Atleti abbandonati

 

La copertina di questo mese  del magazine della Federazione Slovena di Canoa.

Credo che sia rimasta  solo la federazione slovena della canoa a stampare ancora una rivista di questo genere. Si chiama "Kajak & Kanu" e credo che sia una sorta di mensile. Tante belle foto dei protagonisti nazionali con la pagaia in tutte le discipline;  30 pagine a colori,  11 inserzioni pubblicitarie , articoli di corredo, che credo siano pure interessanti, e di cronaca degli eventi passati e che verranno. Non mi è dato a sapere il significato, perché lo sloveno è   una lingua distante anni luce dal mio mondo, proprio come lo sono gli organizzatori di questo evento. Sono veramente indignato che non si pensi quasi mai agli atleti:  per loro neppure un bicchiere d’acqua all’arrivo o un minimo di ristoro nell’area tende, dove, tra l’altro,  si muore dal caldo. Certo che la scusa  che non si possa distribuire nulla è falsa e tendenziosa vedendo la birra a fiumi che scorre nella sala Vip! Andate in qualsiasi corsa podista della domenica in qualsiasi periferia di qualsiasi anonima città e i partecipanti sono trattati con tutti i canoni di un ospite, tanto più che senza di loro le manifestazioni non si fanno. Cosa costa organizzare una tenda dove gli atleti possono recuperare guardando la gara su dei monitor  e dove possono trovare un minimo di bevande e cibo? Ci si preoccupa solo di apparenza, lasciando la sostanza al nulla!


La categoria più combattuta in assoluto in questo momento per entrare direttamente in semifinale con la prima manche,  a mio modo di vedere, è la canadese maschile. Ci si rende conto di questo constatando di quanti big devono passare per la seconda manche per accedere alla semifinale. Così troviamo Lukas Rohan, vice campione olimpico, Denis Gargaud, campione olimpico 2016 tanto per citare solo uno dei suoi titoli tra i tanti conquistati, e poi ancora Roberto Colazingari che qui a Tacen nel 2019 aveva vinto la prova di Coppa. Lo stesso sloveno Bercic, che qui si allena costantemente, ha faticato non poco per passare la fase di qualifica. Sarà soddisfatto l’opinionista Salvatore Schillaci per la discesa di Raffaello Ivaldi che è stato impeccabile su ogni risalita, grintoso, ma non aggressivo e non ha mai digrignato i denti. Peccato solo che un attimo prima della  16 gli è scappato il fianco in acqua con la conseguenza di finire un pochino lungo sull’ultima risalita. Finisce terzo nella qualifica vinta di forza da Sideris Tasiadis: il tedesco  non perde un colpo e spinge ogni pagaiata come fosse l’ultima.  
Jessica Fox fa 91.89 in C1 e 91.67 (con un tocco) in K1. Nel primo caso vince e nel secondo caso arriva sesta. Ora spiegare cosa sta a significare quel 91.89, pari ad un 17% dal miglior K1 uomini (un grande Giovanni De Gennaro) è come parlare di impresa galattica. Cambia 7 volte il lato di pagaiata, è felina nella combinazione 4 - 5, fa una sola porta in retro e la sua canoa corre sull’acqua alla velocità della luce.
Per Kimberly Woods è giornata di secondi posti infatti in kayak fa registrare il miglior tempo - 87.00  - ma ha una penalità che la porta a 0.51 da Elena Appel, oggi signora Lilik, che, con una discesa senza errori, ferma il cronometro a 88.49. Terza Ana Satila a 1.17. Poi Woods ancora seconda in C1 a 0.34 da Jessica Fox. La britannica allenata dal mio amico Craig sembra essere tornata in forma dopo un inizio di stagione non brillantissimo.
Una Italia ridotta all’osso, sia di atleti che di tecnici, rispettivamente 7 e 2,  passa al completo in semifinale. Penso di aver detto tutto,  almeno di quello che mi ricordo e che mi ha colpito. Il percorso di domani per semifinali e finali? Difficile le porte sono aumentate siamo passati dalle 18 alle 22 mantenendo le 8 in risalita. Bisognerà navigare molto bene per passare in finale e non mancherà neppure il lavoro per i giudici...

Occhio all’onda!

 

Bella sorpresa oggi qui a Tacen: è arrivato Ron Lugbill grande campione a stelle a strisce che con il fratello Jon fu perotagonista nella canadese monoposto negli anni '80 a  livello mondiale.

 

Commenti

  1. Certo che sono felice della discesa di Raffy! Le facesse tutte così avrebbe vita più facile sotto ogni punto di vista, anche quello ortodontico :-)

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