rive a seguire gli atleti! In effetti a pensarci bene l’alieno ha ragione… tutti francesi sono gli allenatori dell’Australia, come transalpino è chi  allena Andy Barat che gareggia per lo stato dell’Africa del Nord dell’Unione delle Comore che sta nell’Oceano Indiano tra il Madagascar e il Mozambico. Poi ci penso e mi ricordo che il 26enne Andy Barat in sostanza è francese, da parte di madre,  e giovanissimo è venuto nel Vecchio Continente dove ha iniziato a pagaiare all’età di 13  anni al CKClisson ed é pure un soldato del Reggimento della Marina. Ma francese é pure Liam Jegou che gareggia in C1 per l’Irlanda, come Mathis Soudi  che gareggia per il Marocco, ma è nato in Francia ad Angers città degli Angioini che governarono per alcuni secoli il regno di Napoli prima dell’arrivo degli Aragonesi. Jemai Salim, 19enne, è figlio di madre italiana e padre tunisino, nato e cresciuto a Strasburgo dove ha appreso l’arte del muoversi sull’acqua con una canoa. Francese è pure Carole Bouzidi, che gareggia per l’Algeria, ma che in passato ha vestito la maglia con il galletto e che oggi è allenata da Daille, un altro francese. C'è anche Alex Baldoni che indossa la maglia con la "foglia d'acero", ma canoisticamene parlando è cresciuto a Pau.. sempre Francia è!  Transalpino del Club di Vallée de l'Ain è Maxime Bottex che allena la squadra olimpica cinese. Figlio della Grande Nation, come amava chiamarla Napoleone Bonaparte, è Thomas Rosset, segretario del Boarding Slaom ICF e sempre del Paese di Molière è il buon Jean Michel Prono Chairman assoluto dello Slalom mondiale.  

È tardi, Jak mi batte sulla spalla, si congeda e sparisce nel cielo da dove è venuto e nel salutarmi mi ricorda che mancano solo 15 giorni al grande evento e che presto si farà risentire!


Occhio all’onda! 















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