Altre proposte per migliorare il nostro tango
I distributori di benzina fanno un grosso errore nel posizionare il mega cartellone con i prezzi dei loro prodotti all’altezza dell’entrata stessa. Così facendo non ti lasciano il tempo di vedere ed eventualmente di fermarti per il rifornimento. Quindi penso che possa essere una strategia precisa e voluta che ci sta a dire che la scelta di fermarsi non è legata all’informazione sui costi, ma dalla necessità di rifornire il proprio mezzo.
Ho scoperto anche perché ai caselli di entrata delle autostrade ci sono due buchi diversi che emettono i ticket che certifica il punto di entrata. Il motivo è semplice: se il primo finisce parte il secondo e gli addetti hanno il tempo di essere avvertiti e di sostituire il rotolo finito con quello nuovo. La cosa mi ha rilassato perché era tempo che mi chiedevo perché a volte ritiravo il biglietto da uno e a volte dall’altro. Per la verità questo succede solo quando viaggio con i mezzi federali, perché sulle mie auto ho il telepass che è una grande e bella invenzione.
Bene dopo questa serie di «profonde» riflessioni ne vorrei fare una che mutuo dallo slalom al tango. Per preparare una gara, ma diciamo in generale per allenarsi col fine di migliorare la propria performance, non ci si limita a pagaiare nel modo più specifico possibile e cioè fra i paletti dello slalom, ma si utilizzano anche mezzi come l’allenamento con sovraccarichi, la corsa, la bici o il nuoto, oltre all’allungamento del proprio corpo o a discipline sportive che possono in qualche modo aiutare poi ad esprimersi in slalom.
Mi sembra che nel tango, se pur nella sua forma non competitiva, poca importanza viene dato a tutto quello che si potrebbe considerare propedeutico a partire dallo stesso ascolto della musica. In sostanza e in poche parole l’attenzione riservata al miglioramento degli aspetti condizionali generali è poca e, a mio modesto avviso, lavorando a « secco » si possono ottenere miglioramenti inaspettati.
Esercizi propriocettivi specifici ci aiuterebbero a prendere più confidenza con i nostri piedi che nel tango assumono una funzione decisamente importante oltre che nella nostra vita, per non parlare poi dell’equilibro o di esercizio di potenziamento che potrebbero stimolare diversamente ognuno di noi. Ad esempio non sono molti i maestri che spingono in questa direzione poiché si concentrano di più su sequenze o passi e poco si dedica ad esercizi di riscaldamento specifici. Dare impulsi nuovi credo che sia importante per ogni tipo di attività perché in questo modo si mantiene vivo e stimolato il nostro apparato motorio offrendogli nuovi stimoli, ma con un obiettivo chiaro come quello di migliore il nostro ballo. Interessanti le proposte di ginnastica di gyrokinesis, pilates, o corsi di Yoga (al DNI di Buenos Aires ci sono ore dedicate proprio a questa disciplina finalizzata al tango). Per entrare nello specifico gli esercizi propriocettivi che i maestri propongono nelle lezioni di tecnica maschile o femminile ci possono offrono stimoli nuovi per migliorare e conoscere sempre meglio il nostro corpo e la sua bellezza nell’occupare lo spazio che ci circonda nel modo più elegante e personale possibile.
Occhio all’onda!
Ho scoperto anche perché ai caselli di entrata delle autostrade ci sono due buchi diversi che emettono i ticket che certifica il punto di entrata. Il motivo è semplice: se il primo finisce parte il secondo e gli addetti hanno il tempo di essere avvertiti e di sostituire il rotolo finito con quello nuovo. La cosa mi ha rilassato perché era tempo che mi chiedevo perché a volte ritiravo il biglietto da uno e a volte dall’altro. Per la verità questo succede solo quando viaggio con i mezzi federali, perché sulle mie auto ho il telepass che è una grande e bella invenzione.
Bene dopo questa serie di «profonde» riflessioni ne vorrei fare una che mutuo dallo slalom al tango. Per preparare una gara, ma diciamo in generale per allenarsi col fine di migliorare la propria performance, non ci si limita a pagaiare nel modo più specifico possibile e cioè fra i paletti dello slalom, ma si utilizzano anche mezzi come l’allenamento con sovraccarichi, la corsa, la bici o il nuoto, oltre all’allungamento del proprio corpo o a discipline sportive che possono in qualche modo aiutare poi ad esprimersi in slalom.
Mi sembra che nel tango, se pur nella sua forma non competitiva, poca importanza viene dato a tutto quello che si potrebbe considerare propedeutico a partire dallo stesso ascolto della musica. In sostanza e in poche parole l’attenzione riservata al miglioramento degli aspetti condizionali generali è poca e, a mio modesto avviso, lavorando a « secco » si possono ottenere miglioramenti inaspettati.
Esercizi propriocettivi specifici ci aiuterebbero a prendere più confidenza con i nostri piedi che nel tango assumono una funzione decisamente importante oltre che nella nostra vita, per non parlare poi dell’equilibro o di esercizio di potenziamento che potrebbero stimolare diversamente ognuno di noi. Ad esempio non sono molti i maestri che spingono in questa direzione poiché si concentrano di più su sequenze o passi e poco si dedica ad esercizi di riscaldamento specifici. Dare impulsi nuovi credo che sia importante per ogni tipo di attività perché in questo modo si mantiene vivo e stimolato il nostro apparato motorio offrendogli nuovi stimoli, ma con un obiettivo chiaro come quello di migliore il nostro ballo. Interessanti le proposte di ginnastica di gyrokinesis, pilates, o corsi di Yoga (al DNI di Buenos Aires ci sono ore dedicate proprio a questa disciplina finalizzata al tango). Per entrare nello specifico gli esercizi propriocettivi che i maestri propongono nelle lezioni di tecnica maschile o femminile ci possono offrono stimoli nuovi per migliorare e conoscere sempre meglio il nostro corpo e la sua bellezza nell’occupare lo spazio che ci circonda nel modo più elegante e personale possibile.
Occhio all’onda!
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