34 Squadre non è sinonimo di qualità
Il mio amico Guille Diez Canedo, raffinato conoscitore delle cose della vita oltre ad essere un allenatore ed informatico di altissimo livello, ha pubblicato recentemente una serie di dati statistici in relazione ai Giochi Olimpici dove emergono alcuni dati interessanti, anche se in parte già da me trattati nei post precedenti.
Interessante il fatto che a Tokyo, rispetto a Rio 2016, ci sono state due nazioni diverse che sono andate a medaglia e nello stesso tempo le squadre che sono andate in finale sono rimaste 18, anche se ci sono state più nazioni a partecipare all’edizione nipponica. Portogallo e Russia, Svizzera sono state sostituite da Ukraina, Netherland e Svezia. Questo porta a 21 paesi finalisti considerando le due Olimpiadi. Solo 5 paesi hanno preso parte a tutte le finali.
Entriamo più nello specifico dicendo che i Giochi Olimpici non sono certamente la gara che esprime il massimo livello tecnico complessivo. Certo è impegnativo e difficile prendervi parte, ma vincere una medaglia diventa più facile.
Prendiamo il kappa uno uomini presenti al via 25 atleti. Dei primi 10 nel Ranking ICF ne mancavano ben 6, quindi presenti solo 4. Assente il campione olimpico che era in carica e numero 2 del Ranking ICF, assente il Campione Europeo in carica 2021 e numero 6 del Ranking. Abbiamo 8 atleti dal 12^ al 39^ posto, poi ci sono 9 atleti che navigano dalla 50esima posizione alla 66esima, per finire con un gruppo oltre al centesimo posto. Poche le vere sorprese in questa categoria, saltano all’occhio però l’eliminazioni dalla finale di Giovanni De Gennaro e Peter Kauzer. Il primo aveva fatto un’ottima qualifica su due manche, per poi trovarsi in semifinale completamente spaesato rispetto alle sue potenzialità. La sua stagione era iniziata bene con l’argento agli europei in casa a Ivrea, per poi prendere due finali nelle due Coppe del Mondo a cui ha partecipato. Nella prima gara di Coppa a Praga aveva vinto la medaglia d’argento dietro al fenomeno Jiri Prskavec per soli 0,45 centesimi. Mentre lo sloveno non ci è sembrato mai di vederlo in gara al 100%. Troppi errori per lui che invece ci aveva abituati ad una grande regolarità. Forse anche Peter Kauzer sente il passare del tempo, mentre i primi capelli bianchi iniziano a pesare anche su un campione longevo come lui.
Dai dati rilevati in relazione alla performance e messi a confronto con Rio 2016 e con gare di campionato del mondo risulta che è molto più facile prendere una finale e conquistare una medaglia (si veda grafici relativi qui sotto riportati) in tutte le categorie.
Nel kayak femminile, dove hanno gareggiato 27 atlete, mancavano del ranking ICF la numero 2 che è Korinna Kuhnle che proprio quest’anno aveva pure vinto l’europeo a maggio, poi la numero 5 e cioè Mallory Franklin che non si è qualificata nel Team GB in Kappa uno, ma in C1 e Camille Prigent che attualmente è la nona del ranking ICF. Abbiamo poi sei atlete che navigano dall’11 esima alla 20esima posizione. Altre sei tra la 21 e la 47^ posizione per poi finire con atlete che sono lontanissime anche da un passaggio in semifinale in qualsiasi gara di coppa o mondiale.
Sicuramente la prima sorpresa più grande in negativo è stata l’eliminazione in semifinale della campionessa del mondo in carica e vice-campionessa europea 2021 Eva Tercelj che con un 50 alla porta 16 ha detto addio ai sogni di gloria a cinque cerchi. Negative però anche le prove della brasiliana Ana Satila e Katerina Kudejova fuori da finali alla loro portata. La giallo verde ha buttato al vento tutto alla porta 24 in risalita dove ha perso più di 4 secondi dopo che era stata protagonista di un’ottima discesa. La Ceca, oltre ad un tocco alla discesa 23, ha fatto di tutto per complicarsi la vita fin dalle prima pagaiate, non l’ho mai vista in partita! La 31enne di Praga per la verità è da un po di tempo che non riesce ad esprimersi ad altissimi livelli e agli Europei di Ivrea a maggio dove era finita 28esima, mi aveva fatto pensare non poco. Poco dopo arrivava anche la mancata finale in casa nella prima prova di coppa del mondo. Incerto anche il suo futuro: staremo a vedere con le giovani ceche che la tallonano e che stanno crescendo a suon di risultati.
La sorpresa più positiva in assoluto in quesa categoria è stata quella della polacca Klaudia Zwolinska che è cresciuta moltissimo in questo ultimo anno, tanto che agli Europei ha sfiorato una medaglia che invece ha preso in Coppa Praga vincendo la gara davanti alla propria compagna Natalie Pacierpnik e dove terza si è piazzata Jessica Fox che puntuale è sul podio se non fosse per vincere o per prendere una medaglia di rincalzo!
Nella canadese monoposto maschile dei primi 10 del ranking erano al via solo 3 e cioè il numero 1 Tasiadis, il 4^ Benus e il 7^ Savsek. Seguivano 4 atleti nei primi 20, altri 9 tra il 21esimio e il 54esimo posto e uno solo, il Kazakistan Kulikov, che è posizionato all’85esimo posto. Mancava al via il campione olimpico uscente e campione europeo 2021 Denis Gargaud.
Sorge spontanea la domanda sui criteri selettivi per accedere ai Giochi Olimpici che a mio modo di vedere dovrebbero essere rivisti nell’ottica di elevare la qualità tecnica della gara a cinque cerchi. Il primo passo da fare è sicuramente quello di passare da 85 barche a 100, che mi sembra il minimo sindacale per garantire un certo livello alla competizione. Poi il criterio si potrebbe basare sul ranking internazionale aprendo a Campioni del mondo in carica e Olimpici se sono dentro un determinato ranking nell’anno in corso. Se non cerchiamo di arrivare a questi standard rischiamo di declassare l’Olimpiade ad una sorta di gara dimostrativa di quello che può essere il nostro sport. Credo che tuttavia bisogna dare spazio alla qualità e non, come si sta facendo oggi, solo alla preoccupazione di avere rappresentati il maggior numero di nazioni possibili. Il BMX ha avuto 10 nazioni che hanno partecipato all’evento di Tokyo, con nessun rappresentante del Continente Africano eppure nessuno si è scandalizzato o si è pensato di allargare a più atleti. Poche nazioni anche per il nuoto artistico, 23, mentre al via nella canoa slalom ne abbiamo contate 34.
Occhio all’onda!
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