Lontano dai miei pensieri
Il silenzio olimpico imposto dal CIO, condiviso dai vari comitati nazionali, mi ha tenuto lontano anche dai miei pensieri o meglio non mi ha permesso di concretizzarli e condividerli. Ci sono delle regole e come nello sport le dobbiamo rispettare. Certe imposizioni fanno male perché nascondono interessi di parte che si vogliono tutelare, quasi che raccontare la vita e sentimenti sia ad appannaggio esclusivo di chi ha il potere di farlo. La parola e la libera espressione è un diritto che non dobbiamo incatenare, molti sono morti per difenderlo e per permetterci di arrivare dove siamo oggi come uomini, nel bene e nel male.
Non pensiamoci e lasciamo che sia il tempo a liberare qualche mente ottusa e lasciamo sempre al tempo il compito di attenuare le ferite che purtroppo si fanno sentire e che hanno sanguinato a lungo in una notte passata a guardare le stelle in una Villa che non senti più improvvisamente tua.
Eppure fino a ieri respiravo profondamente e lungo per riempirmi anche epidermicamente di un’energia unica pura, sublime. Tutto era così lucido e brillante. Ieri sera avviandomi verso la mensa i passi erano pesanti, lo sguardo offuscato, la via vuota se pur superaffollata. Il vassoio scarno. Ho cercato nei cibi italiani il sapore di casa, ma neppure ciò è servito. Dopo una lunga attesa seduto a guardare nel vuoto ho rinunciato al tentativo di deglutire anche e semplicemente la stessa acqua.
Per fortuna che c’è un sorriso dolce, innocente e soprattutto ricco di energia che non si spegne. Per fortuna che ci sono due occhi luminosi che proseguiranno ad illuminarmi e a guidarmi per un altro sogno Olimpico. Per fortuna che ci sono le parole dolci, sincere piene d’amore di chi mi ama da sempre e per sempre. Per fortuna che c’è l’affetto di molti. Per fortuna che da qualche parte anche oggi risplenderà il sole, scalderà gli animi e i cuori, ci ridarà vita e gioia.
Occhio all’onda!
Non pensiamoci e lasciamo che sia il tempo a liberare qualche mente ottusa e lasciamo sempre al tempo il compito di attenuare le ferite che purtroppo si fanno sentire e che hanno sanguinato a lungo in una notte passata a guardare le stelle in una Villa che non senti più improvvisamente tua.
Eppure fino a ieri respiravo profondamente e lungo per riempirmi anche epidermicamente di un’energia unica pura, sublime. Tutto era così lucido e brillante. Ieri sera avviandomi verso la mensa i passi erano pesanti, lo sguardo offuscato, la via vuota se pur superaffollata. Il vassoio scarno. Ho cercato nei cibi italiani il sapore di casa, ma neppure ciò è servito. Dopo una lunga attesa seduto a guardare nel vuoto ho rinunciato al tentativo di deglutire anche e semplicemente la stessa acqua.
Per fortuna che c’è un sorriso dolce, innocente e soprattutto ricco di energia che non si spegne. Per fortuna che ci sono due occhi luminosi che proseguiranno ad illuminarmi e a guidarmi per un altro sogno Olimpico. Per fortuna che ci sono le parole dolci, sincere piene d’amore di chi mi ama da sempre e per sempre. Per fortuna che c’è l’affetto di molti. Per fortuna che da qualche parte anche oggi risplenderà il sole, scalderà gli animi e i cuori, ci ridarà vita e gioia.
Occhio all’onda!
Dài Ettore, stai su. Per quanto possa valere, sappi che hai il supporto dei Lorini, anch'essi orfani di blog...
RispondiElimina... Per fortuna che c'è l'affetto di molti! Vale moltissimo - grazie e un abbraccio con la promessa che torno a pubblicare - occhio all'onda!
RispondiEliminabravo Ettore, e soprattutto nn eliminiamo chi emotivamente ci ha dato qualcosa...
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