Un fiorellino per farci sorridere


Sto diventando troppo sensibile e il cuore alla lunga potrebbe non reggere. Colpa forse di quel fiorellino color violetta in mezzo al campo slalom che questa mattina contrastava il grigiore delle ciminiere della mega centrale nucleare che si stagliano giusto in fondo alla nostra visuale. Impossibile non notarle in questo piatto paesaggio sassone. Viceversa la fiorescenza – il cui nome scientifico ovviamente ignoro - ci vorrebbe il mio amico Stefano grande esperto di botanica e vero conoscitore delle cose di montagna - era lì in mezzo al pratone a ricordarmi le cose belle e semplici della vita.
Poi ci si mette anche il mitico Gra che da Trielle mi manda resoconti sullo stage di tango che sta vivendo da quelle parti e che sembra fermare il tempo. Scrivi tutto grande maestro, non perdere nulla, caricati di energia, assorbi ogni gesto nel tuo sapere, nel tuo essere unico.
E poi c’è quella voglia di lavorare intensamente con i miei atleti in acqua in quell’ora che l’organizzazione ci concede ogni giorno e che noi cerchiamo di sfruttare al meglio. Con Pedro Henrique Gonçalves Da Silva, brasiliano diciottenne, ho necessità di fargli capire che lo slalom non è un gesto fatto di sole pagaiate senza senso. Devo fargli sentire e percepire che l’andare sull’acqua che corre è come ballare a volte lenti e a volte veloci. Milonghe o tanghi vanno ballati diversamente e in una gara di slalom trovi sia l’una che l’altra versione di un ballo così affascinante e unico come è quello argentino. La corrente è la musica e tu la devi seguire, le porte sono le variazioni sul tema e tu le devi interpretare. Ciò che ti permette tutto ciò è quella pagaia che devi tenere in acqua più tempo possibile per ricevere informazioni che vanno elaborate velocemente. Solo così puoi offrire valide risposte alla tua canoa-ballerina che è li che ti aspetta e brama attenzione. Non è facile però tenere a bada l’energia di un giovane che come tutti vorrebbe avere tutto subito pensando che pagaiando più forte sia l’unica vera via per andare più veloce!
Con Raffy alla sera mi diverto nell’ora libera ammirandolo tra risalite e porte sfasate. Con lui il lavoro è molto più fine, c’è tempo e quindi non voglio correre. Io intervengo solo per offrirgli punti di riflessione su come possono spingere le ginocchia e il bacino in determinate situazioni oppure gli ricordo di spingere bene anche coni il braccio alto. Poi scherziamo sulle mie proposte di cercare di fare delle discese intere con la pala sempre in acqua, senza cioè estrarla dall’elemento liquido neppure per avanzare.
Con Eoin Rheinisch inizio a vedere un po’ di luce dopo tanto buio causato da problemi fisici e da una ricerca di cambiamento tecnico che forse abbiamo raggiunto. Il suo vecchio stile ha lasciato più spazio ad una maggiore dinamicità nel preparare le risalite, mentre si è mantenuto nei pezzi diritti dove c’è necessità di far scorrere la canoa. In questo l’irlandese di Dublino è molto bravo e ovviamente non c’era motivo di apportarne modifiche.
Da casa non giungono belle notizie e sembra che l’europeo junior per Zeno sia a questo punto compromesso per questa febbricola che lo perseguita da ormai due settimane e che lo tiene a letto o sul divano a guardare il Tour de France. Speriamo che il fiorellino, dai colori che piacciono tanto alla Cristina che pagaia, sappia comunque regalarci il sorriso.

Markkleberg, 7 luglio - Germania 3th slalom race World Cup 2011

Occhio all’onda!

www.slalom​worldcup.c​om
www.123res​ult.com

Commenti

Post più popolari