Bourliaud un transalpino
Pierre Bourliaud è la versione francese del campione olimpico tedesco Alexander Grimm, forse più agile e comunque un raffinato esteta dello slalom. Sabato in Germania ha vinto la terza prova di coppa del mondo utilizzando 119 pagaiate e solo 3 di queste sono stati colpi indietro e cioè alla porta numero 5 dove si era costretti a cambiare repentinamente direzione da sinistra a destra. Poi all’uscita della risalita 6 per andare alla 7 a cavallo del ricciolone dopo il buco (porta che è costata molto a Peter Kauzer in semifinale e che l’ha costretto ad abbandonare le speranze di chiudere con anticipo la coppa del mondo) ed infine all’entrata della porta numero 10 in risalita dove c’erano lo spazio e l’acqua per tagliare l’entrata con la coda nell’elemento liquido.
Poco ci direbbe se non confrontassimo questo numero di pagaiate con quelle fatte ad esempio da Giovanni De Gennaro: ci accorgeremo che il bresciano ha sei colpi in più di cui 4 in retro, contro i 122 di Molmenti.
Il percorso, come già detto, non era tra i più scorrevoli visto che gli atleti hanno risolto praticamente tutti con delle retro le due combinazioni 9 -10 e 16 - 17. Un tracciato di tempi antichi quando le retro erano obbligatorie. Comunque tutto ciò ha giocato a favore del bravo Bourliaud, ma dovete conoscerlo più a fondo per apprezzare appieno questa sua vittoria.
Infatti, dopo essere rimasto fuori dalla squadra A, come quarto K1 e dopo l’argento dello scorso anno a squadre e il quinto posto ai mondiali di Tacen ha dovuto armarsi di pazienza e iniziare ad allenarsi girovagando per l’Europa in compagnia del quinto k1 e cioè di quel certo Sebastien Combot già campione del mondo nel 2007. In Saxonia i due erano in tenda come la settimana prima a Bratislava dove erano andati ad allenarsi.
Pierre è uno studente di kinesiterapia a Toulose e lo scorso 4 marzo ha fatto 26 anni.
In gara mi è piaciuto parecchio. Mi è piaciuto tra la 4 e la 5 perché ha saputo usare molto bene i fianchi per ruotare e far restare in linea il suo scafo verso la porta successiva. Uscito dalla 6 in risalita ha preso un altissimo rischio alla 7 dove è stato costretto a distendersi indietro sulla sua coda, ma si sa che per vincere bisogna osare e non limitarsi a fare le cose bene. Sempre preciso nelle risalite con l’aggancio che si trasforma in un reattore nucleare e che prende le sembianze di una propulsione atomica. Bello, regolare, pulito: tre aggettivi che dire calzano a pennello per descrivere la sua manche di finale.
L’altra storia che vi voglio raccontare è quella di una famiglia inglese che accompagnano la figlia - giudice arbitro - nelle trasferte internazionali. Il papà è un anziano signore e la mamma si aiuta a camminare sostenuta da un bastone che però non la limita in nulla, anzi, sembra darle, oltre alla sicurezza, anche molta energia. I tre sono partiti da Londra con il camper una settimana prima della competizione e con calma hanno raggiunto la meta di lavoro della figliola. Si sono fermati a visitare Berlino prima di arrivare a Markkleberg. Gran lettore di romanzi e appassionato di geografia lui, la moglie si dedica ai lavori ad uncinetto e a preparare i pasti al giudice che alla sera torna letteralmente distrutta dopo diverse ore di gare. A sentire lei però non sono le competizioni a ridurla in quello stato comatoso, ma le estenuanti riunioni pre e post manifestazione.
Bello comunque scoprire anche questi risvolti del nostro sport, come quello che è stata offerta la possibilità ai giovani dei vari club in Germania di assistere alle gare ed avere anche un contributo per i vari spostamenti.
Com’è la situazione in Coppa dopo tre gare è presto detto.
Nei Kayak può succedere di tutto per il momento in tesa c’è Kauzer con 127 punti seguito dal suo compagno di squadra Meglic a 123. Molmenti è 5^ con 108.
Nelle donne Dukatova in fuga con 162 punti e seconda Nenusova-Mann con 132.
C1 il detentore di coppa Benus com 148 guida la classifica di specialità seguito da Jezek.
C1 donne Lawrence 165 punti davanti a Guinea 150 con Macova terza con 128
C2 Hochshorner in fuga anche loro con 165 sui francesi Klauss/Peche. Primi italiani 11esimi con 73 punti.
La Coppa ora si prende una pausa fino alla seconda settimana di agosto per la finale di Praga. Io con la casa viaggiante, con Raffy, Pedro e, tra qualche giorno Eoin, sono tornato a Bratislava con l’unico vero grande obbiettivo della stagione: far crescere i miei atleti. Cerco di non perdere neppure un minuto nella speranza che questi giovani con le loro canoe, alla fine, si fondano con l’acqua e diventino un elemento unico!
Occhio all’onda!
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