...Aspettando i Campionati del Mondo di Canoa Slalom - 1
Questa mattina ci ha scosso e spaventato un urlo disumano del campione olimpico 2004 Benoit Pechier! Personaggio decisamente strano il francese che ora gareggia per la Grecia. Un tipo particolare con tanta rabbia in corpo che scarica ogni volta che la sua pagaia tocca la superficie dell’acqua. Sulla forza bruta il buon Benoit potrebbe raccontarla lunga, anche se lo abbiamo visto in più di un’occasione mettere in mostra grande acquaticità e abilità motorie di eccellenza e di estrema eleganza. Mi sembra impossibile che in questa sua lunga carriera sportiva non abbia ancora raffinato gesti e movimenti sulla e con la corrente, invece di ostinarsi a considerarla come una nemica. Eppure di risultati ne ha ottenuti parecchi: nel 2001 era invincibile, quando dalla sua aveva l’età e la sensibilità di una scelta più elegante che brutale. Abbiamo tremato per quel grido sotto il ponte che è risuonato in tutto il Parco del Segre, come una sorta di lamento di un guerriero ferito ed umiliato, non da un drago dalle sette teste, ma da una banalissima porta in risalita. Quel grido, ha avuto la capacità di esprimere mille pensieri e mille emozioni. Il grido di un campione a cinque cerchi che continua a lottare contro se stesso e contro un destino che, se da un lato gli è stato molto vicino, dall’altro lo ha provato parecchio. Credo che non ci sia peggior cosa per un atleta saper di valere, averlo dimostrato, e non concretizzare questo suo potenziale sempre e comunque. Nessuno tra tutti coloro che erano in quel momento sul percorso, ha avuto la forza di reagire con un sorriso, troppo terrorizzati e spaventati per condividere, inconsciamente, senza colpa o gloria, un momento così drammatico.
Ieri sera ho bevuto un buon bicchiere di vino rosso iberico in compagnia degli amici slovacchi, Marcel, Benus e Kamil che mi sono venuti a trovare alla mia casa mobile. Con loro abbiamo disquisito ovviamente di canoa. Ci siamo chiesti dove andrà la canoa slalom, ci siamo chiesti perché non avere un programma di gare di coppa del mondo più nutrito, ci siamo chiesti perché sia così poco presente la televisione nel circuito internazionale. L’incertezza del nostro futuro non è migliorata con l’arrivo di Zeno, che ci ha raggiunto qui a Seu dopo aver vinto due titoli italiani sulle acque amiche del fiume Brenta a Valstagna. Infatti, ci ha raccontato che l’organizzazione lo ha prelevato all’aeroporto di Barcellona e con lui anche il terzo vice-presidente ICF: il giapponese Shoken Narita; niente di strano se non il fatto che l’autista prima di lasciarlo davanti al parking atleti, ha scaricato il mega vice-presidente all’hotel del Castello di Seu: un 5 stelle sotto il quale la macchina parcheggiata più piccola è una Ferrari. Forse è proprio questo il nostro vero grande problema!
Infine ogni 8 settembre si riempie di nostalgia. Ogni anno, in questa data, non posso non ricordare i racconti di mio padre, che nel ’43 si trovava proprio a Brindisi. L’8 settembre, giorno in cui Vittorio Emanuele III scappò lasciando un’ Italia in mano a Badoglio, ma soprattutto lasciando gli italiani al loro destino. Lui un giovane ufficiale nel corpo dei bersagliere restò in balia della sorte in attesa di eventi e di una guerra che sembrava non finire mai.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi - Seu d’Urgell 8 settembre ... a 1 giorno dal Mondiale e a 1.052 da Londra!
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