Tecnica di base il buongiorno di ogni allenamento


Ritorno a fare una riflessione sulla  tecnica di base che troppo spesso vedo trascurata da molti tecnici che  magari si  preoccupano  più a far crescere i loro allievi sotto il punto di vista fisico che quello tecnico. Troppa importanza si dà al   VO2max,  lattato  o test condizionali e si trascura  l’aspetto più importante del nostro sport e cioè l’acquaticità  e per l’appunto la tecnica dimenticandoci molto spesso che l’arte è difficile da codificare. Ci si dimentica anche che in età giovanile bisogna esaltare destrezza, equilibrio e velocità il resto arriva con il tempo nell'età dovuta.
Ai fondamentali come pagaiata, spinta dei piedi K1 o ginocchia C1, dissociazione busto/gambe, dufek, propulsione larga avanti e indietro non si offrono abbastanza attenzioni e non si dà l'opportunità di ripassarle ogni volta che si monta in barca. Gli esercizi di riscaldamento dovrebbero essere fatti anche in funzione di un riscaldamento tecnico basico ogni volta che si inizia l’allenamento.  L’acquaticità parte dall’acqua piatta: elemento indispensabile a volte troppo denigrato pensando che solo se abbiamo un canale possiamo crescere e migliorare. Mi impressiono sempre vedendo personaggi come Alexander Slafkovský  (giusto per citarne uno)  scaldarsi o defaticarsi prima e dopo l’allenamento e vedere l’abilità che personaggi com lui hanno partendo da esercizi come piantare la coda o pagaiare diritto. L’equilibrio che hanno in canoa e che hanno sviluppato parte proprio da qui e nel modo ludico con cui hanno affrontato sempre il tutto. Osservate Peter Kauzer pagaiare sia in acqua piatta che sul canale, il suo atteggiamento non cambia è sempre in sintonia con l'acqua che sia tanto veloce o che si tratti di un lago alpino.

Ecco! questo è l’aspetto che più viene trascurato da molti allenatori e cioè  il gioco che deve essere anche divertimento e magari il  piacere di prendere scie e controscie pagaiando sull’acqua piatta dando colore ed interesse ad allenamenti invernali, magari immersi nella nebbia con le punte delle mani che si gelano!  Purtroppo  però è molto più facile, ma meno produttivo, restare seduti sulla riva con un cronometro in mano contando le serie da fare e quelle che mancano che saltar in canoa e iniziare a pensare cosa possiamo proporre ai nostri giovani allievi perchè possano divertirsi e  imparare percependo l'energia dall'acqua.

occhio all’onda!

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