De Gennaro super, Vuitton conquista la sua prima vittoria in Coppa


 

Non avevo fatto cenno ai tracciatori della gara di Augsburg che sono stati Irati Goikoetxea e Sebastian Schubert che si stanno  allenando in vista Parigi 2024. Non spendo parole su di loro, rischierei di ripetermi perché spesso e volentieri, nei post sulle gare di Coppa o sui Mondiali, li ho presentati a dovere, però riconosco che hanno disegnato, nella prima prova di Coppa, un interessante percorso, dando risalto alla tecnica e alle capacità fisiche. Unico piccolo neo, se mai dovessimo cercarne uno, la lunghezza del tracciato: leggermente troppo lungo anche per i K1. Sono stati tre i cambiamenti tra qualifiche e semifinali. Il giusto per mantenere la fisionomia del tracciato inalterata, ma nello stesso tempo per arricchire le ultime due fasi di gara di un pizzico di  tecnica in più rispetto alla prima discesa. 

Veniamo all’attualità con la gara in svolgimento in quel di Praga, sul canale di Troja, e a disegnare il tracciato sono stati chiamati Elisabeth Micheler-Jones e Marcel Potocny. Anche di loro vi ho già parlato perché già in altre occasioni sono stati reclutati in questo ruolo, diciamo solo che la prima è la campionessa olimpica in K1 di Barcellona ’92 e il secondo è un ex atleta slovacco, che si è trasferito qui nella capitale della Repubblica Ceca a fare l’allenatore, anche se prima ha viaggiato parecchio come tecnico, prima in Cina, poi Ungheria e ha passato pure un anno in Canada come tecnico di Club, per poi rientrare qui per iniziare un lavoro con un gruppo di giovani talentuosi  cechi. Il percorso è decisamente divertente, a Praga ci vuole tutta per farlo brutto! Interessante la parte centrale con un caratteristico off-sett (porte sfasate nella combinazione 5-6-7-8), per poi proseguire nella doppia combinazione da fare in retro, anche se qualche K1 uomini ha scelto la via diretta. L’arrivo è stato alzato rispetto al passato e si chiude subito dopo il ponte dove sono state piazzate due risalite e una discesa per un totale di 24 porte. Non c’è nulla da fare,  la formula qualifica con una discesa e successiva finale a 10, meglio sarebbe a 12, è la formula giusta per tenere sempre alto l’interesse per tutta la durata della gara. 

Il Giovanni nazionale ha letteralmente danzato sulle acque della Moldava o meglio della Vltava che divide in due Praga. La sua finale è stata impeccabile e parafrasando il famoso compositore tedesco Wilhelm Richard Wagner, che trasformò il pensiero musicale in opera d’arte, De Gennaro ha messo in scena un vero e proprio capolavoro artistico! Nulla lasciato al caso, centralità del corpo e pagaiate possenti gli hanno permesso di scendere sotto gli 80 secondi e assicurarsi così la vittoria nella seconda gara di Coppa. Alle sue spalle il polacco Mateusz Polaczyk, che è tornato ad essere seguito dall’esperto e professionale tecnico ceco, Franticek. Terzo il giovane Jakub Krejci, che dopo l’eliminazione dei suoi compagni Prskavec, fuori per un 50 alla 13, e Prindis, troppe penalità, ha tenuto alta la bandiera del paese ospitante. Non voglio rovinare la festa al giovane Krejci perché è un amico, così come il suo allenatore Jan Vondra,  e loro  colpe non ne hanno, ma il passaggio in qualifica alla porta 13 ha lasciato dell’amaro in bocca a tanti per l’evidente errore arbitrale, prima sulla sponda e poi in sala regia!

Ancora una francese in cima al podio femminile nel kayak ed è Emma Vuitton, che la spunta di 17 centesimi su una Jessica Fox veloce, ma che paga due penalità consecutive, 14 e 15. Anche la tedesca Riccarda Funk  tocca due risalita, 4 e 17, e si deve accontentare del bronzo. Nella finale abbiamo ritrovato ben cinque finaliste che erano già presenti ad Augsburg e sono le già citate Fox, Vuitton, Funk alle quali si uniscono Satila e Woods. Quest’ultima aveva vinto la semifinale con un gran tempo che le sarebbe valso la vittoria finale! 

 

Occhio all'onda!  

 

    La situazione della Coppa dopo due gare per i Kayak 

 



 

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