Ritrovare se stessi in un gesto
Per fortuna che oggi ho pagaiato sull'acqua che corre dopo tre giorni in Federazione a Curitiba a lavorare sui programmi per il 2015. Che non sia fatto per restare seduto dietro ad una scrivania questo lo sapevo altrimenti non farei questa vita, ma che mi possa mancare così tanto il fatto di pagaiare forse questo non me lo aspettavo. Ok normalmente i miei giretti in canoa me li faccio, ma oggi è stato speciale: mi sono ritrovato e ho metabolizzato diversi pensieri. Ho sorriso.
Che spettacolo pagaiare senza nessuna forzatura, ascoltando l'acqua, trasmettendo energia con il corpo, cercare emozioni, spingersi con la pagaia sulla riva e ruotare la canoa verso valle. Che sensazione unica quella di ascoltare la pala in acqua e percepire il suo movimento nell'elemento liquido. Che sublime ed eccitante cosa spingere con i piedi la canoa. Poi c'è quella fantastica sensazione di quando entri in una morta e lasci correre la canoa al suo interno. A quel punto inizi a cambiare lentamente, molto lentamente, l'inclinazione fino a quando percepisci che è il momento giusto per affondare il fianco e ripartire, non devi fare nulla. Ti devi mettere solo nella condizione di aspettare e ascoltare ciò che l'acqua, la pagaia e il tuo corpo ti trasmettono attraverso la tua canoa. E quando arriva... Uhauuuuuuu! semplicemente emozionante e in un attimo tocchi il cielo con un dito, voli come un aquila, nuoti come un delfino, corri come un ghepardo e sogni come un bambino quando dorme nelle braccia della mamma cullato dal suo dolce respiro.
Ho ripensato a lungo a quanto ho detto questa mattina in palestra ai ragazzi per fargli scoprire il giusto movimento tirando un manubrio al petto. Ho chiesto a loro perché facciamo tutto ciò, perché spostiamo pesi, corriamo, pagaiamo e chissà cosa ancora. La prima risposta è stata quella di dire che dobbiamo allenarci. Certo allenarci per cosa? Allenarci per andare forte. Certo andare forte, ma come si raggiunge ciò? Alzando brutalmente i sovraccarichi? Pagaiando come forsennati? Tagliando le porte rischiando ogni volta? Ho riformulato la domanda chiedendo che cosa pensano quando spostano quel manubrio o quando spingono sulla pagaia. Qualcuno dice che pensa a sollevare il peso, qualcuno più audace dice che spinge più forte che può! Rifaccio la prima domanda, ma perché ci alleniamo, qual'è lo scopo di tutto ciò e soprattutto che cosa devo riprodurre quando sollevo un bilanciere, sposto un peso, corro, gioco, studio o semplicemente mi muovo? Devo avere un solo ed unico scopo in tutto ciò se il mio obiettivo è quello di esprimere tra i pali dello slalom la mia potenzialità. E cioè devo pensare solo come riprodurre il gesto della pagaiata in ogni mia azione di allenamento. Se ho chiaro questo concetto non posso avere nessun dubbio di come deve essere la mia postura quando lavoro con i pesi o quando pagaia o quando corro o quando mi muovo. L'unico vero obiettivo è quello di trovare questa sintonia in ogni gesto per far sì che quando ti siedi dentro la tua canoa tu possa mettere a frutto le tante ore passate in palestra o a correre o a studiare. Tutto convoglierà dentro quel piccolo guscio che però ti saprà regalare momenti unici, momenti speciali anche per ritrovare te stesso ogni volta di cui ne hai bisogno.
Occhio all'onda!
Che spettacolo pagaiare senza nessuna forzatura, ascoltando l'acqua, trasmettendo energia con il corpo, cercare emozioni, spingersi con la pagaia sulla riva e ruotare la canoa verso valle. Che sensazione unica quella di ascoltare la pala in acqua e percepire il suo movimento nell'elemento liquido. Che sublime ed eccitante cosa spingere con i piedi la canoa. Poi c'è quella fantastica sensazione di quando entri in una morta e lasci correre la canoa al suo interno. A quel punto inizi a cambiare lentamente, molto lentamente, l'inclinazione fino a quando percepisci che è il momento giusto per affondare il fianco e ripartire, non devi fare nulla. Ti devi mettere solo nella condizione di aspettare e ascoltare ciò che l'acqua, la pagaia e il tuo corpo ti trasmettono attraverso la tua canoa. E quando arriva... Uhauuuuuuu! semplicemente emozionante e in un attimo tocchi il cielo con un dito, voli come un aquila, nuoti come un delfino, corri come un ghepardo e sogni come un bambino quando dorme nelle braccia della mamma cullato dal suo dolce respiro.
Ho ripensato a lungo a quanto ho detto questa mattina in palestra ai ragazzi per fargli scoprire il giusto movimento tirando un manubrio al petto. Ho chiesto a loro perché facciamo tutto ciò, perché spostiamo pesi, corriamo, pagaiamo e chissà cosa ancora. La prima risposta è stata quella di dire che dobbiamo allenarci. Certo allenarci per cosa? Allenarci per andare forte. Certo andare forte, ma come si raggiunge ciò? Alzando brutalmente i sovraccarichi? Pagaiando come forsennati? Tagliando le porte rischiando ogni volta? Ho riformulato la domanda chiedendo che cosa pensano quando spostano quel manubrio o quando spingono sulla pagaia. Qualcuno dice che pensa a sollevare il peso, qualcuno più audace dice che spinge più forte che può! Rifaccio la prima domanda, ma perché ci alleniamo, qual'è lo scopo di tutto ciò e soprattutto che cosa devo riprodurre quando sollevo un bilanciere, sposto un peso, corro, gioco, studio o semplicemente mi muovo? Devo avere un solo ed unico scopo in tutto ciò se il mio obiettivo è quello di esprimere tra i pali dello slalom la mia potenzialità. E cioè devo pensare solo come riprodurre il gesto della pagaiata in ogni mia azione di allenamento. Se ho chiaro questo concetto non posso avere nessun dubbio di come deve essere la mia postura quando lavoro con i pesi o quando pagaia o quando corro o quando mi muovo. L'unico vero obiettivo è quello di trovare questa sintonia in ogni gesto per far sì che quando ti siedi dentro la tua canoa tu possa mettere a frutto le tante ore passate in palestra o a correre o a studiare. Tutto convoglierà dentro quel piccolo guscio che però ti saprà regalare momenti unici, momenti speciali anche per ritrovare te stesso ogni volta di cui ne hai bisogno.
Occhio all'onda!
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