Lettera aperta ai candidati presidenti della FICK e ai candidati in Consiglio Federale
I consigli non richiesti non sono mai graditi, ma, indipendentemente da ciò, mi sento di dare qualche suggerimento a tutti i candidati alla presidenza della Federazione Italiana Canoa Kayak per il semplice motivo che amo questo sport e che forse, dopo tanti, tantissimi anni in questo mondo, mi sento quasi in dovere di esprimere il mio pensiero!
Cari candidati,
nel redigere i vostri programmi per il futuro della canoa, partite dalla realtà del nostro sport in Italia, non fate voli pindarici e non nascondetevi dietro a grafici e statistiche costruite solo per impressionare chi vi starà ad ascoltare. Tutti noi sappiamo che questi dati possono essere letti a proprio piacere e gradimento e lasciano il tempo di una slide. C’è la realtà di alto livello e c’è la realtà delle Società, senza la seconda si esauriscono le risorse per la prima e si arriva al dunque anzitempo. Se si producono autovetture o qualsivoglia prodotto c’è bisogno di operai e di una parte inferiore di amministrativi e non l’opposto! Se vogliamo produrre risultati sportivi, sociali e di medaglie ci vogliono persone che amano ciò che fanno, ma devono essere retribuite e devono vedere davanti a sé un futuro. Dobbiamo avere persone che ogni giorno sono concentrate a preparare e a seguire la crescita di un giovane. La loro principale preoccupazione e la loro disponibilità deve essere rivolta quotidianamente al tempo che passeranno con i loro allievi, senza il timore di dover trovare risorse per mantenersi. I professori nelle scuole hanno 18 ore frontali, ma le ore per preparare questo tempo con gli alunni sono molto di più. Seguire gli atleti in acqua è la parte più facile della vita di un tecnico, che deve però quotidianamente organizzare l’allenamento sempre con proposte appropriate, nuove e personalizzate, si deve in poche parole mantenere sempre aggiornato ed informato.
Non possiamo affidarci solo al volontariato, ovviamente necessario, dobbiamo creare delle professioni che hanno un nome: allenatore! Non mi dilungo a sottolineare che lavoro possa essere quello dell’allenatore, tutti voi lo sapete bene e sapete quale ruolo riveste nello sport, ma soprattutto nei giovani e negli atleti pure evoluti. Non dimenticatelo mai nei vostri futuri 4 anni di presidenza, mettetelo sempre al centro delle vostre priorità, ricordandovi che sono gli operai a concretizzare le vostre idee e non viceversa! L’allenatore ha la possibilità di influenzare in maniera importante il cammino nella vita di una giovane persona.
Le Società possono mettere le infrastrutture, il volontariato saltuario, organizzare attività, ma, per fare un salto di qualità, gli allenatori delle Società devono essere dei professionisti a tempo pieno e devono vedere davanti a loro la possibilità di arricchimento di esperienze, prendendo per mano i giovani per seguirli nella crescita e negli anni. Una parte importane delle risorse economiche federali devono essere direzionate direttamene agli allenatori di Società, perché solo in questo modo si potrà creare, da parte delle Federazione, un vero e propio lavoro condiviso. Fino a quando si continuerà a dire che le Società sono al centro della Federazione e poi non si impegnano finanziamenti diretti a chi deve far crescere i giovani, sarà sempre e solo demagogia che non porterà a nulla. È questo il motivo per cui, mio malgrado e con immenso dispiacere, ho lasciato l’Italia.
Dove c’è il contadino che taglia l’erba, coltiva e nutre le piante i frutti si vedono, dove ci sono grandi progetti e non c’è nessuno che innaffia quotidianamente il campo, il deserto la farà da padrone.
Un progetto ha bisogno di quattro cose: scopo, tempo, risorse e verifiche. Il primo è ovvio: aumentare il numero di giovani che conoscano e poi pratichino la canoa; il tempo è fondamentale: iniziare oggi per avere risultati fra quattro, otto, dieci anni; le risorse devono essere orientate sugli allenatori per la loro formazione e per il loro sostentamento; le verifiche sono necessarie per valutare e motivare il cammino intrapreso ed eventualmente fare le giuste correzioni in corso d’opera se necessari.
Non mi dilungo oltre credo di aver espresso il mio pensiero e auguro a tutti i candidati buona fortuna per l’imminente appuntamento.
Occhio all'onda ~
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