37 centesimi un tempo non comprensibile neppure dalle emozioni


Credere nel nostro sport e condividerlo scrivendone bellezze, personaggi, tecnica, cronaca a quanto pare, è diventato in elemento discriminante quando, per imparare e conoscere, chiedi di poter capire perché si sono prese certe decisioni. Capire come un 50 si possa trasformare magicamente in un passaggio pulito e chiedere di vederne i video per  farsi spiegare il motivo di questa scelta e sentirselo negare perché ho un blog e scrivo,  diventa veramente imbarazzante. Ma mi chiedo:  se ho la certezza di questa decisione e ho gli elementi che lo provano perché non diffonderli al mondo e tanto più a chi dedicata tempo e passione allo slalom cercando di scriverlo e condividerlo? Qui cade l’asino perché se tutti questi elementi ci fossero stati non ci sarebbero stati problemi a mostrare ogni minimo dettaglio.  Comportandosi così si fa pensare che qualche cosa da nascondere ci sia stata e tutte queste certezze non si sono viste!

Le medaglie nella canadese maschile, nell’ultima giornata di gare ai Campionati Europei di Slalom a Ivrea, confermano la media dei 32 anni come lo è stato nel kayak maschile. 10 anni di meno invece quella della canadese femminile. Partiamo proprio da quest’ultima specialità che ha riservato diverse sorprese con la vittoria della spagnola Miren Lazkano al suo vero primo importante successo internazionale che ha vinto per 0.36 su Tereza Fiserova e per 1.86 su Elena Apel. L’ucraina Viktoria Us conquista la quota olimpica anche nella canadese dopo quella di due anni fa a La Seu d’Urgell nel kayak.  Le sorprese non sono mancate in questa categoria e le prime sono state quelle dell’esclusione dalla finale di tre elementi di valore come la campionessa del mondo in carica  Andrea Herzog, la campionessa europea 2020 Gabriela Satkova e di Nuria Vilarrubla che sarà al via a Tokyo. Mancano la finale anche le due azzurre Elena Borghi e Marta Bertoncelli che in casa avrebbero potuto dire la loro se solo avessero raggiunto quella tanto sospirata finale. Brava la 18enne Elena Micozzi che con l’accesso alla finale, chiuderà al 9^posto la sua avventura continentale, dimostra di essere in grande crescita e con davanti a sé tante opportunità di successo.
L’ultimo atto ha visto una Mallory Franklin perdersi tra le onde della Dora come non l’avevo vista fare mai. Evidentemente l’assenza prolungata dai campi di gara che tutta al squadra inglese ha fatto si è risentita non poco. Gli atleti di sua Maestà infatti sono alla loro prima ufficiale trasferta dopo i mondiali del 2019. La vincitrice di San Sebastian nei paesi Baschi Lazkano è alla sua prima grande affermazione, precedentemente tra le senior  aveva al suo attivo solo un argento nella finale di Coppa del Mondo in casa nel 2016, mentre nelle categorie giovanili è stata campionessa europea U23 nel 2017 e precedentemente medagliata tra le junior a squadre. Una gara, la sua, segnata da 12 cambi pala, un eskimo e 3 porte in retro e il suo tempo è al 24.7% dal vincitore del kayak maschile Prindis. In finale ci si arrivava con oltre 13 secondi da Kimberley Woods che ha vinto la semifinale, ma quello che sconvolge ci si arriva pure risalendo una porta come è stata costretta a fare la connazionale della Wood e cioè Franklin. Forse qualche domanda qualcuno dovrebbe farsela per non trasformare lo slalom in un circo dove le donne non possono esprimersi come sarebbe giusto fare con eleganza, tecnica e fisico: oggi si parla solo di casualità!  
Il tema conduttore nella canadese maschile era la sfida tra Germania - Italia - Russia per conquistare l'unica  quota olimpica ancora mancante a queste tre nazioni per conto dell’Europa. Si arriva alla finale con due tedeschi e due italiani. Il primo a partire è Raffaello Ivaldi che a parte una sbavatura a metà percorso scende bene e il suo 89.84 è un buon tempo e fa sperare bene. Alle sue spalle parte il fenomeno tedesco Sideris Tasiadis  numero 1 del ranking mondiale,  vincitore dell’argento olimpico del 2012 nonché vincitore di 2 coppe del mondo quindi un atleta di tutto rispetto che fa fermare i cronometri su 89.47 quindi più veloce dell’italiano di 37 centesimi che quantificabili in centimetri sono impossibili da misurare. Il proseguo della gara vede uscire di scena prima l’altro tedesco Franz Anton, campione del mondo 2018, e poi Roberto Colazingari che aveva vinto la semifinale. Addio sogni di Olimpici per il pagaiatore veronese che ha dovuto patire tante pressioni accumulate dal 2019 quando si è visto sfuggire di mano la qualifica ai mondiali di La Seu d’Urgell per soli 23 centesimi. Dispiace rimanere a guardare le gare a cinque cerchi per 60 centesimi da distribuire su due competizioni di altissimo livello! Probabilmente i criteri per andare ai Giochi devono essere per forza di cose rivisti se vogliamo dare un senso di giustizia allo sport. Distacchi così minimi che però devono confermare il lavoro fatto fino ad oggi che ha saputo dare soddisfazione non solo all’atleta, ma a tutto il movimento nazionale e che se portato avanti ci regalerà presto grandi risultati.  A tutto questo poi si aggiunge la beffa di una penalità prima data e poi eliminata a chi invece ha indossato la maglia di campione d’Europa nella canadese monoposto maschile. Questo ha privato l’azzurro di una medaglia che sarebbe stata più che  meritata.

Occhio all’onda!


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