Prindis e Marx vincono il primo titolo europeo nel Kayak Cross nella specialità del Time Trial
Dobbiamo assolutamente appuntarci la data del 15 maggio 2024 perché per la prima volta nella storia, della pur giovane disciplina del Kayak Cross, si sono assegnate delle medaglie e, di conseguenza, un titolo Continentale nella gara dei Time Trial. Gara contro il tempo che è valsa pure come prova per scegliere i 16 atleti che accederanno ai quarti di finale e nello stesso tempo per forme le varie batterie di oggi. Sono cambiati i programmi, le regole e la tempistica, per una ragione più che giustificabile e non controllabile, ma c’è l’assoluta volontà di portare a termine comunque questa manifestazione, giocando con il tempo atmosferico e cercando di dribblarlo come meglio si potrà. Infatti dopo le gare del Kayak Cross, ci si dovrà rimboccare la maniche e in fretta e furia portare tutto in salvo da una preannunciata piena del fiume. E pensare che questa edizione avrebbe dovuta essere l’ultima prova di qualificazione olimpica che viceversa era stata anticipata lo scorso anno ai Giochi Europei, lasciandoci però molto perplessi per ovvi motivi di fair play sportivo. Con il senno del poi possiamo dire oggi: meno male che si è fatto così!
Ovviamente un bravo ai vincitori delle gare e cioè il ceco Vit Prindis e alla svizzera Alena Marx.
Il primo ha fatto una gara ineccepibile fin dalle prime battute: esce bene dalla rampa, pagaia come un forsennato per attraversare il canale per andare a prendersi la prima porta. Il 35enne praghese, che ha al suo attivo sette medaglie ai campionati del mondo di slalom e ha una carriera agonistica iniziata nel 2005, è pulito ed essenziale fino all’eskimo. Forse è proprio da questa manovra di rovesciamento che nasce il suo successo, infatti è praticamente l’unico che la esegue nella maniera più tradizionale possibile e cioè come si insegna ai principianti: pagaia lungo il fianco della canoa, immersione della testa e pagaiata sulla superficie dell’acqua riemergendo in propulsione. Semplice, banale, essenziale eppure molto efficace tanto che la sua canoa rimane perfettamente in linea con la corrente e soprattutto direzionata sulla porta in discesa a destra del massone che caratterizza il canale sloveno. Sprint finale e vittoria di 0,95 centesimi sull’inglese, che non è il campione del mondo Joseph Clarke, che finisce quarto, ma Jonny Dickson. Sul podio ci sale pure Martin Dougoud. Giovanni De Gennaro è 5^ e Zeno Ivaldi 15^, quest'utlimo ha dovuto gareggiare dal salto in poi con il seggiolino fuori posizione praticamente per tutta la discesa. Sono comunque due gli italiani che si qualificano per la fase successiva, dove sicuramente ne vedremo delle belle. Otto le nazioni che sono rientrate nei primi 16 classificati dove abbiamo 3 cechi e 3 spagnoli, poi francesi inglesi, italiani, svizzeri con 2 atleti, chiudono con 1 la Slovacchia e la Slovenia.
La gara al femminile è stata caratterizzata dalla prova regolare della 23enne svizzera Alena Marx, che giustamente ha approfittato dei tanti errori visti da atlete più accreditate di lei. Il colpo di scena arriva dall’esclusione della campionessa del mondo in carica Kimberley Woods che prima bisticcia con la risalita 2 e poi si schianta sulla pietra uscita malissimo dall’eskimo. Per lei una amarissima sconfitta e fuori pure dai quarti. Delle inglesi si salva solo Nikita Setchell che rivedremo in gara negli scontri diretti. Nikita quest’anno ha curato la preparazione invernale a Rio de Janeiro con il fidanzato belga Gabriel De Coster che però non ha superato il primo ostacolo della qualifica finendo in 19esima posizione.
Stefanie Horn rischia tanto in due occasioni: la prima al salto dove si impianta sull’acqua ferma e fatica a ripartire e poi rischia di perdere la pagaia quando riemerge dal rovesciamento obbligatorio. L’italo-tedesca comunque con un 11esimo posto si qualifica per passare il turno. Al femminile sono 13 le nazioni rientrate tra le prime 16 atlete, solo Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e Slovenia avranno due atlete in gara, le altre 10 tutte solo con una partecipante.
Il percorso è stato disegnato da due bravi colleghi allenatori quali sono Simon Hocevar e Borut Javornik, ma una cosa la devo dire: non mi piace la porta numero 1 che avrebbe dovuto essere una discesa e invece si è dimostrata essere la terza risalita del percorso. Un suggerimento agli organizzatori: perché non proponete di fare la prova cronometrata partendo da sopra il salto? Non servirebbe la pedana e sarebbe altamente spettacolare… pensateci! Il consiglio è gratuito non avanzerò nessuna pretesa di diritti d’autore, lo giuro. So che ora siete curiosi di sapere chi saranno i tracciatori per le gare di slalom e allora vi faccio questa confidenza: per la rappresentanza internazionale l’allenatore dell’Austria Janus Peterlin, mentre per il tecnico locale Katrina Petrovic. Certo è che i due non avranno problemi di comunicazione visto che parlano entrambi perfettamente lo sloveno, mi rimane solo il dubbio della rappresentanza internazionale!
Metto le mani avanti e mi sento di dare a tutti gli atleti in gara nello slalom di sabato e domenica un consiglio: cercate di fare meglio possibile la prova di qualifica e non pensate solo a prendere la finale, perché se dovessero cambiare le condizioni del fiume, verrà tenuta valida la prima discesa come prova finale! Qui a Tacen la cosa è già accaduta in Coppa e visto che la teoria dei "corsi e ricorsi storici" del filosofo, storico e giurista Giambattista Vico, la conoscete tutti è sempre meglio restare in campana!
Occhio all’onda!
Grazie Etore," il giornalista" di Slalom attuale e kayak cross, grazie ancora.
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