Prepariamoci al mondiale di slalom
Uno dei tanti banner che arredano il canale recita la seguente frase: "Canoe Slalom is coming home to Augsburg" ed in effetti se vogliamo l’Eiskanal può rivendicare una certa paternità generica sulla canoa slalom, considerando che qui, nel 1972, si sono disputate per la prima volta le gare di canoa slalom a cinque cerchi. D’altro canto Augsburg si prende anche il merito di essere stato il primo vero canale artificiale per la canoa slalom e di aver aperto una strada di riferimento per i canali costruiti negli ultimi trent’anni. A distanza di 50 anni il canale tedesco, rimanendo sostanzialmente perfettamente uguale, è ancora valido per disputare una prova iridata che prenderà il via ufficialmente martedì 26 luglio. Annunciata una cerimonia d’apertura ricca di sorprese al Rathausplatz con lo show della Downtowun-Bigband guidata da Jörg Weber e con la presenza di tante stars locali.
I numeri sono importanti per questa 43^ edizione dei Campionati Mondiali di Slalom nati nel 1949. Infatti al via si presenteranno 380 atleti per 450 barche gara, 70 nazioni presenti, 10 i titoli iridati in palio per 6 categorie e oltre 400 i volontari impegnati nell’organizzazione. Una organizzazione che ha schierato in campo, nei ruoli di vertice, personaggi del calibro di Thomas Schmidt e Fabien Dörfler. Che cosa hanno i due in comune canoisticamente parlando? Semplice e anche il mio amico L8 saprebbe rispondere! Tutti e due hanno trovato gloria ed onore sul canale olimpico di Penrith in Australia. Il primo a 24 anni, e cioè 22 anni fa, vinceva le Olimpiadi di Sydney e il secondo, cinque anni più tardi, sullo stesso canale, si consacrava campione del mondo. Oggi i due ex atleti sono impegnati in un altro ruolo e in un mondiale che riporta l’attenzione su Augsburg, con i tedeschi che sono attesi a grandi prestazioni. I numeri, ai padroni di casa, certo non mancano, e puntano su un poker d’assi d’eccezione: Riccarda Funk, Sideris Tasiadis, Elena Lilik e Hannes Aigner che, se messi assieme, collezionano più medaglie olimpiche e iridate di tante altre intere nazioni.
Parlavamo di un canale innovativo per il tempo in cui fu costruito e concepito, diverso dagli attuali per una serie di ragioni. La prima sicuramente sono le sue pareti completamente verticali che restituiscono velocemente il flusso dell’acqua verso il centro nel momento in cui la stessa va a batterci contro. La seconda caratteristica sono gli ostacoli modellati sul fondale; poche le paratie laterali. Si gareggia su un tratto ridotto rispetto al percorso originale, il via infatti è dato al bivio e qui, subito, la prima insidia con la "Waschmachine". Ricarda Funk parlando dell’inizio dice: "i primi colpi devono essere efficaci al 100% ed è per questo che la partenza qui è così speciale: anche una piccola distrazione ti fa ritrovare frullato nel buco centrale". Superato il battesimo d’acqua ci si proietta in una sorta di toboga che ti porta al "Bogenbrücke". Hannes Aigner su questa rapida, che letteralmente è chiamata Ponte ad Arco, ma da noi è stata ribatezzata da sempre ponte dei sospiri, dà questa interpretazione: "qui gli atleti arrivano ad alta velocità dopo lo sprint iniziale e devono mantenere il controllo della barca". Superato il ponte si arriva ad alte velocità al pietrone centrale conosciuto con il nome di "Moby Dick" perchè ricorda la tanto famosa balena del capolavoro letterario di Herman Melville. Come il capodoglio, protagonista dell’omonimo libro, sembra essere lì in attesa delle prede che, in questo caso saranno gli atleti, che passeranno al suo fianco chi con maestria e chi invece rosicando secondi preziosi. Seguono a breve distanza il "Korkenzieher" e il "Karussel". La prima è un’onda fatta a cavaturaccioli, ecco da dove deriva il nome, mentre la seconda è una morta gigantesca con acqua che gira e gira, quindi facile identificarla come una giostra. Si finisce con il Walze del ristorante "Restaurantwalze" e con il rullo siluro che i tedeschi hanno denominato "Torpedowalze". A tutte queste difficoltà si devono aggiungere le porte che speriamo sfruttino magistralmente i flussi di un’acqua che, se pur non abbondante, ci regalerà magici momenti.
Occhio all’onda!
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