Essere parte di se stessi in una propulsione


Probabilmente sono ripetitivo visto che su  questo concetto ho  già scritto parecchio. Quindi potrebbe sembrare inutile sprecare tempo ed inchiostro (come si diceva un tempo), ma è un concetto basilare per muoverci in acqua.

Voglio infatti evidenziare e sottolineare l'importanza che ha il singolo colpo durante una discesa fra i paletti dello slalom. Una prova di slalom si costruisce con 125/130 (chi più chi meno) pagaiate tra propulsioni, agganci, appoggi, colpi indietro, spostamenti laterali.  Quindi tutti gli atleti possono arrivare a dare questo numero di colpi e molti atleti anche i più giovani possono essere tecnicamente molto buoni. La frequenza quindi non diventa un problema e la resa non è valutabile da un numero maggiore di pagaiate.
La sostanziale differenza è che prima di riuscire a combinare assieme tutta questa serie di colpi dobbiamo allenare all'esasperazione ogni  singolo movimento che diventa il vero protagonista del nostro affrontare le difficoltà proposte dai tracciatori che purtroppo molto spesso sono lontani dalla quotidianità degli allenamenti. Dobbiamo arrivare ad entrare ed immedesimarci nello stesso gesto per appropriarcene completamente in maniera assoluta. E' il concetto di riuscire a godere di una sola cosa per volta e su quella singolarità riporre tutta la nostra energia, attitudine, responsabilità. Questo diventa il concetto base per evolversi cercando di dare il giusto peso ad ogni singola azione. Quella sola possibilità  abbiamo e quello la usiamo, concetto questo che  dovrebbe essere il nostro "modus  vivendi" come se non avessimo più altre chance a nostra disposizione!

Un arciere zen non può utilizzare il "tiro rapido" e i guerrieri
mongoli, che hanno fatto della loro precisione l'arma migliore, lo sapevano bene quando salivano a cavallo e attaccavano il nemico imbracciando l'arco e considerando la freccia una parte di loro stessi. Mancare il bersaglio significava morire nulla di più, nulla di meno.

Oggi ho detto a miei atleti  che su quella pagaiata specifica su cui stavamo lavorando - trasformazione della propulsione avanti in colpo indietro per far ruotare la barca su se stessa -  ci devono mettere tutta la loro  vita. Ci devono credere come se fosse l'ultima possibilità che resta per vivere ancora. Non ci sono 100 opportunità, nella vita e in canoa o prendi il primo treno per andare lontano oppure rimani fermo sulla riva ad ammirare lo scorrere dell'acqua.   Su quel colpo e solo su quel colpo ci deve essere tutta l'energia che si può dare senza paura. Nello stesso tempo quel gesto  va vissuto piacevolmente, deve essere  capito, interpretato e soprattutto amato.

Occhio all'onda!















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