Luglio 9, 2009
Tutto come routine anche il giorno di vigilia delle gare di qualifica.
L’ultima mezz’ora di allenamento sul canale, l’omologazione delle canoe, la cerimonia di apertura, per la verità molto scarna, la dimostrazione del percorso, la sua successiva analisi, i buoni intendimenti per le gare di qualifica. La verifica che il sistema video messo a disposizione dall’organizzazione funzioni al meglio e la pianificazione per la giornata di domani chiude il lavoro quotidiano.
Tempo atmosferico ancora molto incerto con un venticello fastidioso e frescolino. E allora spazio ad alcune considerazioni emerse in questo dì. La prima è il pensiero di Peter Kauzer che dopo aver visto il percorso non si considerava molto soddisfatto: troppo facile. Infatti, secondo la sua teoria, sarebbe meglio avere un tracciato molto impegnativo in qualifica per avere la prima vera selezione. L’idea è quella che in semifinale devono passare veramente i migliori. Con un percorso lineare e relativamente facile le chance si aprono per molti che difficilmente però possono aspirare alla successiva finale o ad una medaglia – anche se, secondo il mio modesto parere, alcune insidie non mancano visto che per passare in semifinale sarà questione di pochi secondi di distacco tra i venti atleti e le combinazioni per perdere tempo non mancano. Fuori dalla “lavatrice” si dovrà arrivare ancora con energie per non perdere tempo in una doppia sfasata inserita tra corrente e morta. Giusto per gli appassionati dei numeri in due gare di coppa del mondo fino ad oggi disputate, sono 17 le donne che hanno preso almeno una finale (di cui Dukatova, Schornberg e Pfeifer per due volte), tanti quanti gli uomini (solo Molmenti, Walsh e Lefevre hanno all’attivo tutte e due le finali), mentre i C1 sono 15 (di cui 5 per due volte consecutive) e i C2 13 di cui ben 7 bissano.
La seconda considerazione è legata al numero di ragazzi tedeschi in acqua ad allenarsi. Ho messo a fuoco solo oggi la cosa dopo alcuni giorni di allenamenti molto affollati sui tre canaletti a disposizione. Tu pagai o segui i tuoi atleti e ti rendi conto che in acqua ci sono una marea di giovanissimi che spuntano dai ogni lato. Sulle rive allenatori che con tranquillità offrono supporto tecnico e di sicurezza. Capita di imbarcarti al Club e ti rendi conto che per montare devi metterti in coda e nel frattempo magari è il caso che dai una mano a dei micro canoisti ad allacciarsi il paraspruzzi prima che la correntina del canaletto li trascini a valle. Poi risali qualche centinaio di metri per immetterti nella “bocca del diavolo” e ti rimetti in fila per scendere perché altri ragazzini sono pronti a proiettarsi in quel budello di acqua che ti regala grandi emozioni. Arrivi al “bivio” e c’è la folla che aspetta. A destra i professionisti di coppa a sinistra loro i ragazzi dei due club di Augsburg che ovviamente non perdono occasione per allenarsi tra le centinaia di porte sparse ovunque. Vedere tutto ciò ti fa capire perché la Germania è la nazione che tutti noi conosciamo!
Si sa però che le giornate possono portare vento freddo e mal tempo, non sempre splende il sole. E così ci delude molto vedere atleti che perdono la loro dignità accettando di condividere fatica e lavoro con chi ha cercato di distruggere professionalità, speranze e umanità.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi – Augsburg finale di Coppa del Mondo slalom 2009
Commenti
Posta un commento