CAMPIONE D'EUROPA GIOVANNI DE GENNARO INTERPRETE NUMERO 1 DI TACEN 2024

 

foto BOBO

Giovanni De Gennaro ha messo in scena una manche  perfetta! Per dirla alla Bill Endicott: "The ultimate run" che è anche il titolo di uno dei tanti libri dell’allenatore del dream team USA  della canoa slalom degli anni ’80/’90. Aggiungerei un "quasi" al perfetta solo   per il fatto che il bravo pagaiatore bresciano, per la precisione di Roncadelle, ha toccato malamente il palo interno della 15, ma poco importa perché finalmente ha ottenuto una vittoria importante che lo incorona nuovo Re d’Europa! La sua discesa è stata impressionante fin dalle prima battute, ci sono volute undici pagaiate per arrivare alla porta numero uno, poi ha cavalcato l’onda che attraversa tutto il canale in maniera sublime, capace di dominare quel puledro scatenato, che cambia ad ogni battito d’ali di un colibrì, entrando, come Furia a cavallo del West, dentro la due,  infilandola  come nessun altro ha saputo fare. Ritorna sul cavallone d’acqua e ancora una volta non ha nessun problema a centrare senza indecisioni la 3 in risalita. Esce con una remata lunga di sinistra, non ha il tempo di respirare e ci piazza in acqua una frenata con successivo aggancio da paura e, attento e lucido come un falco pellegrino, imbocca il palo esterno della quattro. Gira attorno alla cinque e lascia correre la sua nera e bianca canoa dietro alla grande  "balena" che da sempre è lì in mezzo al canale a fare da spartiacque. La sette in retro fila via liscia ed entra nella porta successiva con il destro in acqua che farà seguire un colpo indietro giusto per rimettere la sua coda in linea diagonale sulla otto. Nove e dieci sono manovre di routine in quel di Tacen e Giovanni le avrà fatte e rifatte almeno un milione di volte nella sua lunga carriera sportiva, costruita anche sulle acque della Sava. Ancora una retro, la 11, che gli apre il cammino verso la metà gara. Piccola sbavatura alla 15, poi c’è l’uscita alta alla 16 in risalita per andare a prendere la successiva e ultima risalita del percorso e cioè la 17. Poi c’è il brivido, c’è un momento di terrore che pervade il pubblico presente e chi sta seguendo le gare on line, quel passaggio alla 18 in discesa, che sarà tema di discussione a lungo in cabina di regia. L’asterico accanto al nome dell’atleta significa che c’è una "review" su una porta, una sorta di check-control incrociato con i giudici che sono sulla riva e quelli che seguono la gara dalla televisione, rimane a lungo accanto al nome di De Gennaro G. Nel frattempo, il pagaiatore cresciuto sul percorso di Vobarno nelle file del Canoa Club Brescia, prosegue la discesa. Alla 19 è costretto a dare due colpi indietro, il primo di destro per spostare la coda e il secondo di sinistro per infilarsi dentro la terzultima porta. Ancora 20 e 21 e poi l’urlo liberatorio per aver concluso la sua gara. Il verdetto finale arriva con molto ritardo, l’asterisco che aveva tenuto tutti in trepidazione viene tolto proprio nel momento in cui Jiri Prskavec, che tra le altre cose ha gareggiato nel giorno del suo 31esimo compleanno, salta la porta 18 e il triplice campione d’Europa consecutivo lascia le speranze di allungare il suo regno su cui, come quello di  Re Carlo V,  sembrava non potesse tramontare mai il sole!  
Sul podio con l’italiano ci salgono l’austriaco Mario Leitner e lo svizzero, dalle chiare origini italiane, Gelindo Chiarello, due atleti dalla lunga militanza internazionale che mai, prima di oggi, avevano conquistato medaglie così importanti nello slalom. Il primo si era messo in evidenza nella categorie Junior dieci anni fa con la vittoria del campionato del mondo di categoria in Australia a Penrith. Poi nel 2016 è 13esimo ai Giochi Olimpici di Rio e l’anno successivo è vice-campione del mondo ai mondiali U23, nella gara vinta da Jakub Grigar, assente da questi europei per problemi fisici, ma che parteciperà ai Giochi Olimpici di Parigi. Il secondo e cioè Gelindo Chiarello che ha avuto una crescita notevole in quest’ultimo anno esordendo con la vittoria a febbraio alla prima gara  ranking ICF a la Reunion. In Coppa del Mondo ha preso una sola finale nel 2022 a Pau chiudendo in 9^ posizione. Oggi però nella finale del Campionato Europeo ha pagaiato bene, guidando la sua canoa nel teatro decisamente anomalo di Tacen, in maniera semplice ed efficace. L’elvetico è stato bravo a non farsi prendere dalla voglia di strafare come invece atleti più esperti di lui hanno fatto, primo fra tutti il mastino della contea di Staffordshire, che sembrava sparato fuori da una cannonata. Lui, insignito di una delle più alte onorificenze del Regno Unito e cioè cavaliere dell’Eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico, non ha saputo contenere l’irruenza, che, se da un lato gli è servita per vincere nel Kayak Cross, dall’altro  gli ha creato grossi problemi nella finale Continentale. 


Non me ne vogliano le gentili donzelle, di loro parleremo nei prossimi post, nel frattempo i più sentiti complimenti   a Klaudia Zwolinnska che oltre alla vittoria si assicura la maglia per Parigi 2024 così come ha fatto Antonia Galuskova che rappresenterà  la Repubblica Ceca alle prossime Olimpiadi, quest’ultima grazie all’entrata in finale ,anche se poi l’ultimo atto non è stato onorato alla grande, avrà tempo per rifarsi.


Lo so, ci sarebbero pure le gare a squadre, ci sarebbe da commentare e capire l’uscita di scena di Stefanie Horn anzitempo e magari spendere due parole pure anche sul resto dei K1 italiani scesi in gara: due giovanissimi  che dovrebbero essere lasciati crescere con tranquillità e serenità e dedicarsi alle gare di categoria per proseguire ad ottenere i buoni risultati che hanno già ottenuto. Invece si preferisce sacrificarli senza progettualità futura.  Oggi è pure il mio compleanno e così mi prendo qualche ora di sonno in più a tutto questo ci penseremo domani!

 

Occhio all'onda! 

foto BOBO


Commenti

  1. Mi hai portato fisicamente sul canale! Grazie Ettore
    Buon compleanno

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  2. Buon compleanno Ettore e grazie per i tuoi articoli sempre precisi, istruttivi e interessanti,
    Lorenzo Molinari

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  3. grazie Nello e Lorenzo - qui si invecchia ma grazie al cielo con la stessa energia di sempre! ma sono in buona compagnia con voi due grandi! un abbraccio

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  4. complimenti per i tuoi puntuali appunti di slalom, sintomo di grande competenza e passione. Non sempre però condivido in toto le tue affermazioni, in particolare ora vorrei aprire un confronto riguardo la presenza di "giovani" nella squadra azzurra. Ritengo che sia una scelta molto difficile, con lo scontro tra i dati oggettivi delle selezioni e la soggettività della personalità dei singoli atleti. Tralasciando i numeri delle selezioni, che hanno dato dei responsi, mi soffermerei sul "carattere" dei singoli atleti. Se un giovane supera le selezioni vuol dire che ha le capacità tecniche e fisiche per essere in squadra per quanto riguarda le caratteristiche psicologiche il discorso è molto più complesso, ci può essere il giovane che se viene convocato si "brucia" precocemente, perchè magari si sente arrivato, oppure viceversa se non viene convocato rischia di demotivarsi per la delusione della mancata convocazione che ritiene guadagnata. Occorre conoscere molto bene il carattere del ragazzo. Gli esempi sia a livello italiano che mondiale sono molti, basta pensare Jessica Fox, e ancor prima a suo padre ( che a Bala vinse i mondiali nell'81 a 18 anni), o Martikan, che vinse a Nottingham, che era addirittura categoria ragazzi(!!), oppure in nostro C2 Ravera e Masoero che parteciparono al mondiale del Noce come l'equipaggio più giovane di tutti i partenti! O ancora Cristina Giai Pron che entrò stabilmente in squadra a 14 anni ( come pure se non sbaglio Ana Satila), e gli esempi potrebbero continuare, come pure potrei fare un lungo elenco di atleti entrati in giovane età in squadra e poi spariti in breve.
    Il discorso non riguarda ovviamente solo la canoa, ma tutti gli sport, ricordo Marc Girardelli nello sci, che non convocarono nella squadra austriaca a 16 anni e lui "emigrò" in Lussemburgo, o la nostra Lara Colturi, che per non bruciarla troppo giovane, ora corre per l'Albania e sta ottenendo ottimi risultati. Sta ai responsabili della squadra capire se una convocazione precoce è stimolante o viceversa può condurre a sentirsi realizzati. Non ho dati precisi, ma credo che De Gennaro sia entrato in squadra a 19 anni, come pure Molmenti.

    Roberto Bussolino

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  5. Il confronto fa sempre crescere caro Roberto e mi fa piacere che tu non concordi in toto con le mie affermazioni, diventerebbe un dialogo a senso unico. Ognuno la vede a proprio modo e bisognerebbe scrivere e confrontarsi molto di più per far vivere il nostro mondo con dinamicità ed interesse. Poi ci sono dati oggettivi che ci fanno affermare alcune cose e come dici tu, ci sono le eccezioni che confermano la regola. Io non sono contrario all'inserimento dei giovani nelle squadre, se alle spalle c'è un progetto di crescita preciso (mi sembrava di essere chiaro nel post a cui tu ti riferisci) cosa che purtroppo non riscontro in tanti casi. Se poi fai riferimento alle selezioni tanti criteri non sono stati rispettati, ma ovviamente tutto è concesso a chi ha le redini del comando ed è giusto che sia così -
    Ettore Ivaldi

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  6. Giusto per dovere devo fare qualche precisazione sulla nota di Roberto Bussolino. Fox quando vinse a Bala nel 1981 di anni ne aveva 21 - lui è nato il 5 giugno del 1960 - Martikan non vinse a Notthingham nel 1995 ma fu 3^ nella gara vinta da David Hearn a 10 anni dal suo titolo individuale vinto ad Augsburg nel 1985. Ana Satila a Londra aveva 16 anni e non 14. Cristina Gia-Pron esordì in coppa del mondo nel 1989 in Val di Sole all'età di 15 anni. Correttà l'età di esordio in Coppa per Molmente e De Gennaro che di anni ne avevano 19 -

    Ettore Ivaldi

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