quel kilo di troppo!


Mi chiedevo che cosa farebbero i C1 se le loro canoe pesassero come i K1 e fossero larghe 60 cm. Questo pensiero arriva guardando e riguardando le gare del week-end scorso e confrontando intermedi e tempi finali tra le diverse categorie. Tony, il mitico Tony Esanguet ha vinto con l‘1,9% da Walsh e Gargaud, senza la penalità, avrebbe avuto lo 0,99%.
Ora il tracciato degli “Australian Open”, sia nella qualifica che nella semifinale e finale, non era certo molto impegnativo: tanto per fare un paragone sciistico, viste le medaglie conquistate ultimamente dagli sciatori azzurri ai recentissimi campionati del mondo, sembrava più un tracciato da slalom gigante che uno speciale! Un percorso che definirei aperto, con alcune serie di porte interessanti, ma nulla di difficile. Ad esempio la parte centrale era caratterizzata da tre porte in discesa molto distanziate che costringevano gli atleti a impostare con ampio anticipo ogni singola porta per non perdere velocità, ma non certo per problemi di linea. La possibilità era anche quella di adottare una saggia retro sulla seconda porta, come Super Cali ha fatto in semifinale. Per tutto il resto del tracciato nulla di particolare o di impegnativo. Ovviamente, questo tipo di percorso, premiava gli scivolatori e non certo atleti che magari preferiscono combinazioni strette e difficili. La domanda quindi è semplicissima: com’è possibile che i C1 su un tracciato così aperto possono essere così vicini ai Kayak che, in teoria, avendo due palette possono spingere maggiormente su tratti rettilinei?
Per rispondere a ciò dobbiamo fare un altro tipo di analisi e cioè andare a vedere quello che succede nei percorsi molto difficili dove le percentuali di distacco dei C1 rispetto ai K1 sono più marcate. La media nel 2010 era del 6,55% sulle tre gare di Coppa (Praga, Seu, Augsburg), Europei (Bratislava) e Mondiali (Tacen).
Dati che ci dicono e ci fanno capire chiaramente che su percorsi chiusi i kayak rischiano moltissimo e riescono a ottenere tempi molto, molto veloci. Tutto ciò deriva anche dall’altissima competitività che c’è in questa categoria.
Se poi guardiamo attentamente il gesto tecnico ci accorgeremo che le canadesi hanno occasione di mettere in essere molto più spesso una risalita classica, mentre i Kayak sono costretti a cercare di limare centesimi in ogni azioni e quindi in ogni porta. Ne deriva che su percorsi come quello di Penrith, dove le risalite non presentavano la possibilità di tagliare più di tanto, i tempi di distacco si assottigliano, perché fondamentalmente, visto il livello raggiunto dai top paddlers della canadese, tra le due specialità non c’è un divario molto netto!
A questo punto sarebbe proprio interessante assistere allo scontro ad armi pari: C1 e K1 9 kg. x 60 cm. punta e coda liberi.

Nel frattempo Martikan, che arriverà qui in settimana, ha mandato avanti il suo nuovo gioiellino: canoa nuova per lui che non è altro che una “Ego” con l’impostazione da C1. Nei giorni delle gare era esposta nello stand di Vajda (sponsor della manifestazione) rosso cupo e con un assetto da “guerra”. Fa impressione pensare che si possa pagaiare inginocchiati su quel guscio che porta ancora le alette del pozzetto per un kayak... non si è dato neppure la pena di toglierle! Spero solo che non la veda Raffy perché altrimenti so già quale sarà la sua richiesta per la promozione a scuola!

Occhio all'onda!

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