Aspettando la Open Ceremony del 27 luglio - 6
London, 21.7.2012.... Olympic Games
Mi capita sempre di bere il caffè molto amaro fino a quando si vede il fondo della tazzina. A quel punto mi accorgo che c’è ancora dello zucchero. Così faccio girare il caffè rimasto all’interno della tazzina, creando un effetto vortice, e l’ultimo goccino è sempre il più buono, quello cioè che ti lascia il dolce finale in bocca e speri possa accompagnarti per tutta la giornata. E’ un pochino come la vita: ti piacerebbe riservarti sempre il meglio per la fine. Ecco per le Olimpiadi sono il dolce alla fine di un quadriennio di lavoro, la ciliegina sopra la torta. Ripensando però a questo ultimo ciclo a cinque cerchi mi rendo conto che è stato piuttosto contorto. Infatti finiti giochi di Bejing 2008, dove con la Spagna abbiamo conquistato un magico quarto posto con Ander Elosegui in C1,siamo rientrati velocemente in terra Iberica per iniziare da subito il nuovo quadriennio con diverse idee e motivazioni per presentarsi qui con tutte le carte in regola per ben figurare. Quindi da settembre a marzo 2009 lavorai intensamente anche se eravamo messi al “paro” la cassa integrazione spagnola, in attesa delle nuove elezioni del consiglio della federazione spagnola. Nel frattempo avevo avuto qualche altra offerta di lavoro con altre nazioni di cui una molto interessante. Dissi a tutte no perché avrei proseguito a lavorare in Spagna a portare avanti il lavoro intrapreso. A marzo 2012 cambiò il presidente della federazioni e ebbi il benservito senza neppure un ringraziamento o una pacca sulla spalla. Lascia La Seu d’Urgell e trovai casa in Irlanda per seguire in modo particolare un atleta, Eoin Rheinisch. Con lui lavorai bene fino ai mondiali di Tacen 2010 poi l’atleta del trifoglio fu costretto ad operarsi ad una spalla e io ebbi contemporaneamente l’offerta di un grande progetto con il Brasile. Accettai e iniziai a lavorare con loro dal marzo 2011. Cercammo di recuperare il tempo perduto per preparare i Giochi Olimpici la l’impresa fu veramente enorme. Oggi qui siamo con una atleta. Ana Satila Vargas, ma siamo andati vicinissimo anche con il K1 uomini e con il C2.
Un quadriennio quindi per me molto atipico, inusuale, ma prendiamo sempre il meglio quello che arriva, non pensiamoci e catapultiamoci in questa avventura che se per molti sarà il punto d’arrivo, per noi invece sarà il vero punto di partenza in vista di Rio 2016.
Preso da tutto questo racconto, mi dimenticavo quasi di annotare su queste righe il fatto che ieri sono stato al Crystal Palace una mega struttura sportiva a sud del centro di Londra costruita ancora negli anni ’70 e oggi è un centro di preparazione per gli inglesi. Da un mese a questa parte però, è diventato il quartier generale del “TIME BRASIL” una centrale operativa per gestire gli oltre 250 atleti che rappresenteranno questo paese alla XXX edizione Olimpica. Lo avevo già scritto più volte il paese in cui sto lavorando sta investendo molto per il 2016 e non risparmia mezzi e denari per cercare di presentarsi al meglio a quell’appuntamento in casa davanti alla propria gente. Ma su questo avrò modo di tornare presto, vado a cena... chissà magari questa sera provo qualcosina di indiano o forse sushi. Sicuro è che il dolcetto ci vuole a fine pasto per non perdere le tradizioni di casa, unica pecca che non lo gusterò con il mio amato e grande Amore!
Occhio all'onda!
Mi capita sempre di bere il caffè molto amaro fino a quando si vede il fondo della tazzina. A quel punto mi accorgo che c’è ancora dello zucchero. Così faccio girare il caffè rimasto all’interno della tazzina, creando un effetto vortice, e l’ultimo goccino è sempre il più buono, quello cioè che ti lascia il dolce finale in bocca e speri possa accompagnarti per tutta la giornata. E’ un pochino come la vita: ti piacerebbe riservarti sempre il meglio per la fine. Ecco per le Olimpiadi sono il dolce alla fine di un quadriennio di lavoro, la ciliegina sopra la torta. Ripensando però a questo ultimo ciclo a cinque cerchi mi rendo conto che è stato piuttosto contorto. Infatti finiti giochi di Bejing 2008, dove con la Spagna abbiamo conquistato un magico quarto posto con Ander Elosegui in C1,siamo rientrati velocemente in terra Iberica per iniziare da subito il nuovo quadriennio con diverse idee e motivazioni per presentarsi qui con tutte le carte in regola per ben figurare. Quindi da settembre a marzo 2009 lavorai intensamente anche se eravamo messi al “paro” la cassa integrazione spagnola, in attesa delle nuove elezioni del consiglio della federazione spagnola. Nel frattempo avevo avuto qualche altra offerta di lavoro con altre nazioni di cui una molto interessante. Dissi a tutte no perché avrei proseguito a lavorare in Spagna a portare avanti il lavoro intrapreso. A marzo 2012 cambiò il presidente della federazioni e ebbi il benservito senza neppure un ringraziamento o una pacca sulla spalla. Lascia La Seu d’Urgell e trovai casa in Irlanda per seguire in modo particolare un atleta, Eoin Rheinisch. Con lui lavorai bene fino ai mondiali di Tacen 2010 poi l’atleta del trifoglio fu costretto ad operarsi ad una spalla e io ebbi contemporaneamente l’offerta di un grande progetto con il Brasile. Accettai e iniziai a lavorare con loro dal marzo 2011. Cercammo di recuperare il tempo perduto per preparare i Giochi Olimpici la l’impresa fu veramente enorme. Oggi qui siamo con una atleta. Ana Satila Vargas, ma siamo andati vicinissimo anche con il K1 uomini e con il C2.
Un quadriennio quindi per me molto atipico, inusuale, ma prendiamo sempre il meglio quello che arriva, non pensiamoci e catapultiamoci in questa avventura che se per molti sarà il punto d’arrivo, per noi invece sarà il vero punto di partenza in vista di Rio 2016.
Preso da tutto questo racconto, mi dimenticavo quasi di annotare su queste righe il fatto che ieri sono stato al Crystal Palace una mega struttura sportiva a sud del centro di Londra costruita ancora negli anni ’70 e oggi è un centro di preparazione per gli inglesi. Da un mese a questa parte però, è diventato il quartier generale del “TIME BRASIL” una centrale operativa per gestire gli oltre 250 atleti che rappresenteranno questo paese alla XXX edizione Olimpica. Lo avevo già scritto più volte il paese in cui sto lavorando sta investendo molto per il 2016 e non risparmia mezzi e denari per cercare di presentarsi al meglio a quell’appuntamento in casa davanti alla propria gente. Ma su questo avrò modo di tornare presto, vado a cena... chissà magari questa sera provo qualcosina di indiano o forse sushi. Sicuro è che il dolcetto ci vuole a fine pasto per non perdere le tradizioni di casa, unica pecca che non lo gusterò con il mio amato e grande Amore!
Occhio all'onda!
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