Jessica Fox e Ziga Hocevar vincitori nella canadese

 

a volte va bene a volte no... importante essere in finale!

 Non era ancora nato quando Michal Martikan in Coppa del Mondo nel 2006 ad Atene per la prima volta nella storia riuscì, nella finale dei C1,  a battere i K1. La leggenda dice che lo slovacco regalò a Daniele Molmenti la sua canoa perché avevano scommesso che chi vinceva avrebbe lasciato all’altro il suo tanto amato strumento di lavoro.  Oggi è successo ancora per la seconda volta e a riuscirci è stato il neo campione europeo, che a distanza di due settimane, si conferma un astro  nascente della canoa mondiale. Parlo ovviamente di Ziga Lin Hocevar che con il tempo di 101.57 ha messo in fila tutti i concorrenti della canadese, ma non solo pure Oschmautz che ieri aveva vinto il K1 con 101.66. Martikan quando riuscì nell’impresa era già campione olimpico e mondiale e di anni ne aveva 27. Hocevar di anni ne ha 16 è campione europeo in C1, ma è pure un K1  che ieri ha centrato la finale finendo ottavo con un 50 alla risalita 17, senza quello avrebbe pure potuto vincere anche da seduto! E visto che abbiamo tirato in ballo lo slovacco io assegnerei a lui l’Oscar per la miglior manovra assoluta messa in opera nella prova di semifinale. Martikan uscito dalla 8, dopo aver ruotato la barca verso sinistra ha piazzato un debordè in acqua da paura con la canoa che si stava impennando, il quel mentre il debordè sia è trasformato in una pagaiata indietro ed è entrato nella 9 come solo un compendio di tecnica come lui può fare! Ora rimane però la tristezza di vedere un 45enne, dai suoi trascorsi, ancora al via di una gara di Coppa del Mondo! Per un fattore fisiologico, la tecnica è rimasta, manca però quella potenza e velocità  che lo ha portato ai traguardi che ha raggiunto.
 

Il primo giugno del 2024, in quel di Augsburg,  è stato giorno di semifinale e finale per le canadesi, ma gli organizzatori sono stati alle prese con il tentare di risolvere  in ogni momento i problemi che le abbondanti piogge stanno provocando.  Ho visto il campione olimpico Thomas Schmidt con i  suoi figli e il campione del mondo Fabian Dorfler con in mano badile e piccone per far defluire l’acqua dal campo dove sono piazzate le tende atleti al canale, preoccupati che il lago che si era formato creasse problemi alla struttura. Ho visto  un Eis-Kanal in versione invernale, con le persone che si riparavano sotto gli ombrelli. Brava Ana Satila e Raffaello Ivaldi uniti dallo stesso destino: entrambi vincono alla grande la semifinale e poi finiscono in finale al nono posto. Forse l’emozione e la voglia di fare più del dovuto ha penalizzato questi due atleti in piena preparazione olimpica. 

Invece il primo  giugno di qualche anno fa, l’anno per le signore è sconosciuto,  nasceva negli Stati Uniti una bimba, che poi crescendo, influenzò la canoa mondiale per molti anni e che dedicò gran parte della sua vita al nostro sport. Dieci medaglie iridate  conquistate in 27 anni di gare in tutto il mondo, una dedizione assoluta e una professionalità unica. Ho avuto l’onore di condividere con lei magici momenti in canoa da atleta e successivamente le  ho lavorato fianco a fianco come tecnico. Se oggi continuo su questa strada lo devo anche a lei che mi ha insegnato ad amare questa professione e mi ha illuminato con i suoi modi di trattare gli atleti con teorie che molti anni orsono erano all’avanguardia e che oggi sono i fondamenti della mia filosofia di coaching.  Tanti Auguri splendida Cathy Hearn che la vita ti sorrida sempre e che lo spirito che ti ha sempre animato possa espandersi al mondo intero.
 

Occhio all’onda!


 



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