Percorsi fissi e rampe di partenza per Extreme Slalom




Nel post  di qualche giorno addietro:  "Livellare il vantaggio di giocare in casa con un facile accorgimento" avevo proposto alcune idee per dare una smossa al mondo dello slalom che, a mio modo di vedere, è stantio. Dicevo che non sarebbe male provare a mettere il percorso di gara, in Coppa del Mondo ad esempio, già dal lunedì e permettere a tutti di allenarsi in maniera uguale per poi disputare le prove su quel tracciato. Sanio Schillaci, che da poco è rientrato nel mondo dello slalom diciamo come osservatore speciale, aveva espresso i seguenti dubbi : « ma non c'è il rischio che possa favorire atleti capaci di perfezionarsi su un percorso fisso ma meno capaci di risolvere un percorso ex-novo? » e aggiunge « Nelle gare di slalom si premia da sempre la capacità di risolvere situazioni nuove avendole esaminate solo fuori dall'acqua, capacità esaltata dalle ultime formule con cambiamenti tra qualifiche, semifinali e finali, se premiassimo i sistematici con qualifiche super testabili non rischieremmo di precludere il resto della gara ad atleti che poi sarebbero maggiormente in grado di affrontare le nuove configurazioni? » Giuste osservazioni con una sola precisazione sul fatto che il percorso viene cambiato solo tra la qualifica e la semifinale. Ma veniamo alla proposta fatta, partendo da una analisi più approfondita che evidenzia  tre  importanti aspetti. Il primo è  economico, il  secondo tecnico e il  terzo lo show!

Perchè economico è presto detto, infatti le nazioni che hanno più disponibilità sotto questo aspetto hanno la possibilità di far allenare per più tempo i loro atleti su quel determinato percorso.  Si va sui tracciati di gara più e più volte per cercare di provare ed allenare più combinazioni possibili in maniera tale che una volta in gara non si incorra nella probabilità di non aver provato qualche fondamentale combinazione. Questo comporta un dispendio di tempo immenso per non parlare delle spese che si devono sostenere per essere in grado di rendere al meglio.
Sotto l’aspetto tecnico è innegabile il vantaggio che hanno gli atleti di casa per l’ovvio motivo che non  è neppure il caso di descrivere. Veniamo all’aspetto show: vi immaginate cosa sarebbero in gradi di fare e di offrire gli atleti dopo 5 giorni di allenamenti su un tracciato specifico? Ci sarebbe una velocità maggiore e scelte di linee spettacolari, tutti devono  spingere al massimo proprio perchè conoscono il tracciato molto bene. Oggi le vere e sole gare interessanti sono quelle di finale, qui si concentra l’attenzione  di tutti, così facendo diventerebbero entusiasmanti partendo dalle qualifiche.
Svilirebbe l’aspetto della capacità di adattarsi velocemente degli atleti come ci dice Schillaci? Secondo me no anzi la tecnica ne trarrebbe vantaggio proprio per il fatto che osando di più diventerebbe inevitabile evolversi aprendo porte infinite.

Veniamo ad un altro punto che sta attirando l’attenzione e riguarda l’Extreme Slalom. Nelle varie località dove si organizzano le gare più importanti i comitati organizzatori stanno offrendo delle soluzioni per le rampe di partenza. Già l’anno scorso a La Seu d’Urgell si è sperimentato una rampa oscillante che fa partire tutti gli atleti nello stesso tempo. Qui ad Augsburg si sta facendo altrettanto con piattaforma basculante attivata da un motore e che rilascia l’atleta per il salto. Queste sono tutte soluzioni interessanti che sicuramente hanno impegnato studi e comportato pure spese importanti, ma c’è, secondo me, un aspetto negativo. Infatti per la partenza dalla rampa bisogna avere, studiare ed allenare, tecnica e prontezza di riflessi. Se invece gli atleti li facciamo partire attraverso un sistema meccanico andiamo a togliere tutti questi elementi e cioè per essere chiari, reattività e tecnica di salto. Non mi risulta che in nessun altro sport paragonabile all’Extreme Slalom con partenze in linea ci siano sistemi elettronici che proiettino gli atleti fuori dai blocchi. E’ come se nella BMX mettessero tutti partecipanti su una pedana per poi sollevarli e farli partire inclinati tutti nello stesso tempo. Oppure se gli sprinter dei 100 metri ricevessero una spinta dal blocco di partenza per partire. A tutto questo aggiungiamo i costi che possiamo immaginare veramente importanti per la realizzazione di una piattaforma motorizzato e inclinabile!!! Semplificare è la regola numero uno per rendere accessibile e popolare uno sport, tanto più uno sport come il nostro che ormai ha rinnegato e dimenticato  i tracciati naturali, dove la canoa è nata e dove, sempre secondo me, qualche volta dovrebbe pure ritornare.

Occhio all’onda!

Commenti

  1. Solo un appunto: mi chiamo SCHILLACI, con una sola C.
    Visto che ci sono, aggiungo che nel bel video della risalita nel ricciolo ad un certo punto compare il nome "Chiara Sabatini", ma è sbagliato anche quello.

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    1. Ay ay troppe doppie - mi scuso con gli interessati!

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