Vincono Prigent tra le donne in kayak e Oshmautz nel kayak uomini
La consecutio temporum della giornata mi imporrebbe di iniziare dalle qualifiche, ma, in questa specialità si è trattato di una pura formalità per i top di categoria. Quindi mi viene da raccontarvi subito dell’infinita corsa sotto la pioggia di Michal Smolen, prima per seguire in gara la sua amata Camille Prigent e poi, all’arrivo, per abbracciarla, baciarla e complimentarsi prima di tutti. Si potrebbe dire che l’amore trionfa su ogni cosa ed è bello vedere questa coppia giovane legata dalla passione per la canoa anche a distanza, perché lui è il tecnico dei kiwi e lei un’atleta olimpica per la Francia e si incontrano a questi eventi tra lavoro e gare. Camille Prigent, prima vince la semifinale con un grand tempo, 106.58, e poi, replica in finale con un 106.41; mette dietro tutte le avversarie specialmente la favorita numero uno, nonché padrona di casa Riccarda Funk. Il divario tra le due a favore della francese, che non sta vivendo un grande momento familiare, è di 0,04 centesimi. Ora quantificarlo in metri, o meglio, in centimetri, mi è molto difficile, diciamo pure che Riccarda toccando l’ultima risalita, la 19, ha fatto registrare sì il miglior tempo, 104,45, ma ha dovuto aggiungere quei 2 secondi fatali che le hanno impedito di salire sul gradino più alto del podio. Terza Ana Satila, inutile dirvi che sono abbastanza soddisfatto di questa atleta che, sfidando le intemperie, è scesa a "braccio" come si usa dire e cioè con le maniche corte. Brava Ana siamo sulla buona strada: abbiamo tolto la frenesia di tagliare a tutti i costi le porte, ora ci si concentra di più sul far correre la canoa e sulla centralità del corpo, riuscendo così ad aver maggior stabilità in ogni manovra.
Finale nel kayak maschile decisamente anomala, considerando che la gara viene vinta dall’austriaco Oschmautz sull’atleta della Nuova Zelanda Butcher; terzo arriva l’esperto sloveno Kauzer. Due parole bisogna spenderle per Finn Butcher, che vedremo al via a Parigi 2024, perchè lui, precedentemente, aveva sfiorato la medaglia a Pau (FRA) in Coppa nel 2022 dove era arrivato 4^ quindi conquistata, ed è inutile sottolienarlo, la sua prima medaglia di prestigio nella sua pur giovane carriera di atleta. Ha un precedente positivo qui ad Augsburg nel 2022 dove in una gara ranking giunse secondo. Ha al suo attivo 25 gare di Coppa ha preso 2 finali e 1 medaglia fino ad oggi, il suo stile di pagaiata è pulito e fluido. Lo vedremo sicuramente protagonista in futuro. Attualmente è il 19^ nel Ranking ICF.
Giallo a fine gara con Giovanni De Gennaro che, mentre è intervistato per la sua vittoria, viene penalizzato da un 50 alla porta 12 in discesa, che gli toglie l’oro e lo rilega in settimana posizione. Poco garbo da parte della intervistatrice che gli sfila il microfono e gira la stessa domanda all’austriaco!
Speravano tutti in un miracolo, o quanto meno ad un errore delle previsioni, invece no! Pioggia, pioggia e ancora pioggia, qui fra poco gli atleti si imbarcano direttamente dalla propria tenda! Nella pausa tra le gare di qualifica delle canadesi e le semifinale del kayak ho incontrato Raffaella Deserafini che, sorridente come sempre, sotto l’ombrello come noi passeggiava in attesa di riprendere la postazione di lavoro nella parte finale del percorso. Lei è qui in veste di giudice arbitro e mi ha fatto venire in mente che ai Giochi Olimpici di Parigi non ci sarà neppure un giudice italiano. Dispiace, perché bisognerebbe premiare chi dedica tanto tempo e passione al nostro sport e una partecipazione olimpica sarebbe il giusto riconoscimento di una comprovata competenza e professionalità nel settore.
Occhio all'onda!
il mitico Carlo Alberto Cavedini in modalità fotografo |
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