Il Grande Faggio

 


Ogni mattina per andare al campo di slalom attraverso in bicicletta il parco che fa da contorno al "Palazzo Uffici Olivetti" che è stato costruito nei primi anni ’60 alle falde della collina di Montenavale ad Ivrea - posizione strategica vista la vicinanza all’autostrada e al centro della città eporediese. La struttura incanta per dimensione, per forme geometriche e per i materiali usati come i vetri di Murano o il granito rosa di Baveno.  Ma quello che veramente mi cattura ogni volta  che passo sono le piante posizionate con intelligenza e unica  sensibilità da Piero Porcinai, che al tempo era considerato uno tra i più famosi progettisti di esterni in Europa. Ad aspettare e ad accogliere chi si trova da quelle parti   c’è il grande faggio con i rami che toccano terra. La chioma di un faggio normalmente  si perde nel cielo, ma quella che c’è in questo parco avvolge ogni passante tanto che non si può procedere senza aver avvertito la sua impetuosa presenza. Se poi si smette di pedalare per un attimo si percepisce pure il suo sospiro forte e incisivo che difficilmente si dimentica.
Questo faggio ha tanto da raccontare non fosse altro per le migliaia di persone che ogni giorno animavano questo luogo e che sono transitate sotto la sua possente chioma. I parcheggi immensi testimoniano l’immensità di questi spazi, l’ampio ingresso, con una sorta di piazza interna e la scalinata, me li immagino con l’andirivieni delle oltre 2.000 persone che ogni giorno lavoravano in uffici super moderni e  con progetti di sviluppo unici e all’avanguardia. Segretarie vestite con gonne ampie e tacchi operative sulle loro macchine da scrivere, con  progettisti e operai che si spostavano tra gli uffici e le officine con progetti e disegni da presentare a chi ha saputo realizzare tutto ciò e che  ha trasformato un’azienda in un modello da copiare,  dove ognuno era considerato una persona e non solo un numero. Adriano Olivetti prima e poi il figlio Roberto sono stati  i precursori del modello  di impresa internazionale e, riassumendo, i punti cruciali sono stati: credere nei giovani laureati meritevoli, uno sviluppo tecnologico all’avanguardia e il local-global, cioè credere sulle risorse sul territorio.  Per non parlare dei negozi Olivetti progettati da grandi architetti che sono diventati un luogo di culto e antesignani degli Apple Store.   
Mi sono decisamente perso tra i folti rami del "grande Faggio", ma l’aria che si respira attraversando quest’area non ti lascia insensibile se solo per un attimo ci si ferma ad ascoltare attentamente il fruscio dei rami e ora delle foglie di chi la sa lunga sulla vita e sulle persone! In fondo la vita ci parla e ci manda messaggi anche attraverso la natura e le grandi opere che grandi uomini hanno creato coinvolgendone e condividendone ideali e speranze.


Occhio all’onda!

P.S LO PROMETTO! DOMANI VI RACCONTERO' DEGLI EUROPEI IN CORSO DI SVOLGIMENTO A IVREA - 

 



 

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