Tacen ultimo atto sul vecchio salto!
Sembra che ci siamo: questa dovrebbe essere l’ultima gara a Tacen con il salto originale. A luglio partiranno i lavori per riformare uno tra i più famosi e spettacolari tracciati per la canoa slalom mondiale. Una storia partita molti anni addietro e poi via via si sono susseguiti aggiustamenti per cercare di sistemare un salto di 7 metri che ti proietta nel canale ad una velocità pazzesca. La necessità di modificarlo arriva dal problema che si può scendere dal salto solo con un preciso livello d’acqua altrimenti può diventare troppo pericoloso oppure impraticabile. Lo studio che è stato fatto ad opera di Idrostadium è quello di poter utilizzare questo passaggio con qualsiasi livello d’acqua: basterà regolare la paratia, a scomparsa, in relazione alla portata d’acqua del momento. Ricordo la prima volta che scesi dal salto era il 1985 e allora il fondo non era così liscio come oggi. Il vero pericolo era andare con la testa sotto, cosa molto probabile, e passare su quella grattugia che era il letto del fiume. Giravano atleti bendati alle mani, qualcuno pure in viso, escoriazioni profonde ovunque, salvagenti rotti, caschetti con profondi solchi, mani sanguinanti, pagaie e canoe rotte; alla gara poi c’erano più slalomisti sulla riva che in acqua!
Bei tempi quelli da giovane atleta spensierato che viveva di onde, porte, e infiniti allenamenti che ogni giorno dovevano essere di più rispetto al giorno passato. Si arrivava qui sulla "Fiat Regata Weekend" dove avevo dentro praticamente la mia vita, spesso e volentieri ci si dormiva pure, anche se qui, al tempo, si affittava una camera praticamente con poco più degli attuali 5 euro. Passavamo le giornate sul canale e, visto che poi non era così lontano da Verona, ci si veniva spesso e volentieri ad allenarci. Tornavamo pur a casa con nuovi acquisti tipo scarpe e ciabatte Adidas e pure la carne perchè a Lubjana al tempo le cose costavano vermamente poco rispetto l'Italia. Oggi le abilità in acqua, grazie ai nuovi materiali e alle dimensioni delle canoe, sono ben diverse. C’è un numero sempre più impressionante di ottimi slalomisti, mi incantanto spesso e volentieri a guardare gli allenamenti. Osservo giovanissimi che danzano con maestria tra le porte, piroettano come fanno i grandi e allora mi chiedo cosa cambia quando si è in gara? Ed è qui che c’è la grossa differenza, nel momento della battaglia puoi essere il più bravo di tutti a centrare l’obiettivo al poligono, ma poi, quando hai il nemico che ti guarda negli occhi, ti si annebbia la vista, il cuore batte così forte che ti fa tremare le gambe e sembra riportarti a quando faticavi a traghettare una corrente. Questo è il bello delle competizioni, questo è il sale della vita, perché, che tu lo voglia oppure no, che tu gareggi o che lavori, che studi, che vivi, ti troverai sempre ad affrontare ingiustizie, arroganze e soprusi. Quindi non ti rimane che gioire di quello che un’onda, uno scivolo, un traghetto, una risalita, un giro in bici, un treking, una cena, un sorriso ti sanno offrire per affrontare gioiosamente ogni giorno che ti viene regalato. Charlie Chaplin diceva: "il giorno che maggiormente perdi nella tua vita è il giorno che non ridi".
I tracciatori per la terza gara di coppa saranno Fiona Pennie e Matteo Trampuz. La prima per conto dell’ICF e il secondo per l’organizzazione. Fiona la conosciamo da atleta e sappiamo delle sue imprese sportive. Ha gareggiato qui al mondiale del 2010 dove chiuse in 8^ posizione, ha vinto due mondiali a squadre nel 2019 e 2012 e fu argento ai mondiali a Deep Creek nel 2014. Nel suo curriculum anche due Olimpiadi 2008 e 2016 rispettivamente si classificò 17^ e 6^. Trampuz è l’allenatore del Canoa Club Lubiana, oltre ad esser di supporto alla squadra slovena. Ora aspettiamo con ansia il tracciato, una cosa è certa: non c’è stata nessuna connessione tra i vari tracciatori delle tre gare di Coppa e questo se vogliamo non è certo positivo. Si naviga pure a vista in questo settore per non parlare del Kayak Cross dove ad Augsburg il time trails doveva per forza essere 80 secondi, passati a 60 a Praga e qui, visto il tracciato, siamo ancora più sotto.
Occhio all'onda!
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