Francia grande protagonista nella prima giornata di finali

 

il podio del K1 uomini Under 23 da sinistra A.Delassus, L.Vuitton e T.Castryck

Lo scrivo subito così evito poi di ripeterlo: il percorso per semifinali e quindi per le finali non mi piace:  troppo facile, senza nessuna possibilità di aver o fare delle scelte diverse se non quelle che tutti faranno e hanno fatto. Detto ciò passiamo alle gare che come sempre entusiasmano, indipendentemente da tutto e tutti. La storia da raccontare, se pur velocemente,  inizia dalle semifinali poichè quattro dei possibili protagonisti U23 nel kayak maschile escono di scena: Barta, Echaniz,  Dickson e  Paterson. Partiamo da quest’ultimo e cioè dall’inglese che finisce 11esimo per soli 19 centesimi,  è artefice di una gara onesta, ma non sufficiente per stare nella rosa dei dieci. Il ceco Jan Barta prende un 50, a mio avviso molto dubbio, alla discesa 9, com’è molto dubbioso il 50 nella risalita 6 dello spagnolo Pau Echaniz. In fine Jonny Dickson,  che viaggia come un razzo fino all’ultima risalita, che è anche l’ultima porta, esce troppo presto dalla porta perché si fa inghiottire dalla corrente che trascina il suo scafo verso valle… lui caccia dentro la testa tra i due pali, ma in quel preciso momento non c’è neppure l’ombra della sua canoa  e il 50 è inevitabile   L’inglese, che sembra pure aver abbandonato l’amore italico, non gli rimane che mangiarsi le dita considerando che il suo 81.90 era il secondo tempo di giornata. Fa specie non vedere nessun tedesco qualificato per l’atto finale, ma evidentemente la situazione molto tesa all’interno dell’intera squadra teutonica fa disperdere energie e concentrazione a tutti, lasciando la Germania nel panico assoluto.  Si rifarà  solo tra gli junior a distanza di qualche ora.
La finale vedrà al via 3 francesi, 2 belgi (molto strano) e poi ci sono un ceco uno statunitense, 1 polacco, uno svizzero e uno slovacco. Gli italiani Grimandi che di nome fa Leonardo ed è studente di ingegneria e Tommaso Barzon studente in scienze motorie rimangono fuori dalla finale. Il primo ha un 50 alla 10 e sinceramente dal vivo e dalle immagini in mio possesso è difficile capire se effettivamente la testa fosse completamente nella luce dei due pali al momento del passaggio. Il suo tempo era buono, ma ci sarebbe stato da aggiungere una penalità alla 9 che lo avrebbe lasciato comunque al palo. Il veronese Barzon tocca la risalita 6 e poi, nel tentativo di rimediare, taglia troppo la 16 e con la spalla sinistra si porta via il palo interno: 85.85 è un tempo da finale, ma bisognava farlo senza penalità!
La finale nel K1 uomini è veramente emozionante e ci lascia con il fiato sospeso  fino alla fine, perché è proprio e solo alla fine che si capisce che il favorito numero uno Jakub Krejci non ce la può fare. Il ceco allenato dal 35enne  Jan Vondra, aveva vinto qualifiche e semifinali agevolmente e  sembrava essere sulla strada giusta per conquistare il titolo iridato di categoria anche dopo la penalità alla risalita 3. Infatti non si fa scalfire dal tocco e all’ultimo intermedio è ancora in vantaggio di 4 centesimi. Poi arriva l’imprevedibile: tocca la 20 e poi si inchioda sulla risalita 21 e in più, per cercare di recuperarla se la trascina con lui verso valle. Sulle rive esultano i francesi che hanno appena conquistato una favolosa tripletta con Leo Vuitton campione del mondo, seguito da Anatole Delassus e terzo Titouan Castryck. Grande festa quindi per la Francia che in piccolo ci fa rivivere il mondiale assoluto  del 2014 a Deep Creek quando ad occupare tutto il podio furono Neveu, Combot e Biazzizo. Se devo fare un commento tecnico lo faccio sul vincitore che mi ha entusiasmato per come è sceso su tutto il percorso. Anzitutto non si è mai scomposto, ha mantenuto linee ampie e ha scelto di sfruttare ogni minimo aiuto dalla corrente, non l’ha mai contrastata. Bravo, bravissimo e nonostante il tocco alla 15 si è messo al collo una grande medaglia che luccica a dovere. Lui che, sembra,  non essere molto considerato dai vertici della sua Federazione.
Oggi è stata la giornata dei figli, non dei fiori, ma dei figli degli ex canoisti se si pensa che Leo Vuitton ha come mamma Brigitte Guibal, oggi 52enne,  e la ricordiamo seconda sul podio Olimpico di Sydney 2000 dietro a Stepanka Hilgertova e terza fu Anne Lisa Bardet. Ha vinto pure  il campionato del mondo nel 1997 a Tres Coroas e sempre in quel mondiale quell’anno è arrivata pure seconda nella gara a squadre con Anouk Loubie e Anne Boixel. Quest’ultima è la mamma invece di Titouan Castryck, giusto per restare in tema. Non è finita qui visto che il vincitore della canadese monoposto junior, Ziga Lin Hocevar,  è il figlio di Simon Hocevar che nel 1992 vinse il mondiale junior in C1, l’anno successivo ai mondiali assoluti in Val di Sole vinse l’oro a squadre con Joze Vidmar e Bostjan Zitnik. Nel 1996 ad Augsburg in occasione dei campionati europei salì sul gradino più alto del podio davanti a due tedeschi e cioè  Soren Kaufmann  e Martin Lang. Sempre nella finale della canadese uomini c’era pure un altro figlio di genitore famoso e cioè di Tony Estanguet. Sul tre volte campione olimpico non mi dilungo a scrivere i suoi successi… terminerei troppo tardi e domani mattina la giornata inizia all’alba, considerando che ho in acqua il mio atleta al cancellato di partenza alle 8:36!
Racconteremo delle donne sedute e degli junior in ginocchio prossimamente, non me ne vogliate, ma devo assolutamente recuperare energie e sonno! 


Occhio all’onda! 

Qualche dubbio potrebbe nascere?

il vincitore nel K1 U23 Leo Vuitton

 

 

Commenti

  1. "The Englishman, who also seems to have abandoned Italian love, all he has to do is bite his fingers considering that his 81.90 was the second time of the day. "Jonny Dickson is Scottish and this is fake news - you should no better at your age than to post crap like this. - David Dickson 07840 908 994

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