Spalti pieni per il primo round del testa a testa nel Kayak Cross

 


Alla mattina ho seguito con interesse la finale dell’8 “con” dal vivo e poi la finale dello skiff, che ha chiuso le gare olimpiche per il canottaggio. Le ragioni per cui mi piace assistere a queste gare sono varie, ma principalmente due. La prima è perché al mio papà il canottaggio piaceva tanto e mi ricordo che da piccolo, appena lo trasmettevano in televisione,  ci fermavamo a guardarlo in religioso silenzio. Poi avevamo una barchetta a remi sul lago di Garda e, quando il mio papà ci scarrozzava sopra  la mia mamma, comodamente distesa a poppa  a prendere il sole,  diventava una belva e remava come se fosse in una finale olimpica con il suo skiff ! Io che seguivo sulla canoa  da velocità faticavo a restare al passo, ero piccolo, ma sognavo da grande. Lì, durante le vacanze estive, ospiti dalla cugina con villa  sul lago, mi chiamavano tutti “il Peri”, perché all’epoca Oreste Perri andava forte con la sua pagaia in legno e con le spalle rubate alla boxe, la sua grande passione. Quell’Oreste con cui molti anni dopo ho condiviso il lavoro e  che ieri sera, al suo arrivo in hotel, ho abbracciato dopo tanto tempo. La seconda é perché mi incanta vedere otto atleti remare assieme e la barca, diretta dal timoniere, nel caso dell’Olanda dalla timoniera (si può usare al femminile giusto!  la legge non é passata o forse é stata pure ritirata prima che diventasse una barzelletta) vola  sull’acqua spinta da un gesto così armonioso da coinvolgere ogni minimo muscolo dei suoi rematori. 

Seguendo le premiazioni mi sono immaginato poi questo otto più il “con” fra 40 anni quando si ritroveranno un po’ anziani a ricordare i momenti di sofferenza e di gloria vissuti  lungo i 2.000 metri di gara su un guscio di fibra. 

Gli inglesi, che hanno vinto, hanno nomi molto British e li immagino in uno di quei pub tanto British quanto i loro nomi a gustarsi una Guinness e dandosi manate sulle spalle. Sì lo so è una birra irlandese, ma se ne beve tanta anche sull'isola adiacente. 

Gli olandesi, con il “con” donna, Dieuwke Fetter, invece me li vedo fra 50 anni in bicicletta lungo i loro canali a rincorrersi e a rimembrare la medaglia di questo 3 agosto 2024. Le biciclette rigorosamente arancioni e la Fetter con i nipotini da scorrazzare in giro. 

Gli americani invece, terzi classificati,  organizzeranno una rimpatriata al ranch in Texas di uno di loro.  Dopo una giornata a cavallo nella prateria, si siederanno  sulla darsena della fattoria per fare una scorpacciata di gigantesche   T-bone e patatine fritte e, per finire la serata , a fumarsi uno di quei sigari che li accendi oggi e li finisci forse  un giorno prima di partire per altri lidi a noi sconosciuti.  

Va beh! Lasciamo correre la fantasia, perché, se devo essere sincero, mette tristezza vedere smontare remi e barche nel grande piazzale che fino ad oggi ha ospitato questi giganti di atleti e che si preparano a tornare dalle loro famiglie nei luoghi di origine. Con loro abbiamo condiviso gli spazi e abbiamo partecipato ad una sorta di staffetta: loro alla mattina noi al pomeriggio. 

I Giochi sono così e sappiamo già che dopodomani, quando cioè inizieremo noi a raccogliere i nostri strumenti da lavoro per tornare a casa, la tristezza si tramuterà in malinconia! 

Veniamo alle gare di oggi per il primo round del Kayak Cross, questa disciplina tanto contestata e tanto attesa alla prova del nove. Diciamo subito che gli spalti erano pieni come non mai e la partecipazione è stata molto attiva, nel senso che il pubblico ha gioito, sofferto e goduto per ogni discesa che si é disputata. In totale ci sono state 32 partenze intervallate da 5 minuti una dall’altra, più una pausa lunga tra il round 1 e le prove di ripescaggio. Qualche brivido l’ho vissuto in prima persona per un “fault” al mio atleta Pepe Gonçalves che ha staccato la sua mano destra dalla canoa prima che la pedana automatica iniziasse ad aprirsi. Il problema non è tanto l’infrazione fatta è che si sarebbe dovuto applicare il regolamento alla lettera per tutti nello stesso modo, cosa non successa e le motivazioni che mi sono state date mi lasciano molto perplesso. 

Qualche sorpresa c’è stata, più che altro per qualche atleta di spessore che ha dovuto presentarsi ai ripescaggi, ma alla fine tutti i nomi che contano saranno al via nella giornata del 4 agosto per il secondo round dove si disputeranno 8 batterie, tanto al maschile, quanto al femminile, tutte con 4 atleti. Su 32 partenti ne resteranno la metà. Questi 16 gareggeranno poi domenica prima nei  quarti, poi ne resteranno 8 per le  semifinali e finali A, per le medaglie e B per i piazzamenti di rincalzo. 

Guardando la composizione delle batterie quella con  Clarke, Ohrstrom, Grigar e Kauzer, si presenta interessante; nella batteria successiva Ochoa la può vincere facile. Giovanni  De Gennaro non dovrebbe avere particolari difficoltà considerando che avrà al suo fianco due specialisti del C1. La vedo facile pure per Neveu, Gonçalves, Oschmautz. Molto molto facile la batteria di Castryck che scenderà con Rohan, Baldoni e Wua. 

Nel settore femminile assisteremo ad una batteria impegnativa per le sorelle Fox messe una contro l’altra e con Wegman e Chourraut. La prima delle due è una atleta molto furba nel Cross e la seconda ha voglia di riscatto, staremo a vedere. Per restare in rosa diciamo pure che non ci sono batterie più o meno facili: per passare il turno si dovrà pagaiare forte e sperare di non incappare in strani fault! 

Tutto esaurito per l’ultimo giorno di gare, non si trovano più biglietti, mi dicono e si partiva  da 220 euro per l’acquisto. Non male per questo esordio di questa disciplina!

Occhio all'onda ! 




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