Parliamo del Kayak Cross
"Hallo Battista, che c’è di nuovo.
cos’è accaduto? Dite un po’!
Voglio sapere che cosa trovo
quando al castel ritornerò "
Paul Misraki -
Tout va très bien, Madame la Marquise (1936)
La prima tappa di Coppa ad Augsburg si è chiusa con le gare di Kayak Cross e ora i casi sono due o affrontiamo il problema e ne parliamo o facciamo che tutto va ben, Madama la Marchesa! tanto per citare una famosa canzone francese che ha anche la sua traduzione in italiano.
Parto da una richiesta di Pietro Razzo che mi chiede perché hanno creato il kayak cross, senza dare spazio alla discesa? La risposta è abbastanza semplice, almeno dal mio punto di vista: nel settore della discesa i dirigenti ICF, ma ci aggiungerei pure nei diversi livelli nazionali, non hanno avuto la forza, la volontà e la capacità di realizzare e portare avanti un progetto in funzione olimpica. In sostanza non ci hanno mai veramente creduto. Ci aveva provato il free-style ed era ad un passo per entrare dopo aver fatto una piccola, ma in un certo senso importante, apparizione ai Giochi di Londra nel 2012. Era capo del settore internazionale Lluis Rabaneda ed era stato bravo ad arrivare fino a lì, poi qualche cosa si è intoppato… io la mia idea ce l’ho, considerando che il catalano oggi è vice-presidente ICF! Si sa che per fare personali passi avanti, bisogna pure mandare giù qualche boccone amaro, ma questa è politica e io ovviamente non commento. Poi nasce l’esigenza di sfruttare per più tempo l’impianto per lo slalom, sembra questa una richiesta del CIO, ed ecco che Tony Estanguet spinge con Jean-Michel Prono a portare avanti quella che all’inizio era l’Extreme-Slalom e che oggi si chiama Kayak Cross. Tornando indietro nel tempo c’è da dire che lo Slalom era da anni che provava formule diverse per ampliare i giorni di gara olimpici. Per qualche tempo si sono testate le staffette con imbarcazioni diverse, ma sono stati tentativi non andati avanti con successo. E arriviamo oggi a questa nuova disciplina o specialità (vero Ilaria?) che però,così com’è, a 416 giorni (se leggete oggi altrimenti togliete giorni) dal grande evento, sembra ancora non trovare una sua vera e precisa identità. La gara è stata allungata ad almeno 80 secondi perché così tutti gli spettatori seduti nelle tribune, che verranno montate nel canale olimpico, potranno vedere il passaggio degli atleti. Motivazione assurda! Come se nell’atletica leggera quando ci sono 100 metri si vendessero solo i biglietti da un solo lato della tribuna, oppure si cancellano i 100 metri e si opta solo per i 400 così tutti possono vedere qualcosina! Il Kayak Cross, com’è concepito ora, è una brutta, bruttissima copia dello slalom con l’unica differenza che non lo fai da solo. La mia idea l’ho già più volte espressa ed è quella di avere un tracciato di 50 secondi senza risalite e con il palo che ti obbliga ad entrare nei buchi più grandi.
Parlando poi con i vari costruttori di canoa si chiedevano perché sia stato fissato il peso sui 18kg, quando avevano assicurato, in una riunione che c’è stata con i responsabili internazionali del settore, che potevano tranquillamente portare le canoe ai 14 chili, mantenendo gli stessi parametri di sicurezza e resistenza. Tant’è che Lettman ha fatto una canoa più leggera che poi zavorra al centro con 4 chilogrammi, ed è, tanto per intenderci, la barca che ha usato Stefy Horn in gara ad Augsburg vincendo la prova.
Di positivo c’è che il programma sperimentato ad Augsburg per il kayak cross direi che è ottimo. Concentrare tutto in un giorno solo, sicuramente va bene per atleti e pubblico. Il Time Trial però lo farei senza risalite e senza porte solo una discesa diritta e darei un punteggio per la Coppa. La stessa cosa, e cioè dare punti validi per la Coppa, lo farei anche per la gara di qualifica dello slalom, così tutti sarebbero più motivati a gareggiare forte.
Il poco pubblico presente in Germania era in pratica solo concentrato sul ponte per vedere la partenza e le due risalite, poi nella parte bassa più nessun, quindi non ha senso allungare la gara a 80 secondi.
Altra osservazione: da quest’anno non sono previsti allenamenti sul campo di gara il lunedì o meglio non sono ufficiali da parte dell’ICF, ogni nazione si deve organizzare con i vari comitati organizzatori degli Eventi e ovviamente pagare le ore di allenamento. Anche qui la motivazione è veramente assurda! In sostanza l’organo internazionale della canoa ha aderito al piano della diminuzione del CO2 e come ha pensato di contribuire a ciò? Tagliando l’allenamento del lunedì in Coppa come se le squadre non fossero già presenti: difficile da capire non vi sembra?
Guardiamo qualche numero sulla partecipazione delle prime gare di Coppa prendendo come riferimento Praga.
Al via ci sono atleti in rappresentanza di tutti e 5 i continenti per un totale di 245 e con 255 partenze in slalom e 146 nel Kayak Cross. Gi accreditati, oltre agli atleti, quindi tra allenatori, staff e team leaders saranno 124. Si fa pesto anche a fare due conti su quanto l’Organizzazione riesce a raccogliere per le tasse di iscrizione considerano che si paga 115 euro a testa, che sia atleta, coach o staff.
La Slovacchia ha accreditato 25 persone di cui 13 atleti 11 tra staff e tecnici e 1 team leader. L’Italia ha un totale di 23 con 15 atleti, 7 tecnici e 1 team leader, seguono poi Repubblica ceca con 23, Slovenia 21 e Spagna 20 poi via via seguono altre 40 nazioni.
Occhio all’onda!
Inerente al fatto di come sia nata: decisione esclusiva di Estanguet allora vicepresidente Icf responsabile per le discipline non olimpiche e purtroppo avallata dal board dopo che è stato promosso organizzatore della Olimpiade di Parigi. Mia personale opinione molto negativa ,rasente il circo per essere gentile
RispondiEliminaIl presidente del free style sta solo aspettando il suo momento, che arriverà presto nonostante l insuccesso di Londra