Simulation Race
Prima di partire da Sydney in aeroporto mi sono comprato un giubottone verde imbottito che ricorda tanto un "eskimo" di Guccini memoria! Era in svendita al negozio della "Rip Curl" e pensando che mi sarebbe potuto servire non ho esitato a prenderlo. Devo dire che è stata un'ottima scelta considerando il fatto che in aereo c'è sempre un freddo cane. Decisamente sorpreso Guille, il mio collega allenatore in Brasile, nel vedermi con questo nuovo capo d'abbigliamento quando è venuto a prendermi all'aeroporto di Foz do Iguaçu dopo 30 ore di volo. Qui in effetti la temperatura non si abbassa quasi mai sotto i 10 gradi tanto meno in questa stagione. Deve aver pensato che l'Australia mi ha bruciato il poco cervello che mi era rimasto. Sono quindi rientrato a casa, si fa per dire, e il lavoro qui non manca mai con 24 atleti da seguire 24 ore al giorno. Si inizia presto e si finisce pure tardi, mannaggia in teoria l'assioma non regge, ma è realtà.
Interessante, anzi molto interessante sono stati gli ultimi due allenamenti fatti e cioè quello di sabato e quello di questa mattina. In sostanza si è trattato di una simulazione gara in due giorni. Una sola manche per sabato e una manche più le gare a squadre la domenica. Credo che sia stato ottenuto l'effetto sperato e cioè quello di mettere e quindi preparare ed allenare gli atleti allo stress psicologico che dovranno affrontare nelle imminenti gare di selezione e nelle successive prove iridate di categoria a fine Aprile. Nulla, e lo ripeto con assoluta convinzione, nulla è così specifico e allenante come una prova di simulazione gara.
Dicevo allenare è principalmente mettere l'atleta nella situazione mentale in cui si ritroverà presto in gara, se noi non teniamo ben presente questo principio tutto il lavoro e gli sforzi cadranno nel nulla. Infatti tutto ciò comporta un adattamento specifico a questa realtà emotiva che va a condizionare inevitabilmente l'aspetto tecnico, ma anche fisico. Ho atleti che in allenamento mi sorprendono per il loro grande livello e per la loro capacità di risolvere problematiche tecniche complesse, ma che in gara faticano ad esprimere il loro vero potenziale. Sembrano tornare principianti dove ogni onda diventa una montagna invalicabile e una semplicissima porta in discesa può essere l'incubo notturno che ti fa saltare sul letto la notte.
La semplicità è il vero segreto dello slalom che ci viene data dall'equilibrio con cui riusciamo a navigare sull'acqua e dalla tranquillità emotiva con cui gli atleti affrontano il percorso di slalom. Facile da dirsi difficile da far capire e concretizzare, ma se fosse facile non sarebbe neppure bello!
Occhio all'onda!
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