Scoperta motoria e Monaci tibetani
Finalmente dopo una settimana e con poco più di 10 ore di allenamento su questo canale si iniziano a vedere degli allenamenti accettabili. Il primo in cui gli atleti riescono ad essere veramente padroni della situazione e capaci di gestire appieno le varie problematiche che ognuno dei cinque percorsi presentavano. Velocità il tema di oggi per un totale, in poco più di una ora di allenamento, di 145 porte di cui 45 in risalita, un allenamento duro, ma molto interessante dal punto di vista tecnico e tattico. Mantenere la concentrazione non è facile, ma è uno degli elementi essenziali nello slalom.
So che sto andando a scrivere delle pure banalità, ma sono queste però le cose importanti e nello stesso assai semplici su cui bisogna battere il chiodo sempre. Quindi semplice dire bisogna seguire l'acqua, ma come farlo capire agli atleti questo "uovo di Colombo"? E' il dilemma di sempre legato all'insegnamento e al relativo apprendimento, non solo nella canoa, ma in tutto ciò che è apprendimento motorio o preferirei definirlo "scoperta motoria". Il mio metodo di lavoro si basa su delle proposte che faccio gli atleti. Loro poi andranno a sperimentare direttamente in acqua tutto ciò, andando successivamente a scegliere quella a loro più congeniale. Il processo successivo, che va guidato, è quello di fare proprie e disponibili queste tecniche una volta acquisite. Bisogna, prestando però attenzione a rendere partecipe l'allievo, sapere che molte volte le sensazioni che percepiamo non sono per forza di cose sempre le migliori e nel nostro caso le più veloci. Abbiamo però uno strumento per confrontare quella che è la soluzione migliore e nel contempo valutare le proprie informazioni sensoriali: il cronometro ad uso e consumo quasi esclusivo dell'allenatore. Viceversa se usato per l'atleta potrebbe diventare pericoloso. Infatti avendo un successivo e quanto immediato confronto verbale con l'atleta sulle sensazioni del suo vissuto e avendo dall'altra parte la verifica del tempo possiamo renderci ben conto dove e come intervenire. Non dimentichiamo mai, nel caso specifico dei lavori di velocità, di proiettare il tutto sulla distanza di gara e cioè dai 90 ai poco più dei 100 secondi. E' evidente che la strategia e la tecnica adottata su percorsi brevi sono diverse rispetto ad un tracciato intero.
L'altro giorno con i ragazzi ho detto che siamo e dobbiamo vivere come "monaci tibetani" nel senso che la vita di un atleta è proiettata alla ricerca di una luce che lo conduca per un cammino inequivocabile. Una condotta di vita regolare e senza distrazioni, se pur minime ed innocenti, devono essere le prime regole da far proprie. Una ricerca costante e senza pause all'interno di se stessi per trovare e tirar fuori tutta l'energia di cui ognuno di noi dispone, ma che molto spesso non sa di aver o la perde nella banalità di un coinvolgimento quotidiano a fare meno e non di più. I Giochi Olimpici non sono per tutti!
Domani chiudiamo il capitolo Londra e ci si trasferiamo a Praga su un canale che permette di approfondire molte tematiche tecniche e che è ideale per allenarci a dovere in vista delle prime gare di Coppa del Mondo.
Occhio all'onda!
Pronti i volantini che pubblicizzano il mondiale di settembre |
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