Repubblica Ceca e Germania Europeo più che positivo
I volontari con i campioni europei del K1 men i cechi Prskavec, Prindis e Tunka. |
prosegue dal post precedente:
Partiamo dai numeri per analizzare gli Euro Slalom 2018
La Repubblica Ceca nelle discipline olimpiche ha piazzato in finale sei atleti (2 nel k1M, 2 nei C1M e 2 nel K1W) e 2 equipaggi nel C2, specialità quest’ultima che a Praga ha disputato l’ultima sua gara ufficiale. Sparirà infatti dal programma del Campionato del Mondo e in Coppa del Mondo, mentre l’ECA non si è ancora pronunciata in merito. Le medaglie conquistate sono state 9 in totale di cui 2 nel C2 quindi il 33% del bottino complessivo anche se nel settore femminile si aspettavano qualche cosa in più specialmente nel kayak dove, dopo aver piazzato in finale due atlete, la medaglia era alla portata. La giovane Valikova finisce al decimo posto e Kudejova è sesta in finale, mentre Vojtova aveva fatto una semifinale disastrosa abbandonando ogni sogno di gloria. Impennata d’orgoglio nella gara a squadre per le tre ragazze ceche del Kayak che conquistano il bronzo, dietro ad Austria, seconde, e tedesche trionfatrici inarrivabili, le consola e il sorriso smagliante di tutte e tre torna vivo più che mai. I cechi, nella canadese monoposto maschile, stanno avendo un cambio generazionale con la fuoriuscita di Jezec e Jane a favore dei più giovani Rohan (classe ’95) e Rak (classe ’89) affiancati ancora da Gebas che si era preso il posto su Matyas Lotha (classe 1999 e atleta che era già al mondiale lo scorso anno a Pau) per il rotto della cuffia. Sono però i primi due ad entrare in finali e Rak, con una gara senza sbavature, riesce a mettersi al collo un bronzo importante, dietro ai due inglesi che hanno interpretato alla grande il tracciato praghese.
Oro e bronzo nel C2 rispettivamente con Kaspar/Sindler, strepitosi nel finale, e Karlovsky/Jane tra i due si inseriscono i tedeschi Behling/Becher.
La Repubblica Ceca manca l’appuntamento finale solo nel C1 donne. Le loro prospettive però sono buone considerando le potenzialità della Fiserova - seconda nel 2017 al mondiale assoluto a Pau e 2^ pure alla prova iridata U23 a Bratislava - e delle giovani come Vrbova e Rihova (finaliste al mondiale Junior 2017 rispettivamente 5^ e 8^). Europeo assolutamente positivo quindi per i padroni di casa sostenuti da un grande e numeroso pubblico.
Visto poi che parliamo di Repubblica Ceca due parole anche sull’organizzazione che come sempre è stata perfetta sotto ogni punto di vista a partire dalla cerimonia di apertura alla festa finale andata avanti, così mi dicono, fino alle prime ore dell’alba del nuovo giorno, con musica, balli e birra offerta e che ovviamente qui non può mancare!
Veniamo alla grande Germania che come squadra aumenta di 3 il bottino di medaglie rispetto al 2017 piazzando in finale 7 atleti sui 12 e altri 3 nel C2 maschile. La protagonista è sicuramente Renata Funk che finalmente trova serenità e continuità. E’ lei la donna da battere in questo 2018 come lo era stata lo scorso anno perché è sempre lei che può alla fine fare la differenza per la vittoria o per un piazzamento. La tedesca in finale ha una prima parte di gara attenta e non forza praticamente mai, è per questo che guardandola si ha la quasi certezza assoluta che sia il suo grande momento, se solo saprà aspettare ed arrivare pulita fuori dall’ultima risalita avendo poi a sua disposizione un rush finale ancora e che giocherà tutto a suo favore. Il ritardo di 0,22 all’intermedio non preoccupa perché c’è la consapevolezza che quest’atleta appena ne avrà la possibilità di distendersi per spingere sul suo scafo recupererà il ritardo. C’è una sorta di incertezza quando alla risalita 18 la sua canoa si impenna e invece di ruotare si spinge verso monte, forse il colpo largo dato a destra arrivato dopo il Duffek non ha tenuto conto del ritorno d’acqua salito sopra la su coda che l’ha aggredita più del dovuto. L’errore però le da ancora più determinazione e coraggio per affrontare i due salti successivi con determinazione e grinta. Uscita dalla 21 in risalita a destra cambia marcia e si proietta verso l’oro Continentale. Brava Renata, dal corpo longilineo, dal timido carattere e dal delicato e dolce sorriso.
I tedeschi hanno in Tasiadis il loro punto di forza nella canadese monoposto. Ovviamente Sideris, dalle chiare origini greche, ma tedesco in ogni suo aspetto, ha passato l’inverno a casa, non ama spostarsi e preferisce curare la preparazione con tanta palestra. Poi c’è quella sua riluttanza a cambiare e ad adeguarsi ai cambiamenti degli scafi infatti gareggia ancora con il « Pink and Yellow » che certamente ha fatto il suo tempo, ma che forse oggi potrebbe essere inadeguato. Eppure il suo esordio a Praga è stato più che ottimo con la vittoria in qualifica che aveva messo in fila tutti con estrema facilità. Da lì in poi per Tasiadis non è tutto così semplice visto che accede alla finale con l’ultimo tempo utile e quindi in decima posizione, a 1,81 dal vincitore Florence, ma al quale vanno sommati i due secondi della penalità alla 8 in risalita. In finale, la medaglia olimpica di Londra 2012, non fa nulla di particolare, ma per vincere bisogna fare qualche cosa di più e non limitarsi a non fare errori. La tendenza oramai, specialmente in finale, è quella di attaccare su ogni pagaiata senza risparmio di energie e credendoci con tutto se stessi. Tasiadis finirà il suo Europeo senza lode e infamia, ma certamente per il futuro deve pensare ad un giro di vite per cercare di tornare il Tasiadis che tutti noi consociamo. Per restare nella specialità della pagaia ad una sola pala devo aggiunger che ho visto un Franz Anton spento poco brillante rispetto al suo solito, ma non ho avuto occasione di approfondire.
Nel Kayak maschile Aigner sfiora il podio e lo manca per 0,26, mentre Schubert dopo il 50 alla 10 non è più in gara.
Ci rimane solo da sottolineare la medaglia della Apel nella canadese monoposto femminile, ma che mi offre l’occasione per parlare ancora una volta di questa specialità che inserita nel panorama olimpico rischia però di creare danno a tutto il movimento se non adottiamo i giusti accorgimenti per farla apprezza appieno. Infatti, sembra, che una delle ragioni per cui Eurosport non ha comprato i diritti televisivi dello slalom sia proprio per il fatto che non ritengono il C1 donne televisivamente idoneo e alcuni sponsor non hanno gradito la cosa tanto da ritirare il loro contributo se fosse rimasta nel programma il C1 in gonnella. La prova nel C1donne dura circa 28 secondi di più di una gara del K1 uomini cioè in pratica un terzo in più. Questo non è il vero problema che in parte non si riscontra nelle prime sette otto atlete, il problema maggiore è nella fase di qualificazione e di semifinale e sui vari sconvolgimenti complessivi di tutta la gara. Infatti durante le qualifiche c’è qualche impennata casuale di qualche atleta che poi puntualmente non si conferma nel proseguo della gara. Bisogna, lo ripeto per l’ennesima volta, creare dei percorsi specifici per il settore femminile in modo tale che questa specialità possa esprimersi sia sotto l’aspetto fisico, tecnico, strategico e tattico.
prosegue ...
Il podio a squadre C1 men primi Francia, secondi Slovacchi e terzi Cechi. |
Il podio del K1 donne con Germania prima, seconda Austria e terze Repubblica Ceca. |
Commenti
Posta un commento