Un sabato di finali a Ivrea per la quarta tappa di Coppa del Mondo
foto di Damiano Benedetto |
La prima cosa che ho fatto questa mattina quando, come sempre, di buon ora mi sono alzato, è stata quella di guardare fuori dalla finestra della camera per osservare i cinque immensi pioppi che stanno giusto di fronte alla nostra casa. La preoccupazione era quella di ritrovarli danzanti e svolazzanti come li avevo lasciati ieri sera prima di addormentarmi. Per fortuna la visione di perfetta immobilità delle loro verdi foglie e il loro imperioso portamento di saggi osservatori del mondo mi hanno rassicurato e mi sono detto: sarà un’altra grande bella giornata da vivere intensamente sulle sponde della Dora, per noi, e in acqua per gli atleti.
Veniamo al percorso che ha subito importanti modifiche dalla fase di qualifica. Infatti c'erano in pratica da fare due retro, quasi obbligatorie, e cioè una alla porta 3 e un’altra al "Granbiraghi" e cioè alla porta 13. Interessanti sono state le due combinazioni 17/18 e 20/21 che hanno fatto la differenza tra atleta e atleta, mentre la combinazione che ha avuto più "review" è stata sicuramente quella della 8/9/10.
Anche le semifinali della mattina delle canadesi hanno riservato sorprese sia tra le donne che tra gli uomini.
Tra le donne fuori dalla lotta per le medaglie troviamo ad esempio Mallory Franklin: troppe penalità e una condotta di gara decisamente incerta. L’atleta britannica non sta attraversando un gran periodo dopo la perdita del caro amato papà. Noemi Fox ha pagaiato male forse anche per il fatto che a bordo campo non era presente mamma-coach Myriam, corsa probabilmente a La Seu d’Urgell ad allenare Jessica, arrivata ieri in Spagna per preparare al meglio la finale di Coppa che le potrebbe regalare ancora grandi soddisfazioni.
Fuori tutte le italiane per penalità pesanti…peccato, perché gareggiare in casa porta sempre qualche vantaggio, ma evidentemente per i piani alti la situazione è normale e a sbagliare sono solo gli atleti, in questo caso le atlete! Dovrebbero però rendersi conto che qualcosina non gira per il verso giusto e farsi delle domande sarebbe doveroso.
Anche tra gli uomini in ginocchio ci sono grandi esclusi come Lukas Rohan, Matej Benus, Marko Mirgorodsky e ancora Jiri Prskavec, Vaclav Chaloupka, e pure il neo campione del mondo under 23 Manuel Tripano.
Brevissima pausa e si riparte di slancio con le finali delle canadesi. Al femminile c’è una sola protagonista e risponde al nome di Gabriela Satkova che vince con distacchi "foxiani" su Kimberly Woods, e su una ritrovata Viktoria Us. Gli oltre 5 secondi di margine della ceca sulla britannica la dicono lunga sulla finale messa in acqua. Gabriela 22 anni, la più giovane delle due sorelle (anche Martina, che di anni ne ha 26, era in finale oggi) è fluida e precisa tra la 8/9/10 mantenendo sempre il destro in acqua, quindi il cambio di pala a sinistra per fare la risalita 11 e poi la combinazione successiva giù dal grande scivolo. Il proseguo della discesa è pulito e veloce, quello che serve per vincere. Non spreca nulla ed è centralissima sul resto delle porte. Questa atleta ha partecipato a solo due gare di Coppa e cioè a Praga e a Ivrea vincendole entrambe. Poi è andata ai mondiali di categoria a Litpovsky e vince di sei secondi su Marta Bertoncelli. Ai Giochi di Parigi 2024 aveva vinto qualifiche e semifinali è crollata poi solo in finale. Quindi direi che per quest’anno la giovane ciunista, che poi pagaia pure in kayak, dove oggi è arrivata quarta in finale, ha fatto il suo e si presenta sicuramente a La Seu per il gran finale con il vento in poppa.
La finale maschile ci ha regalato qualche soddisfazione con Raffaello Ivaldi che è salito sul podio per mettersi al collo un bronzo importante. La sua è stata una finale onesta, peccato solo per un tocco banalissimo e impercettibile alla porta numero 3 con il braccio uscendo dalla stessa, che gli ha privato la gioia della vittoria. Attualmente Raffy, come tutti lo chiamiamo, è 7^ in classifica provvisoria di Coppa, ma purtroppo per una assurda decisione, non parteciperà all’ultima gara a La Seu, dove l’anno scorso aveva trionfato. È anacronistico poi vedere il presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak correre da lui a fargli i complimenti dopo aver preso una decisione che gli tarpa le ali, proprio quando invece avrebbe bisogno di aver la possibilità di riscattare la grande delusione olimpica prendendo il via alla finale in Spagna. Nelle tre gare di Coppa, a cui ha partecipato, ha preso tre finali e una medaglia, direi che non ha senso lasciarlo a casa per motivi che escono dallo spirito sportivo.
Vince lo sloveno Benjamin Savsek e secondo è il francese Yohann Senechault. Complimenti vanno anche all’esordiente in Coppa Elio Maiutto che finisce quarto, anche lui con una penalità. Il friulano, trapiantato da alcuni anni nel Canavese, ha sfruttato al massimo l’opportunità che gli è stata offerta dopo il secondo posto ai Campionati Italiani di due settimane fa a Valstagna.
Una curiosità su questa finale: nel C1 uomini tutti i finalisti hanno fatto penalità. Era dal 2017, finale di Praga, che non succedeva! Questo testimonia la difficoltà del tracciato di questa quarta prova di Coppa del Mondo.
Il tempo per un panino e si ritorna in acqua con le semifinali e finali del kayak femminile e maschile. Dalla semifinale donne esce a sorpresa il bronzo di Parigi e cioè l’inglese Kimberly Woods, che prima bisticcia con la risalita 11 e poi sul finire è costretta a rimediare ad un errore dall’uscita della 23: il buco di destra la risucchia e quasi le fa saltare la 24, quindi è costretta a correggere con una retro che le fa perdere parecchio tempo. Ajda Novak, che aveva vinto agevolmente le qualifiche, si perde tra le rapide del canale eporediese e abbandona sogni di gloria. Una parola però bisogna spenderla anche per Agata Spagnol, seconda in qualifica, che sta migliorando molto sia sotto il profilo tecnico che atletico e che, se continua così, certamente potrà far bene in vista del futuro.
La semifinale uomini mette in evidenza la difficoltà di giudicare alcuni passaggi veramente al limite. La combinazione 8/9/10, dove è posizionata la giudice italiana Enrica Berlingeri, è quella che fa più discutere. Infatti a Peter Kauzer viene dato un 50 alla 9, 50 che, dopo il ricorso del suo caposquadra, dopo molto tempo e probabilmente anche dopo tante analisi, alla fine viene tolto. Rimangono fuori dalla finale personaggi del calibro di Vit Prindis, il ceco non è stato brillante nelle due sponde del percorso. Fuori anche il tedesco Hegge e dei due giovani italiani Ferrazzi e Pistoni.
La finale donne ci lascia con il fiato sospeso fino all’ultima partenza e cioè quando al via c’è Stefany Horn che aveva vinto la semifinale. La italo-tedesca è brava nella parte alta, mantenendo contenuto il distacco da Riccarda Funk che era partita senza freni e pagaiando come una forsennata incappando però in una penalità con la pala alta destra in uscita dalla retro 13. Nella seconda parte Horn recupera facendo bene, prima la retro 13, e poi è veloce nelle due sponde successive. Chiude con un vantaggio sulla tedesca di 66 centesimi. Terza la slovena Eva Tercelj anche lei con un tocco di troppo alla 21.
Nel Kayak maschile c’è grande attesa per la finale del campione olimpico Giovanni De Gennaro che in semifinale era secondo a 1.15 da Kauzer. Il primo a partire è stato Mateusz Polaczyk, visto che aveva preso l’ultimo posto a disposizione per la finale. Il suo tempo di 87.34 non sembra un granché, ma discesa dopo discesa, lo consolida sempre al primo posto. Tanti cercano di far meglio, ma, chi prima e chi dopo, collezionano salti di porta o penalità. È così per Jiri Prskavec a cui viene dato un 50 alla porta tre dopo diverso tempo, lo è per Krejci che stupidamente si sposta la porta 15 con la pagaia e ci passa fuori, un altro 50 a Ziga Lin Hocevar, che era tornato in acqua a meno di un’ora dalla finale del C1, alla porta 9. Giovanni De Gennaro il 50 lo prende alla porta 10. Parlando poi con il bresciano della sua gara, mi diceva che non si era reso conto che stava andando troppo veloce e che controllare la barca a quella velocità diventava veramente difficile. Anatole Delassus arriva vicino al polacco, ma per 48 centesimi gli rimane dietro. Finisce la gara e a salire sul gradino più alto del podio è proprio lui l’esperto polacco che qui si è preso presto la rivincita da una olimpiade che per lui era finita malamente.
A cose fatte la decisione di rimandare a oggi tutte le gare di semifinale e finale, previste per venerdì è stata saggia. Pubblico festante, presente e numeroso. Gli stand gastronomici hanno lavorato molto ed è stato apprezzato molto il museo sulla canoa organizzato dall’Ivrea Canoa Club e coordinato da Lorenzo Biasioli.
Domenica si chiude con il Kayak Cross e poi via tutti a La Seu d'Urgell per il gran finale.
Occhio all'onda !
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noi! |
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