Lo slalom una sequenza di porte che esalta la velocità
Pioggia e a tratti qualche folata di vento. Su 10 donne partite in C1 solo la metà ha fatto almeno una manche senza saltare porte. Kauzer passeggia e sta sotto i 95 secondi - guardate il video se vi interessa. Benus prende il 4% dallo sloveno e Colazingari il 13%. Fuori dalle semifinali per l’Italia Costa (k1 men), Babuin (c1 men), Prendin (k1women).
Spettatori paganti praticamente zero come zero gli spettatori presenti tolti ovviamente gli addetti ai lavori e qualche genitore venuto a seguire il proprio pargoletto/a.
Domani semifinali e finali per K1 men, C1 men e C1 women.
Questa in pillole la giornata di ouverture di questa 24esima edizione della coppa del mondo, sintetizzata a mo’ di “taccuino della Gazzetta della Sport” quando va bene e quando c’è qualche buco da coprire sulle pagine rosa del più popolare quotidiano italiano.
Ma dalla sintesi passerei ad una piccola analisi di quanto ho avuto modo di vedere nel passaggio 2/3/4, la combinazioni più tecnica della qualifica seguita da un’altra meno tecnica, ma decisamente assurda per il solo fatto che, secondo il mio modestissimo avviso, esce da quello che dovrebbe essere lo slalom e cioè una sequenza di porte che esalta la velocità. Ma andiamo per ordine.
La prima combinazione era formata da una risalita a sinistra subito dopo il buco che taglia in due il canale e cioè quello dopo il salto iniziale. Usciti da questa porta bisognava fare una discesa giusto sopra il ricciolone, ruotare sullo stesso per andare a prendere la discesa successiva e per entrare quindi in una risalita a destra direttamente senza dover fare il giro del massone con conseguente passaggio morta-corrente.
Le difficoltà in sostanza erano due. La prima di ordine psicologico, specialmente fra le donne, la seconda tecnica. Molti atleti arrivavano con molte riserve sulla porta tre cercando vari soluzioni. Chi sceglieva di lanciarsi dentro il buco, chi invece cercava il filone d’acqua che portava giusto dentro la porta e chi ancora viceversa si trovava troppo basso per riuscire ad entrare nella porta stessa. Per non parlare ovviamente di chi invece era in assoluta balia di quelle acque così movimentate! Molte donne, arrivate sulla 3, non avevano più l’energia per tirarsi fuori dal buco giusto all’altezza della porta, restando intrappolate fino alla fine dello stesso. La soluzione migliore era quindi di salire sul ricciolo con la canoa piatta e da lassù, in relazione all’acqua che si trovava, avere l’accortezza di scegliere il da farsi. In sostanza le soluzioni che si prospettavano erano due e cioè andare via diretti perché tutto era sotto controllo oppure farsi portar via con la pala in acqua per pagaiare forte all’indietro onde evitare di prendere il filo di corrente che spingeva la canoa troppo a destra per centrare la porta in discesa numero 4. Dal mio punto di osservazione si poteva capire in anticipo il tipo di scelta di ogni atleta e il modo con cui avrebbe affrontato quella combinazione. Poi con Maria Eizmendi si ragionava sul fatto che quella combinazione l’avevamo già vista e rivista e fatta molte volte in gara qui a Tacen.
Chi ha patito certamente di più su questo percorso è stato il gentil sesso che ha messo in crisi i tabellini delle penalità!
L’altra considerazione è sui tempi di distacco. Solitamente utilizzo le percentuali per rendere l’idea, ma mi rendo conto che chi non è dentro completamente al meccanismo non si rende bene conto del distacco concreto che tali riferimenti ci offrono. Quindi facilitiamo ancora di più dicendo che per entrare in semifinale nel k1 men si doveva stare negli 8 secondi di distacco dal vincitore, nei C1 nei 10 secondi , nei C2 16 secondi e nelle donne in kayak in ben 23.
Sabato di scena semifinali e finali per C1men, C1women e Kayak maschile a partire dalle ore 9,00 su un tracciato che ci riporta nella storia della canoa. Uno di quei percorsi che disegnava Dario Ferrazzi in cui dopo una risalita bisognava andare qualche metro più a monte per fare la porta successiva magari in discesa. Ecco secondo me, come ricordavo prima, questo non ha senso perché è come chiedere ad uno sciatore di fare delle porte prima in giù e poi in su... si ferma la dinamicità dell’azione e la conseguente velocità!
Tacen, 24 giugno - Slovenia 1st slalom race World Cup 2011
Occhio all’onda!
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nella foto Raffy mio validissimo collaboratore e mio C1 preferito.
Alla sua destra Huw Swetnam
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