Lo slalom chiude la Coppa del Mondo 2024


Ignasi Cervera è il Luca Rizzardi catalano, cioè la voce da sempre di questa gara a La Seu d’Urgell, che oggi, commentando la discesa in semifinale in C1 di Jessica Fox,  ha detto: "lo slalom non è una scienza esatta". Non ci sono più sante parole di questa affermazione perché altrimenti non si spiegherebbero le debacle di tanti campioni rimasti fuori dalla finale e senza possibilità di replica. Tra le donne rimangono in gara per giocarsi il Trofeo solo Jessica Fox e le due sorelle Satkova. Tra gli uomini invece escono i due grandi nomi sloveni e cioè Bozic e Savsek, poi Mirgorodsky e pure Burgess che un pensierino ce lo poteva fare. Non c’è proprio Ivaldi che è settimo in classifica con solo tre gare, ma è stato lasciato a casa e non si capisce per quale motivo. Quindi la lotta si restringe tra Benus e il giovanissimo Hocevar. 

Iniziano le donne, quando una leggera pioggerellina inizia a scendere dal cielo qui a  La Seu. La prima a partire  è la ucraina Viktoria Us, che dopo tanta sofferenza, era stata operata alla schiena alla vigilia delle Olimpiadi, riesce a ritrovare il sorriso con questa finale. La sua gara è onesta e chiude con un 110.23 al quale però bisognerà aggiungere i due tocchi. Finirà sesta nella classifica finale. Marjorie Delassus non è in particolare trans- agonistica, è confusa e poco precisa, tocca a dismisura e per lei ci sarà un 7^ posto finale. A smuovere le acque a questo punto ci pensa Kimberly Woods, che, dopo la pausa presa  dal C1 per concentrarsi solo in K1 per i Giochi, rientra alla grande e qui la britannica è precisa in ogni parte del tracciato il suo 106.38 lo testimonia. Ci sono in gare due ceche prima di veder scendere Jessica Fox. Le atlete della Repubblica Ceca, nazione che ha piazzato 3 finaliste, commettono diversi errori, specialmente la giovane Tereza Knebelova che ormai si è convertita in pianta stabile allo slalom, lei che ha grandi trascorsi nella discesa e un papà che ha fatto la storia di questa disciplina. Anche Martina Satkova spreca molto in considerazione che comunque è in gioco per la over all di Coppa. Tocca di un soffio la 24, ma rischia di fare 50 alla 25 ed è costretta a metterci tutta la sua forza per non perdere la corrente che la riporta sull’ultima porta. Chiude in ottava posizione, risultato questo che alla fine le risulterà utile per salire sul podio complessivo di Coppa. Ma è tempo di seguire chi la storia la sta scrivendo oggi e cioè Jessica Fox alla caccia della sua 7^ Coppa del Mondo nel C1 donne, se così fosse significherebbe che lei su 13 ne porta a casa il 53% dal 2010 ad oggi! Se in semifinale abbiamo visto una Jessica attenta e forse troppo indecisa su alcune combinazioni, in finale il fenomeno, che arriva dalla terra dei canguri per antonomasia, si trasforma e ogni pagaiata è un affondo senza via di scampo, una lancia che colpisce e passa oltre, perché sa che comunque, per arricchire la sua già ricca collezione di Coppe del Mondo, non può lasciare nulla al caso. Poi c’è quella sana rabbia che si porta dentro da ieri dopo aver buttato all’aria la classifica generale di Coppa in  K1,  che,  probabilmente, pensava di poter controllare senza problemi, tanto da rinunciare alla tappa in Italia, per concentrarsi solo sull’ultima gara di stagione. Non ci sono sbavature nella sua discesa e il 105.30 in semifinale di Nuria Vilarrubla, che sembrava un tempo irraggiungibile, è polverizzato dalla figlia della Volpe che ferma i cronometri a 104.30… le torna il sorriso perché sa che difficilmente tra le restanti atlete al via c’è chi potrà fare meglio. La sua espressione, come sempre, all’arrivo è di grande sorpresa, come se fosse la prima volta che si trova a guidare la classifica. Lei però è così e noi ormai ci abbiamo fatto il callo e  vederla incredula fa parte del personaggio! 

La gara prosegue con la discesa della Franklin che salta la 23, poi c’è l’andorrana Doria che tocca la 21 o meglio la sfiora uscendo, peccato perché quel 105.99 con zero conquistava il bronzo. In partenza c’è Gabriela Satkova, lei l’unica che sembra concretamente in grado di contrastare il predomino di Jessica Fox tanto che finirà la gara a 11 centesimi dall’australiana. Chiude la padrona di casa Nuria Vilarrubla protagonista in semifinale, ma che in finale cede alla pressione: arriva fuori tempo alla 3 e la tocca, troppa velocità in partenza, poi riprende brillantezza e fa bene la combinazione 14/15/16. Sotto l’ultimo salto però sembra non averne più, perde l’equilibrio nel momento in cui passa a pagaiare da sinistra a destra. La canoa si impianta e lei fatica a ripartire. Chiude in quinta posizione con un ritardo di 6.20 più i due secondi di penalità. 

Classifica finale C1 donne Fox, Satkova e Woods.

Classifica finale di Coppa del Mondo: Fox, e udite udite seconde e terze le due sorelle rispettivamente Martina e Gabriela.

É tempo della finale dei C1 e il primo a partire è il britannico Westley per la precisione Ryan Westley che sembra in gran giornata. Affronta le prime porte con apparente tranquillità, ma con una azione forte e potente. Impressiona il debordè messo in acqua alla 7 che sembra piantato sul suolo e non in acqua. Arriva alla 21 e ci gira attorno senza toccarla, finisce con un 94.16 che ci fa capire come sarà la finale in questa categoria. 

Dietro a lui il bravo giovane pagaiatore di Verona che è alla sua prima finale in Coppa del Mondo e alla sua seconda partecipazione a questa rassegna. La prima risale allo scorso anno in quel di Augsburg dove arrivò 28esimo. Martino, che è il più giovane dei tre fratelli Barzon, tutti canoisti, come il papà Alessandro vice-campione del mondo universitario nella discesa sprint,  affronta la finale in modo molto intelligente, controllando le emozioni e cercando di esprimere in ogni pagaiata il massimo della resa. In tutta la discesa c’è un solo tentennamento che è all’entrata della risalita 11 affrontata in debordè e che, per mala sorte, tocca. Si riprende subito e il proseguo è più che positivo, finirà sesto, non male per questa sua performance che arriva a fine stagione. Dopo l’italiano parte Jiri Prskavec, il vincitore della gara di ieri in K1, e la sua discesa mette ancora una volta in luce le sue grandi qualità che sono destrezza e velocità. È un gatto alla 4, millimetrico tra la 11 e la 12, che brutta combinazione questa e fosse stata messa al contrario sarebbe stata perfetta, poi al ponte rimedia con un gioco di pagaia fantastico, fatica però ad entrare alla 16 in risalita. Il resto lo fa con l’abilità che conosciamo, fluttuando leggero sulle acque del canale alimentato dal fiume Segre. Chiude con una penalità alla 23 quando cioè prepara la porta successiva in retro e la punta va a  toccare il palino di destra.  Arriverà alla fine quinto. Ci sono ora il francese Debliquy e Michal Martikan. Il  primo, già campione del mondo Under 23 nel 2022 e nello stesso anno conquistò pure l’europeo di categoria, fa parte di questa nuova generazioni di transalpini che pagaiano in ginocchio e che sembrano uscire in serie da una fabbrica di raffinati tornitori di fenomeni. Il francese però nella sua discesa tocca due risalite, 11 e 21, e finisce nelle retrovie e cioè ottavo. È tempo di tornare a parlare di colui che ha dominato questa specialità per molti anni e che a 45 anni sembrava destinato a fare solo presenza. In realtà oggi il due volte campione olimpico Michal Martikan , che al collo pure indossa 11 titoli iridati, ha dato una lezione di tecnica al mondo intero. Lui che dal 2017 non saliva su un podio di Coppa quando cioè a Markkleeberg vinse su Tasiadis e Burgess, oggi si è preso una bella soddisfazione arrivando terzo con una gara che sarà da ricordare per la sciabolata vincente che ha sferzato tra la 23/24 e 25. Lui e solo lui tra tutti i concorrenti maschi, donne, seduti o in ginocchio ha osato tanto e cioè fare tutte queste porte in discesa!  increduli lo abbiamo ammirato e dopo tanta arte ci siamo alzati in piedi e battuto a lungo le mani: onore e gloria nei secoli per Michal Martikan. 

Al via c’è il  francese Bernardet che nella sua discesa è preciso, ma non velocissimo. Poi all’entrata dell’ultima risalita di sinistra  tocca entrando e finirà con un 98.14 al quale si sommano i due secondi di penalità. Alle spalle del transalpino è pronta a partire la sorpresa della giornata e cioè Alex Baldoni, alla sua primissima finale in Coppa oserei dire pure che si tratta della sua prima semifinale in assoluto. Il canadese, che per la verità è cresciuto e vive a Pau in Francia, è stato straordinario a qualificarsi, poi nella lotta per le medaglie si perde e finisce 10^. A lui però il merito di averci creduto e di aver comunque lottato fino all’ultima pagaiata. 

Siamo arrivati al dunque quando al via si presenta Matej Benus in lizza per vincere la sua quarta Coppa del Mondo. Lo slovacco, bronzo a Parigi 2024, ha solo un obiettivo: restare davanti a Zima Hocevar. Parte accorto e solo dopo la risalita 6 sembra iniziare a spingere anche se tocca malamente la 8 con la punta entrando. Da lì in poi Benus pagaia senza risparmio, con la consapevolezza che deve spingere. Arriva e ferma i cronometri su 95.34 ai quali vanno sommati due secondi della penalità. 

Fra poco si conoscerà come andrà a finire questa Coppa del Mondo dopo tanta attesa, perché è tempo di vedere all’opera il giovane Zima Hocevar, l’unico sloveno rimasto in gara e con chance di vincere l’ambito Trofeo. L’ironia della sorte vuole che anche il giovane figlio d’arte tocchi la porta 8 come ha fatto il suo diretto rivale Benus. Hocevar, che pagaia cambiato lato, sembra controllare troppo il suo scafo, anche se comunque cerca sempre il massimo della scorrevolezza. Sul traguardo sarà in ritardo rispetto allo slovacco di 1.22:  un distacco che significa lasciare nelle mani di Benus la Coppa del Mondo 2024. 

La gara finisce con la discesa di Miguel Trave che vince agevolmente con un tempo stratosferico se pur con un tocco alla 4. Bravo lo spagnolo che su questo canale è praticamente nato e cresciuto, peccato solo che la sua vittoria arrivi quando tutti stanno già complimentandosi con Matej Benus e il suo allenatore Matus Hujsa e in un certo senso è passata in secondo piano. 

Riassumendo quindi la Coppa del Mondo 2024 nel C1 uomini è vinta da Matej Benus, secondo Zima Hocevar e terzo Ryan Westley.

Premiazioni sotto la pioggia e poi tutti alla riunione ICF, ma di questa vi racconto domani, anche perché di cose da condividere ce ne  sono molte 


Occhio all’onda !




Commenti

  1. Ettore dove possiamo trovare video di tal prodezza di Marikan?

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    1. POSSO POSTARLO QUI SUL MIO BLOG - Ettore
      PS - ricordatevi di firma i vostri commenti che sono sempre molto ben accetti - grazie

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