Fox bissa il successo del K1 anche in C1 ma nasce un'altra stella Monica Doria Vilarrubla
Monica Doria Vilarrubla |
Doppietta per la Volpe australe… un attacco piuttosto scontato, forse ci starebbe anche: Impressiona Jessica Fox nelle finali specialmente in k1 dove vince con un margine di 1.44 con il tocco alla porta 10. Un margine non tanto elevato, ha vinto nel passato con distacchi maggiori, ma ci si dovrebbe soffermare sulla sua tecnica che si avvicina sempre di più a quella degli uomini, con linee dirette e aggressività sulle risalite, con una rotazione di spalle sull’anticipo per uscirne velocemente. Credo che sia questa la vera differenza tra lei e le altre atlete. Con Myryam Jerusalmi, la mamma allenatrice (tanti sono i casi di genitori allenatori), ho avuto modo di confrontarmi parecchie volte, e conferma che Jess lavora specificatamente su questo progetto e cioè quello di avere come riferimento gli uomini, tanto in Kayak che in canadese. A tale proposito mi viene alla mente Jon Lugbill che diceva: "se lo fanno i K1 lo posso fare pure io". Poi bisognerebbe proseguire a decantare le gesta di un’atleta che non finisce mai di stupire. Gli aggettivi in positivo si sprecano e sinceramente diventerei ripetitivo, perché penso di aver già usato tutti quelli di mia conoscenza, bisognerebbe attingere alla prosa dei grandi poeti per arrivare poi all’eccelso dei cieli. Fox quindi strepitosa anche in ginocchio davanti ad un’ altra altrettanto brava e polivalente come Monica Doria Vilarrubla, 23enne, ne farà 24 il 4 dicembre, della Seu d’Urgell, ma gareggia per Andorra. A Tokyo è stata portabandiera di questo piccolo paese che si sviluppa tra Francia e Spagna e c’è pure qualcuno che scommette che sarà la prima medaglia olimpica per questa nazione! Nel suo curriculum sportivo c’è un oro agli europei Junior nel 2017 in C1 e poi una crescita costante seguita passo passo dal tecnico Cristian Tobio. Qui sul canale di Troja l’andorrana ha fatto gran bene con un secondo posto in semifinale in kayak, poi ha chiuso in nona posizione per un salto di porta. Un fisico molto tirato, leggera quando naviga con un rapporto peso-potenza eccellente e davanti a lei tante opportunità. Il suo tecnico lo ricordo piccolo a La Seu d’Urgell che non si stancava mai di pagaiare sul quel budello d’acqua, curioso a scoprire e sperimentare manovre e gesti tecnici. A parlare di lui è Guille Diez Canedo il direttore tecnico della squadra spagnola di slalom che lo conosce molto bene: "Come allenatore, direi che le sue principali caratteristiche sono: il lavoro e la curiosità. È sempre alla ricerca di imparare, di ascoltare agli altri, con una umiltà che non è normale tra allenatori di alto livello. Sempre vuole sapere di più. Lavora tanto per Mònica, è anche sempre attento a darle attenzione su quello che lei sa già e propone più che imporsi. Ha conquistato un forte rapporto atleta-allenatore. Ha per la programmazione fisica Marc Domenjó e Toni Cadena come direttore tecnico della federazione. Quindi fanno un bel squadrone".
Raffy, per il mondo Raffaello Ivaldi, mi è piaciuto non tanto per il risultato finale, 4^ in Coppa fa sempre piacere ovvio, ma mi ha entusiasmato per la crescita costante che sta avendo. Il lavoro raffinato e non certo disperato sta portando buoni risultati, ma il cammino per avanzare non si ferma.
Bravo, Bravissimo il campione Olimpico in finale Benjamin Savsek, 36 anni fatti il 24 marzo: 3 olimpiadi (Londra 2012 - 8^; Rio 2016 6^; Tokyo 2020(1) 1^), otto medaglie nei campionati del mondo, che si aggiungono alle 11 ai Campionati Continentali, fanno di lui il numero 1 assoluto!
Occhio all’onda!
cerimonia di premiazione C1 uomini .Partendo da sinistra Benus, Savsek e Bernadet |
photo by Michaela Daille
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